E' mattina,il gallo canta quieto nella sua casuccia di paglia accuratamente costruita dai contadini che lavorano il nostro orto. Mi chiedo il motivo del perché nessuno mi abbia svegliato. Solitamente la mamma mi getta un secchio d'acqua sulla testa per ricordarmi i miei obblighi canonici di andare a scuola. Non sono una bambina dalle pretese troppo esagerate, non sono nemmeno una bambina troppo viziata. A quello ci pensa la mia sorellina Elisabetta. Dovreste vedere come si atteggia quando ha addosso quei tappeti che lei e mia mamma chiamano ''gonne''. Davvero,se fossi in lei non uscirei nemmeno di casa per la vergogna. Sono dell'idea che abiti troppo eccentrici siano solo per le ragazzine che vogliono farsi notare. E lei è proprio questo,una di quelle ragazze, e a me dà proprio fastidio questo atteggiamento da superiore. Dopo aver fatto una ragionevole considerazione sul da farsi di questa mattina, ovvero come dovró acconciare le mie bambole, decido che è il momento di alzarsi, con fare veloce sposto le lenzuola candide dal pizzo azzurrino e mi alzo ciabattando fino allo specchio. Quello che vedo è semplicemente orrendo. Passo le dita in mezzo ai capelli per sbrogliare i nodi accumulati durante la notte mentre faccio una smorfia con le labbra seguite dagli occhi che si corrucciano. Appena capisco che ogni mio sforzo è completamente inutile, mi precipito a prendere la spazzola che stava accuratamente posizionata alla mia portata, e porto i capelli all'indietro dando delle spazzolate veloci e decise. A lavoro concluso,oltre ad essere perfettamente ordinati,apparivano anche piu' luccicanti. Sono convinta che la mia mamma sarà entusiasta di me. A proposito,dove sarà mai? Apro la porta in legno bianco stringendo il pomello di ceramica lucida e decorata con dei fiorellini in vernice e scendo lentamente le scale afferrando il passante anche esso in legno. Arrivato all'ultimo gradino,per sentirmi piu' brava salto a piedi pari facendo un tonfo sul parquet. Successivamente vado in cucina a guardare se c'era mamma e invece chi trovo? La sig.na Mc.Granit intenta a lavare il lavello con una spugnetta gialla e verde. Mi fermo di colpo davanti alla porta e faccio dei piccoli passi indietro sperando che non fossi stata né vista, né sentita.
<< Ce ne hai messo di tempo per svegliarti,eh? >> Dice la donna senza rivolgermi lo sguardo e continuando a pulire i piatti e bicchieri vari. Come aveva fatto a vedermi? ''per me quella donna ha gli occhi anche dietro!''
<< E-ehm,avevo fatto tardi ieri sera,stavo...pettinando le bambole! >> affermo ingoiando la saliva, se c'era una cosa che sapeva fare bene quella donna era mettermi paura.
<< Se fossi stata in tua madre ti avrei punito. Non è giusto e nemmeno corretto che tu dorma per poco tempo sigorina! >> dice in tono severo e autoritario. ''infatti, mia mamma è mia mamma,e tu sei tu!''
<< Mi sembra il caso di dire che tu e lei siete due persone distinte e separate. >> contraccambio la battuta portandomi con la mano un ciuffo di capelli ribelli dietro l'orecchio.
<< Ovviamente signorina, non voglio prendere il posto di sua madre.. >> si volta verso di me con aria severa, e come sempre impassibile. Non capisco proprio come faceva a non riuscire a espiremere un minimo di emozione o senzazione. Non riuscivo proprio a capire cosa pensava in quella sua testa. Ma forse non volevo saperlo io, soluzione piu' plausibile. << come lei ben sa',signorina, sono un amante dell'ordine e dell'educazione. Percio' io trovo inammissibile che una bambina come lei stia fino a tardi usando il cervello in modo improprio >> ''ah, ora giocare con le bambole è improprio? Davvero non capisco,cosa vorrà da me? Ogni ora che passa mi stà sempre piu' antipatica. ''
<< Beh,mia madre pensa proprio che sia un attività ricreativa molto bella da praticare! >> '' se la sentissero le mie bambole la prenderebbero di certo a calci. Okkey,forse sto' leggermente esagerando. ''
<< Allora non facciamole cambiare idea! >> Sbuffa lei voltandosi di nuovo a lavare quegli stupidi piatti.
<< Desidero la colazione,sig.na Mc.Granit! >> affermo io sedendomi composta sulla sedia che accostava il bordo del tavolo in legno. << Latte non troppo caldo e con tre biscottini fatti in casa e senza cioccolato grazie! >> ''spero che non sia maldestra come mia mamma !'' dice la mia vocina interiore. Oh,era da un po' che non la sentivo. La pausa a quanto pare non era stata solo per me.
<< Lei è una ragazzina dalle troppe pretese! >> conclude la donna in nero continuando a lavare i piatti. << Ma essendo sua servitrice farò come lei comanda. >>
''Secondo me,questa donna è venuta per rovinarmi la vita. Ma come si permette? Avrebbe bisogno di un po' di educazione. Ora lo dirò alla mamma appena arriva.'' Non mi piace proprio questa donna,non so' se si è capito.
<< Grazie. >> mi limito a rispondere io. Ciò che odio di piu' al mondo sono le litigate con le persone. E poi,non mi abbasserò di certo ai suoi livelli. IO, MARIA, UNA RAGAZZA DALLE TROPPE PRETESE? No,davvero! Dovrò farle conoscere Elisabetta, poi vediamo chi fa i capricci. Credo soltanto che fra me e questa donna non correrà buona intesa. E spero che se ne vada via subito.