||Capitolo 3||

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Guardai lo schermo del cellulare perplessa dal contenuto del messaggio che avevo appena letto. "Non sarà mai così, non così facilmente." Erano queste le parole che recitava il breve testo scritto a caratteri cubitali. Non ne capivo il senso, e questo mi faceva sentire terribilmente male. Arrabbiata con me stessa, in realtà. Perché alla fine se mi era arrivato quel messaggio, un motivo c'era.  Stavo riflettendo sulla causa di quelle parole, quando la mia attenzione fu attirata da due bambini che si rincorrevano. Mi riconobbi subito, così come feci su Cameron. Restai a guardare la scena che avevo ricordato qualche ora prima ripetersi davanti ai miei occhi. Le stesse parole, parole, gli stessi movimenti e la stessa proposta continuavano a riproporsi alla mia vista, finché non abbassai lo sguardo al cellulare, che riportava le stesse parole di poco prima. Il bambino dopo aver schioccato un bacio sulla guancia di una me passata, corse verso di me, sorridendomi. 

"Non sarà così facile." ripeté prima di svanire dalla mia vista, poi non vidi più altro, oltre al buio più totale. 

Aprii gli occhi di scatto e cercai di mettermi a sedere, ma due braccia strette intorno alla mia vita me lo impedirono. Mi voltai verso il moro che a differenza mia, dormiva ancora beatamente. Le labbra erano leggermente schiuse, i capelli scompigliati e davanti agli occhi ancora chiusi. Portai istintivamente una mano tra i suoi capelli, facendo scorrere le dita tra le sue ciocche castane che scoprii essere più morbide di quanto mi aspettassi. Feci uscire un piccolo sospiro dalle mie labbra, prima di scostarmi lentamente dalla sua presa calda. Staccai il telefono dalla carica e mi avviai verso il bagno nella mia stanza. Sbloccai il telefono e diedi un'occhiata veloce alle notifiche arrivatemi nell'arco di tempo in cui il telefono rimase inutilizzato, prima di appoggiarlo sulla mensa su cui erano riposte le creme. Mi spogliai velocemente dei vestiti che avevo deciso di indossare come pigiama ed entrai nella doccia, regolando il getto d'acqua  ad una temperatura abbastanza elevata. Restai per qualche minuto semplicemente sotto il tocco delicato che l'acqua aveva sulla mia pelle. Centinaia di piccole goccioline limpide correvano velocemente per la mia pelle, pulendomi dal sapone all'aroma di lavanda. Mentre uscivo dal box doccia e avvolgevo il mio corpo in un ampio asciugamano bianco, mi ritrovai a pensare al sogno di quella notte. Ero sicura del fatto che quelle parole si riferissero all'essere la principessa di Cameron, ma non ne capivo il senso. Insomma. E' stata solo una bambinata infondo, e per lui non provo niente. Sbuffai e strinsi l'asciugamano attorno al mio corpo prima di uscire dal bagno, catapultandomi subito alla cassettiera dalla quale prelevai un intimo semplice, nero, da indossare sotto ad un paio di leggins e ad una felpa grigia decisamente troppo grande per me. Mi girai verso il letto e sussultai, trovando il ragazzo guardarmi in silenzio. 

"Che bel risveglio." Affermò lui dopo qualche istante di silenzio, durante il quale il contatto visivo non si era interrotto. Fece scorrere le mani sul suo viso prima di alzarsi con un balzo dal letto, e iniziare a camminare nella mia direzione. Sarei semplicemente voluta correre in bagno. Rabbrividii quando le sue labbra soffici si posarono sulla mia guancia, accompagnate da un "buongiorno" abbastanza roco. Strinsi istintivamente l'asciugamano al mio corpo per la troppa vicinanza, e trattenni il respiro. I miei piedi sembravano incollati al parquet lucido quando il moro fece un ulteriore passo verso di me. L'aria era diventata praticamente irrespirabile per quanto mi riguardava. 

"Dovrei passare." Mormorò poi lui con un piccolo ghigno dipinto sul viso. Mi sorpassò accennando una breve risata e dovetti respirare a fondo per evitare di insultarlo. Raggiunse il suo borsone, posato ancora affianco alla scrivania e io ne approfittai per andare in bagno e cambiarmi velocemente. Uscii dalla piccola stanza interna alla mia dopo essermi sistemata i capelli in una coda alta. Il suo sguardo si posò ancora una volta sulla mia figura. Mi faceva sentire decisamente in soggezione. Mi scrutò qualche istante prima di sorpassarmi nuovamente con una leggera spallata, ed entrare in bagno. Feci il letto accuratamente, accorgendomi del fatto che le lenzuola e le coperte riportassero il profumo di Cameron. Mi sdraiai poi sul materasso e sospirai iniziando a messaggiare distrattamente con qualche mia compagna. La porta del bagno si spalancò poco dopo rivelando il moro in soli boxer. I capelli erano ancora umidi e alcune goccioline d'acqua esploravano ancora la sua pelle. Sfregò energicamente l'asciugamano tra i suoi capelli, prima di buttarsi di peso sul letto, affianco alla mia figura. 

"Non facciamo colazione?" Chiese alzando un sopracciglio. La fame era impossessata di me prima del primo incontro con il moro e non mi ero ancora accorta che fosse scomparsa. 

"Non ho fame, grazie." Risposi guadagnandomi una semplice alzata di spalle da parte sua. Una domanda iniziò poi a farsi spazio tra le altre riguardanti il sogno. 

Perchè mi ero sentita in quel modo poco fa con Cameron? Ma soprattutto, perchè l'avevo sognato?

Nemici di vecchia data. || Cameron Dallas ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora