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Il ragazzino ci guarda senza fiatare per qualche secondo.

-Bellissima coppia complimenti- farfuglia velocemente per poi scappare letteralmente via.

Resto sola con il riccio che a quanto pare si chiama Niccolò.
Bel nome.

C'è uno strano silenzio, la musica è assordante, ma lui non dice niente.
Forse dovrei parlare io.
Forse dovrei ringraziarlo.
E poi andarmene.

Anzi forse è meglio se me ne vado e basta.
Ma no, così sembrerei maleducata.

-Grazie comunque..- sussurro tra una paranoia e l'altra.

Il riccio tira la testa indietro fino a farla aderire al divanetto, mi metto a fissare il suo collo, ad un certo punto i nostri sguardi si incontrano.

-Figurati- risponde secco mantenendo il contatto visivo, che diventa fin troppo intenso, tanto che abbasso lo sguardo imbarazzata.

Faccio per andarmene ma poi sento la sua voce dietro di me.

-Non sarò il tuo ragazzo ma sono sempre Niccolò- si presenta così e sorrido appena.

-Io invece sono Caterina- dico girandomi verso di lui.

Lo squadro completamente, ha una camicia bianca un po' sbottonata, un cespuglio in testa e dei pantaloni di un blu scuro.
Sorride a sua volta.
Ha dei bei denti, sembrerà strano ma ho un debole per i ragazzi con i denti perfetti.

-Ti stai annoiando?- mi chiede con uno sguardo languido.

Deglutisco.
-Un po'- rispondo guardandomi intorno intimidita.

Il riccio si alza e mi prende per mano, trascinandomi con sé.

Resto spiazzata dal gesto e specialmente dalla confidenza con cui lo fa.

Andiamo da un ragazzo muscoloso e apparentemente incazzato per poi chiedergli delle chiavi.
Penso sia uno della sicurezza.

-Che vuoi fare?- gli chiedo quasi spaventata.

-Vedrai- sussurra mettendosi le chiavi in tasca e facendosi spazio tra le persone.

Cerco Martina con lo sguardo, non la vedo, vedo solo gli amici di Lorenzo, ubriachi marci, alcuni ballano andando addosso ad alcune ragazze, poverini.

Raggiungiamo una tenda rossa, Niccolò la scosta e vedo che c'è una porta di legno, molto antica, il riccio tira fuori le chiavi e la apre.

Si mette dietro di me e mi invita ad entrare.

C'è una scalinata, chissà dove porta.
Anzi, preferisco non saperlo.

-Col cazzo che ci entro- sbotto.

-Ah fidati di me- sbuffa passandosi una mano fra i capelli.

-Attento che magari non riesci più a tirarla fuori- sussurro acida guardando quella specie di nido per uccelli che ha in testa.

Lui non se la prende, ma sorride e i suoi occhi brillano leggermente, è inteso.

-Simpatica- mi dice guardandomi le scarpe.

-Ti consiglio di togliere i tacchi- ribatte subito dopo.

-No- sbuffo.

-Vuoi collaborare o devo fare tutto io?- mi chiede.

Scrollo le spalle.

-Come vuoi..- sussurra per poi abbassarsi e sollevarmi.

Sgrano gli occhi basita.

-Ma che vuoi farmi? Aiuto!!!- urlo ma nessuno mi sente o mi considera.

-Ho caldo- sussurra al mio orecchio per poi chiudere la porta dietro di sé.

-Dillo, sei un maniaco, vero? Vero?!- strillo scalciando.

Niccolò ride di gusto.

-Ma no, stai tranquilla- mi rassicura salendo le scale.

Mi metto a fissare il suo profilo, i suoi capelli, il suoi occhi scuri, le sue ciglia incurvate e lunghe.
Poi comincio a farmi mille domande e vengo letteralmente presa dal panico.

-Lo sapevo io che non sarei dovuta uscire e invece no, esci Caterina, ma sì Caterina vai e rovinati la vita, esci Caterina esci!!- urlo parlando con me stessa e divincolandomi.

-Cosa c'era nel tuo drink?- mi chiede ironicamente ad un certo punto continuando a salire le scale.

Non rispondo, smetto anche di opporre resistenza.

-Ma sì se vuoi ammazzami pure, tanto ho una vita di merda- dico dopo un po'.

Sorride subito e noto che si ferma, sussurra un "eccoci" e vedo che siamo arrivati nel punto più alto della villa.

Sono talmente irritata e sconfortata che non mi rendo nemmeno conto di aver appoggiato la testa sul suo petto durante tutta la scalinata.
Lui non sembra infastidito anzi, sento la sua presa farsi leggermente più forte.

Mi allontano da lui e mi guardo intorno.

-Eh quindi?- gli chiedo.

-A quanto vedo non sei molto romantica- borbotta confuso.

Alzo le sopracciglia e non rispondo nemmeno.

-Non vedi la vista che c'è qui?- mi chiede affacciandosi.

Resto ferma dove sono.

-E dai avvicinati, non ti mangio mica- mormora guardando davanti a sé.

Vado accanto a lui e devo ammettere che la vista è davvero stupenda. Si vede il mare, così calmo e così blu, meraviglioso.

-Starei qui tutta la serata ma ho freddo e ho sete- sbuffo cercando di rovinare l'atmosfera.

-Lì abbiamo tutto quello che ci serve- mi dice girandosi indietro per poi indicarmi un divanetto e degli alcolici.

-Organizzi questa cosa ogni volta che una ragazza ti parla?- lo perculo.

Ride, divertito dal mio atteggiamento.

-Ma non è che sei fidanzata per davvero?- mi chiede con un velo di ironia.

Alzo le spalle.

-Faccio l'amore con la sfiga tutti i giorni- rispondo.

-Dev'essere intenso, ti ci vedo sai..- azzarda allontanandosi da me per poi andare a sedersi sul divanetto.

Lo guardo senza dire niente, in genere non mi espongo mai con i ragazzi ma mi diverto a rispondergli male, è stimolante.

-Miraccomando non ti avvicinare a me perché sono pericoloso, non vedi che faccia da duro ho? Non sono uno affidabile!- esclama prendendomi in giro.

Sorrido appena, lui fa lo stesso, è davvero molto carino. E quella camicia gli sta dannatamente bene.

-Cretino- ribatto esasperata per poi sedermi accanto a lui.

Ci conosciamo da dieci minuti e abbiamo una tale confidenza come se ci conoscessimo da dieci anni.

Mi fissa con gli occhi sgranati, fingendosi sorpreso.

-Non guardarmi così- borbotto con lo sguardo basso e strofinandomi le braccia con le mani continuamente.

Subito dopo Niccolò fa uno scatto indietro e prende una coperta e si copre le spalle per poi rivolgermi un'occhiata di sfida.
Solleva leggermente un braccio con parte della coperta verso di me, come se mi volesse invitarmi ad avvicinarmi a lui.






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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 10, 2017 ⏰

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