La Vigilia

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La Sala Comune di Serpreverde era silenziosa. Come tutti gli anni la sala era addobbata, piena di ghirlande, un grande albero di Natale e una dolce neve incantata cadeva silenziosamente senza posarsi a terra.

Quasi tutti gli studenti erano tornati a casa per le vacanze, ma quell'anno, anche lui, Draco Malfoy, era rimasto ad Hogwarts, per adempiere ai suoi compiti. Il ragazzo era seduto su una delle poltrone nere, con lo sguardo puntato verso un fuoco scoppiettante che in realtà non vedeva, intento com'era a pensare. Affianco a lui dei libri, babbani e non, giacevano abbandonati, alcuni con una striscia di carta tra le pagine, altri chiusi e riposti ordinatamente.

Draco pensava. Era solo, e come sempre mai veramente solo. Un macigno pesava sul suo cuore, un macigno ogni giorno più grande e più pesante.

Il flusso impetuoso dei suoi pensieri venne interrotto da un fruscio di ali. Il maestoso gufo della famiglia Malfoy volava nella Sala Comune, in attesa di Draco e di qualche biscotto.

Controvoglia il biondo lasciò il suo posto e prese l'elegante lettera dal becco del rapace, lasciando cadere sul tavolo alcuni biscotti.

La lettera era chiusa con un sobrio ed elegante sigillo in cera lacca verde. La fine calligrafia sulla busta apparteneva a Narcissa Malfoy, che da quando aveva saputo che l'amato figlio sarebbe rimasto a scuola per Natale, gli scriveva quasi ogni giorno.

Draco aprì la busta.

Caro Draco,
Come stai? Spero che ad Hogwarts le cose vadano bene. Tuo padre mi ha chiesto di te, ha detto che vuole essere orgoglioso del suo unico figlio e di colui che porta il suo nome.
Mi dispiace doverlo contraddire, figlio mio, ma voglio che tu rinunci al tuo incarico. So quali potrebbero essere le conseguenze, ma so anche cosa succederebbe se tu lo facessi. Quello che ti hanno chiesto è terribile, Draco, ma voglio che tu sia forte e che lasci stare questo orribile impiccio, assolutamente increscioso per un ragazzo della tua età.
Il Manor sarà ancora più vuoto quest'anno. Mancheranno le tue richieste e il tuo profumo al limone, le tue liti con tuo padre. Mi mancherai tanto, Draco tesoro.
Mi piacerebbe che tu tornassi, figliolo.
Domani ti manderò un'altra lettera, ma se dovesse arrivare tardi,
Buon Natale, tesoro.
                                          Con affetto,  
                                                     Mamma.

Draco richiuse la busta. Avrebbe risposto dopo. Salì in dormitorio e ripose la busta nel suo baule.

Quando tornò in Sala Comune trovò Tiger e Goyle, i suoi due "amici" Serpeverde che lo aspettavano.
-Tiger, Goyle- salutò stancamente e con voce lenta.
Il ragazzo tornò sulla poltrona, rannicchiando le lunghe gambe.
I due Serpeverde si guardarono e, contemporaneamente, sedettero sul divano.
Il silenzio avvolgeva la Sala, l'unico rumore proveniva dal camino scoppiettante.

-Draco, domani ci sarà un banchetto di Natale, in Sala Grande... vorresti venire con noi?- chiese lentamente Goyle.
Draco aprì gli occhi e li puntò in quelli del ragazzo affianco a lui.
-Goyle- iniziò con voce sprezzante -sai benissimo che non posso permettermi distrazioni. Questo inutile banchetto sarebbe solo una altrettanto inutile interruzione del mio lavoro.- Draco muoveva freneticamente le mani nell'aria, come se volesse ferirla.

Goyle era abituato al comportamento burbero del biondo, ma sperava, in un certo senso, in una redenzione natalizia. Conosceva i compiti che gli erano stati assegnati e sapeva che non avrebbe rinunciato, ma la delusione in lui c'era ed era evidente.
-D'accordo.- disse semplicemente abbandonando la stanza.

-Se dovessi ripensarci...- provò a dire Tiger.
-Non ci ripenserò, Tiger. Ora vattene!

Il biondo era di nuovo solo. Il silenzio era diventato assordante, non riusciva a sopportarlo e, senza pensarci, abbandonò la stanza.

Vagava per i corridoi, finché non decise di andare in biblioteca, doveva distrarsi e quello era l'unico luogo dove poteva essere qualcun altro senza essere giudicato o disprezzato.

Camminava tra le fila di libri, dagli incantesimi alle fiabe, in quei corridoi c'era qualsiasi cosa.
Mentre attraversava uno dei viali del sapere della biblioteca, vide un massa di lunghi capelli ricci che saltava per raggiungere uno dei volumi. Lui si accostò alla ragazza e, senza alcuna esitazione, prese il libro e si incamminò verso l'uscita.
-Ehi, quello serve a me.- disse una voce squillante. Lui la ignorò.
-Malfoy, torna immediatamente qui! Esigo che tu mi dia quel libro!
Draco si fermò e, senza neanche voltarsi disse:
-Non mi interessa cosa ti serve, Granger. Io ho preso questo libro e io lo leggerò.
-Malfoy! Malfoy, per mille Puffole! Ti ordino di tornare qui!
Ma Draco era già lontano, sia col corpo, sia con la mente.

Draco tornò in dormitorio e, in poche ore era già in un mondo onirico, fatto di tranquillità e pace...
Tranquillità e pace che  vennero spezzate da uno stridente rumore di catene strisciate sul pavimento.
Draco riemerse dal suo sogno e, in un gesto di grandissimo coraggio (in fondo non era un Grifondoro), si nascose sotto le coperte, col cuscino sulla testa e la bacchetta, afferrata dal suo comodino, in mano.
-Chi è là?- iniziò ad urlare il ragazzo.
Come risposta ricevette suoni gutturali e sinistri.
Lo strisciare delle catene era sempre più vicino.
-DRACO!- urlò una voce fredda.
-CHI SEI?- il ragazzo era ormai terrorizzato.
-Vieni fuori, Draco. Non ti voglio fare del male, ragazzo.
-E chi me lo garantisce?
-Ti do la mia parola d'onore.
Il ragazzo tirò la testa fuori dal suo bozzolo di coperte.
Quello che vide fu oltremodo scioccante per il biondo.
Il fantasma di suo nonno, deceduto pochi anni prima, era di fronte a lui e, abbandonate lungo i suoi fianchi, lunghe e pesanti catene. Per lo spavento, Draco faceva fatica a riconoscerlo e chiese:
-C-chi sei?
-Chiedimi piuttosto chi sono stato.
-D'accordo... chi sei stato?
-In vita sono stato Abraxas Malfoy, tuo nonno.
-N-nonno?
-Draco, figliuolo, quanto tempo è passato...
-Perché è qui, signore?
-Per metterti in guardia. Vedi queste catene Draco? Queste catene le ho forgiate io, anello dopo anello, metro dopo metro. Con le mie azioni in vita ho contribuito alla mia dannazione in morte. Potrebbe sembrare strano detto da me, un orribile egoista, un crudele sfruttatore e un uomo che nella sua vita non ha fatto altro che male. Se le mie catene sono così grandi e così pesanti, sta attento, caro nipote, le tue lo saranno molto di più. Fai attenzione Draco, hai ancora una possibilità. Questa notte ti faranno visita altri tre fantasmi. Ognuno di loro ti aiuterà a capire e a fare del tuo meglio per salvarti, nipote. Ascoltali con attenzione, Draco. Il primo arriverà appena le campane batteranno l'una. Gli altri due appariranno subito dopo.

Pronunciate queste parole, il fantasma svanì in una nebbia argentata, lasciando nella mente del giovane Serpeverde il cupo rimbombo della sua voce e il cigolante stridere delle catene.

Canto di Natale |Draco Malfoy- Harry Potter version|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora