Capitolo 1

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Settembre, se c'è un mese che odio è proprio questo. Non che l'estate appena trascorsa sia stata migliore, ma non mi sarei mai immaginata sarebbe andata a finire così. Solitamente il mese di Agosto lo passo in Sardegna con la mia famiglia e tutto quel giro di amici, il resto dell'estate invece tra una festa in piscina e l'altra, perché il caldo che fa qui a Milano è insopportabile, ma quest'anno niente di tutto questo. Già da inizio anno le cose tra i miei genitori non andavano affatto bene, ogni giorno a litigare per motivi che non sanno neanche loro, sarà che ad un certo punto l'amore tra due persone diventa una semplice routine: alzarsi ogni mattina, salutarsi a colazione, andare a lavoro e poi a fine giornata tornare a dormire nello stesso letto, con quella persona che 20 anni fa hai amato ed ora dai per scontato che la ritroverai sempre al tuo fianco ogni notte. Poi un giorno ti svegli e capisci che nel frattempo quella persona è cambiata e non ti va più bene, così inizia ad infastidirti ogni cosa che fa, da qui le liti per ogni minima cosa ed ora la separazione. In realtà non so se sia andata così, nonostante io abbia 18 anni non mi va di sapere cosa li ha spinti a questa decisione, so solo che da quando è finita la scuola ho passato a giorni alterni il tempo con mia madre e poi con mio padre, senza avere le 'mie' vacanze. Poi una settimana fa mio padre mi avvisa di aver chiesto ad ottenuto il trasferimento e che torneremo in Sicilia, a casa sua, perché non ha più motivo di restare a Milano. Ovviamente a me non pensa nessuno, mia mamma è troppo presa dal suo lavoro per capire che io vorrei restare con lei perché la mia vita, i miei amici sono qui, lei ha silentemente accettato che stessi con mio padre, in quale crede che sia meglio che io stia con lui, che mi farà bene il sole, che la Sicilia mi aiuterà a crescere e che sarà facile per me integrarmi e ricominciare la mia vita li.
Ed eccomi qui in aeroporto ad aspettare il volo per Palermo, osservo la gente che sta qui seduta al gate e mi chiedo come abbiano passato la loro estate, sicuramente meglio della mia, ci sono famiglie sorridenti di ritorno dalle vacanza, vari bambini iperattivi che spero di non ritrovarmi accanto in volo, e poi un gruppetto di amici tutti abbronzatissimi, avranno più o meno la mia età e saranno tornati da un viaggio, proprio come quello che io e le mie amiche avremmo dovuto fare per i nostri 18 anni, ma a cui io non ho potuto partecipare, ho solo ammirato le foto di loro tre a Santorini, mentre io stavo nella mia cameretta. Sono venute a salutarmi prima di partire con la promessa che ci saremmo viste per le vacanze di natale, non so come farò questi tre mesi senza di loro, tutti i pomeriggi passati a studiare a casa di Martina e le nostre serate sui Navigli, siamo sempre state perfette noi quattro insieme e le cose migliori dovevano ancora venire, quanti progetti per il nostro ultimo anno di liceo insieme, che però non passerò con loro, se continuo a pensarci mi metto a piangere.
Fortunatamente i miei pensieri vengono interrotti da quel gruppo di ragazzi, perché due di loro hanno iniziato a cantare una canzone come fossero sotto la doccia, non si rendono conto di essere in un luogo pubblico ed infastidire la gente? Beh d'altronde a guardarle si capisce che non sono proprio delle ragazze sistemate, chissà da dove vengono così conciate. Credo che una di loro, la bionda riccia, si sia proprio accorda che le stavo fissando con disgusto; cerco mio padre per far finta di niente, ma non lo trovo, dove sarà finito?! Guardo l'orologio e mi accorgo che sono già le 11.30 ed è iniziato l'imbarco, che faccio ancora seduta?
<Adele, tesoro alzati> ecco mio padre che mi chiama, era in coda e non me n'ero accorta.
<si papà, arrivo>.
Papà sembra così contento, come non lo vedevo da tempo, probabilmente a lui farà bene cambiare e tornare dov'è cresciuto, dove c'è anche la nonna, ma perché pensa che questo possa far bene anche a me?
Mi sorride e non voglio rovinare la sua felicità, allora forzo un sorriso per lui.
Suona il telefono, è un messaggio di Giulia che mi chiede come mi sento, è l'unica a sapere che la sera prima ho rimesso da quanta ansia e rabbia ho per questo trasferimento; rispondo che sto bene per non farla preoccupare, poi la chiamerò appena arrivata, parlarle mi farà sentire a casa.

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