6. My Obsession

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  - Premierei la sua tenacia – rise Byron davanti a quella scena che ormai si ripeteva spesso davanti ai suoi occhi.
Koll, l'insolito forestiero, si era trattenuto in città molto più di quanto tutti avessero immaginato, compreso Seth che lo fissava sempre con occhiate di astio quando appariva al pub.
- Io non lo servo – mormorò il rosso fissandolo e lasciando le ordinazioni al bancone.
- Non essere antipatico Seth, vai da lui, chiede sempre di te – il volto dell'amico si faceva sempre più luminoso.
- So cosa la tua mente malata sta pensando – ribatté l'altro – quel tipo non mi piace, lo trovo invadente e antipatico, lasciami in pace. Dovresti chiamare la polizia piuttosto –
Quando Seth si voltò verso il tavolo incrociò lo sguardo intenso di Koll, lo stava fissando dal fondo della sala con il solito sorrisetto impresso sulla faccia. Il rosso odiava quell'espressione e quegli occhi verdi così intensi e sicuri di sé, riusciva a cogliere una certa spregiudicatezza.
Alla fine strinse il taccuino e si diresse impettito verso il tavolo, la posa di Koll non mutò, era perfettamente rilassato anche sotto lo sguardo astioso del ragazzo.
- Smetterai mai di venire qui oppure devo chiamare la polizia? – brontolò.
- Non è colpa mia se questo posto fa il miglior Irish Coffie della zona, servito dal cameriere più sexy e arrogante sulla piazza – rise.
- Vuoi altro oltre che strozzarti con quel caffè? –
- Un appuntamento con te – commentò senza esitare.
- Scordatelo – ribattè l'altro voltandosi e tornando indietro.
Quella strana routine procedeva senza che nessuno potesse fermarla, ogni sera Koll si presentava lì e dopo qualche tempo, compresi ì i turni di Seth, veniva appositamente in quelle ore, restando ben oltre la chiusura. Osservava il rosso per tutto il tempo e alle volte non dicevano neanche una parola, Seth ordinava i tavoli, compilava i moduli per gli ordini e puliva la sala sotto lo sguardo attento del moro. Il ragazzo non lo avrebbe mai ammesso ma cominciava a essere felice di quelle attenzioni, si sentiva più tranquillo con Koll lì a vegliare su di lui e aspettarlo fino a tardi.
Quando Seth chiuse la saracinesca e la assicurò con il lucchetto Koll lo stava ancora fissando – dovresti andartene a casa, la serata è finita –
- Ti do un passaggio –
- Prendo la metro- commentò l'altro.
- E' tardi. Non dovresti andare in giro a quest'ora – mormorò cominciando a seguirlo lungo la strada.
- Perché dei maniaci come te potrebbero aggredirmi? – chiese quello con un mezzo sorriso.
Koll si avvicinò di più a lui dedicandogli un occhiata molto intensa – lascia che resti, ok? –
Seth sorrise leggermente – ok, solo fino alla metro –

*****

Era tarda sera e il Celtic era ormai vuoto, Seth stava riordinando gli ultimi tavoli, aveva il turno di chiusura e doveva ancora compilare l'inventario. Solitamente faceva quel procedimento in totale solitudine ma ormai si era abituato alla presenza di un intrigante incluso.
Koll era rimasto lì anche quella sera, sorseggiava la sua bevanda come se nulla fosse ma il rosso sapeva che tutta la sua attenzione era per lui. Poteva sentire gli occhi del moro seguirlo lungo il locale e osservare ogni movimento, quando si sedette con il modulo per gli ordini scelse una postazione in cui Koll potesse guardarlo comodamente. Seth odiava pensarlo ma quel ragazzo riusciva a rendere le sue serate migliori, anche solo con un'occhiata, senza che parlasse, la sua sola presenza bastava.
Ad un tratto l'attenzione del rosso fu catturata da una melodia graffiante che proveniva dal vecchio jukebox del locale. Seth spostò lo sguardo e vide Koll in piedi proprio lì, aveva scelto quella canzone, la stessa che il ragazzo aveva ascoltato molte volte e che gli procurava uno strano senso di appartenenza. Anche Koll provava lo stesso? O forse era una coincidenza? Red River Valley stava riempiendo l'aria.
Dicono che te ne stai andando da questa valle
Noi perderemo i tuoi splendenti occhi e il tuo dolce sorriso
Dicono che stai portando via la luce del sole
Che ha illuminato il nostro sentiero mentre eri qui

Sentire quelle parole fece voltare Seth verso il moro e vide che anche Koll lo stava guardando, forse alla ricerca di qualche emozione sul suo viso. Incrociare gli occhi verdi dell'altro procurò una strana sensazione nello stomaco del rosso, si sentiva strano, in subbuglio.
Vieni e siedi al mio fianco se mi ami
Non aver fretta di dirmi addio
Ma ricorda la Valle del Fiume Rosso
Ed il cowboy che ti amò veramente

Seth rimase immobile, seduto al suo posto, anche Koll fece altrettanto, nessuna parola, nemmeno un fiato mentre i loro sguardi non smettevano di annegare l'uno dentro l'altro.
Non pensi alla valle che stai lasciando
Oh quanto solitaria, quanto triste sarà?
Oh pensa all'affettuoso cuore che stai spezzando
Ed al dolore che mi stai causando

Non poteva essere una coincidenza, si disse il rosso, non poteva essere una scelta casuale, Koll sapeva i dolori del suo animo, li stava scoprendo e quella canzone era la prova, era un dono. Qualcosa che non poteva essere detto ma solo ascoltato nel silenzio di un locale deserto, fra degli sguardi intensi e intimi.
Quando tornerai alla tua casa sull'oceano
Non dimenticare mai quelle dolci ore
Che abbiamo trascorso nella Valle del Fiume Rosso
E all'amore che ci siamo scambiato coi fiori

I due si erano dichiarati amore senza neanche dire una parola, mentre la canzone volgeva al termine e Koll riprendeva nuovamente il suo posto, Seth capiva di essere stato toccato ancora una volta, tremendamente e intimamente.

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