PROLOGO

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"Mi hanno accettata!"
Ricordo che urlai la tipica frase che dice la maggior parte degli adolescenti pochi mesi dopo aver finito il liceo.
Da quel momento in poi posso affermare con certezza che la mia intera vita ha iniziato a prendere una nuova svolta, ho iniziato a sentire sensazioni che non avevo mai provato prima ma più di tutto scoprii cosa voleva dire avere davvero ansia per gli esami.
Ma in fin dei conti i miei anni da universitaria sono stati quasi tutti fantastici, certo, come nella vita di chiunque, anche nella mia ci sono stati giorni NO, ma se dovessi fare un riassunto di quegli anni sono certa che li descriverei in maniera positiva.
Ma soprattutto sottolineerei chi è riuscito a renderli tali:
Quel ragazzo biondo del secondo anno, che al mio anno da matricola mi rubó il cuore e se lo tenne per sempre, Neels Visser.
Quando stavamo insieme era come se il tempo si congelasse, mi sentivo fortunata a credere che la mia vita fosse così perfetta e lo ringraziai più di una volta per avermi donato esperienze indimenticabili.
Ora purtroppo non mi riferisco solo a quelle belle.
Tutto andava magnificamente, lui stava per diplomarsi, vivevamo insieme nel nostro appartamento poco distante dalla scuola ed eravamo felici, fino a che lui mise fine a tutto sparendo nel cuore della notte lasciandomi solo con un post-it attaccato al frigo.
Fu devastante, e da quel momento in poi mi sentii a pezzi per un bel po di tempo.
Mia madre lo diceva sempre, "non legarti troppo ai ragazzi, ma soprattutto non dipendere mai da qualcuno", ma oramai era tardi, lui era giá dentro di me e io lo amavo così tanto da non riuscire a scacciarlo...
Non mi disse dove stesse andando e men che meno mi diede una spiegazione in quel dannato post-it.
La notte dormivo poco e se mi addormentavo molto probabilmente qualche ora dopo mi svegliavo in preda a un incubo, è così successe per molto tempo, fino a che riuscii ad accettare quasi del tutto il suo abbandono, accettare il fatto che non gli importava e non gli era mai importato niente di me.
Ci sono momenti in cui ci penso, sono passati sette anni, ma a volte lo faccio, immagino come sarebbe tutto se lui fosse rimasto.
Per mia fortuna questi momenti non sono soliti durare molto.
Più che altro obbligo me stessa a non pensarci più
Tra i miei pensieri oramai ho il diritto di esserci solo io e le cose che mi riguardano, come la promozione appena ricevuta a New York per lavorare come psicologa della Scuola elementare più prestigiosa del centro.
Mi dispiace Neels Visser, ma hai perso il tuo posto.

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