"Alexandra alzati" urlava mia mamma dal piano di sotto. Oggi sarebbe stato un giorno molto importante per me perché avrei iniziato l'Università, avevo studiato tutto l'anno per andarci rinunciando alle feste e alle uscite con gli amici anche se ne avevo pochi di "AMICI", se si possono chiamare così. Ero davvero felice di essere ammessa all'Harvard University, non mi ero mai impegnata così tanto, ero brava a scuola, avevo ottimi voti ma l'ultimo anno sono stata giorno e notte sui libri, avevo un po' paura di andarci, avrei dovuto ambientarmi in una nuova scuola, con nuovi amici e io non sono una persona molto socievole, sono molto timida e ho bisogno di tempo per ambientarmi.
"Muoviti o farai tardi" urlò per la seconda volta mia mamma risvegliandomi dai mie pensieri. Finalmente decisi di alzarmi, mi lavai e mi vestii, per il primo giorno optai per dei jeans a sigaretta, una felpa nera con scritto "DREAM COME TRUE"e delle Vans blu. Per non far notare la mia stanchezza e rendere più bello il mio viso misi un filo di matita e un po' di mascara evidenziando i miei occhi color caramello e le mie lunghe ciglia, un po' di gloss trasparente sulle labbra, pettinai i miei lunghi capelli castani con qualche ciocca viola, che avevo fatto all'età di tredici anni, ed ero pronta per partite. Presi la mia "piccola", per modo di dire, valigia nera e scesi al piano di sotto.
"Ho preparato la colazione, vai a mangiare e io intanto porto la valigia in macchina" disse mia madre.
"Grazie ma non ho fame, mi berrò il caffè per strada"
Presi il caffè in cucina e andai in macchina, prima di partire ammira la villetta in cui vivevo, in cui trascorsi la mia infanzia, i momenti belli e brutti della mia vita, il primo bacio, il primo amore, i primi pianti...
Notai che eravamo già partiti, la mia Università distava tre ore da Brookline, la cittadina in cui vivevo.
L'Harvard University si trovava a Cambridge, nel Massachusetts, nell'area metropolitana di Boston a est degli USA. Notai che eravamo arrivati dalla scritta "VE-RI-TAS" sullo stemma, era grandissima l'università. Entrai dentro accompagnata da mia mamma e mi diressi in segreteria a prendere il numero della stanza in cui avrei alloggiato. Una donna sulla cinquantina, mi diede, dopo mezz'ora d'interrogatorio su chi fossi, un foglietto con scritto "593", il numero della stanza. La stanza era situata al secondo piano, sembrava un labirinto l'università, dopo un paio di ricerche la trovai. Aprii la porta con la chiave, che mi aveva dato quella signora ed entrai con mia madre, la stanza era abbastanza grande, pensavo che sarebbe stata piccola e senza bagno, invece c'erano due letti, un armadio, un bagno, una scrivania con alcuni libri appoggiati sugli scaffali e sulla scrivania.
"Io ora devo andare, comportati bene, studia, non andare alle feste, non frequentare brutte persone, chiama ogni sera..." Mi raccomandava mia madre. Mentre io facevo finta di sentire entrò in camera una ragazza riccia con due enormi valige.
"Ehii! Io sono Danielle Peazer, la tua nuova compagnia di stanza, ma per gli amici Dani " disse la riccia.
'Ciao, io sono Alexandra Watson, ma puoi chiamarmi Alex" dissi io timidamente stringendole la mano.
Salutai mia madre e andai a sistemare la mia roba nella mia parte dell'armadio, mi guardai intorno per vedere dove fosse Danielle, se non mi sbaglio, ma era sparita. Oggi era venerdì e per fortuna domani non ci sarebbe stata scuola, il sabato non si andava a fare lezione, per fortuna avevamo il giorno libero.
Dopo aver sistemato tutto, mi stesi sul letto e mi addormentai a causa della stanchezza.
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Pain is Love
FanfictionLui è solo un ragazzo Lei è solo una ragazza Sembrano persone normali Ma l'apparenza spesso inganna