Ignis et Aqua

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Ignis et aqua





Distretto 12,
villaggio dei vincitori,
Primrose Everdeen.


-Riposati, sto io con lui-
Sento chiaramente la voce di Peeta rivolgersi a mia sorella.
Rimango in bilico con un piede sul pianerottolo e uno sull'ultimo scalino.
Katniss ha vegliato tutta la notte su Gale.
Ho deciso di alzarmi dal letto per darle il cambio, ma Peeta è stato più veloce di me. Forse anche più persuasivo, a me non lo avrebbe mai permesso.
Percepisco un rumore di passi e capisco che Katniss si sta dirigendo verso le scale. Veloce e silenziosa risalgo gli scalini fino alla nostra stanza, lancio le pantofole ai piedi del letto e mi infilo sotto le coperte. A questo punto non mi va di darle spiegazioni e di crearle pensieri.
Attendo che anche lei si sdrai nel letto, accanto al mio. Solo quando sento il suo respiro farsi più pesante decido di rialzarmi ed andare al piano di sotto.
-Cosa ci fai in piedi?- Mi chiede Peeta,stupito di vedermi.
-Vengo a darti il cambio- rispondo semplicemente.
-Non ce n'è bisogno, sono appena arrivato- mi sorride.
-Sapevo che me lo avresti detto- faccio spallucce -Ti farò compagnia- aggiungo, prendendo uno sgabello e avvicinandomi al tavolo su cui Gale è sdraiato.
Prima di sedermi controllo le sua ferite, i tagli più superficiali hanno già iniziato a cicatrizzarsi, mentre quelli più profondi sono ancora di un color rosso scarlatto. Freno l'istinto di prendere altro unguento e di spalmarglielo sulle parti lesionate. Sposto lo sguardo sul suo viso: gli occhi sono finalmente chiusi e rilassati, probabilmente è ancora sotto l'effetto della morfina e toccargli le ferite potrebbe svegliarlo.
-Sei stata bravissima oggi- Peeta interrompe i miei pensieri –Sei stata ferma, decisa, non hai tentennato un secondo. Sei una guaritrice nata- mi sorride di nuovo.
-Come fai?- gli chiedo d'un tratto.
-Cosa?- mi chiede incuriosito.
-Te ne stai qui, a vegliare sul ragazzo che vuole portarti via Katniss, come se niente fosse-
Lo vedo immobilizzarsi per qualche secondo, spiazzato. Inclina la testa di lato e poi sorride ancora.
-Diciamo che lo faccio per lo stesso motivo per cui tu ti sei alzata dal letto, nel cuore della notte-
Ora sono io a restare immobile e spiazzata. Sbatto qualche volta le palpebre cercando di fare mente locale.
-Non nego che Gale sia il ragazzo che temo di più al mondo e per cui non nutro il massimo della simpatia, ma avevo premura che tua sorella riposasse un po' dopo questa giornata- mi dice poi.
Tiro un sospiro di sollievo, per un attimo ho temuto che Peeta si fosse accorto di qualcosa.
-L'amore per tua sorella mi ha spinto a fare questo- aggiunge, –Immagino che anche per te l'amore sia la motivazione-
Nell'arco di qualche decimo di secondo le mie guance si accendono di un rosso innaturale.
Distolgo lo sguardo dal suo con fare nervoso.
Il silenzio cala fra noi due e ringrazio il cielo che lui non dica nient'altro.
Un mugugno da parte di Gale attira la nostra attenzione. Il viso, prima rilassato, si contrae ora in una smorfia di dolore.
-Io vado a dormire, allora- dice Peeta alzandosi dalla sedia –Gale è in ottime mani, so che saprai dargli le migliori cure possibili- mi sorride ancora, sta volta in modo sghembo.
Non rispondo alla frase provocatoria, fingendo di non cogliere il doppio senso che malamente nasconde.
Mi alzo per accompagnarlo alla porta, ma lui mi ferma con un gesto della mano e dicendomi che può trovare da solo la strada per uscire.
Ci salutiamo e in pochi secondi rimango da sola con Gale.
-Katniss - lo sento sussurrare.
Lo guardo in volto, tiene gli occhi aperti con difficoltà.
-Ho lasciato che Katniss andasse a riposare- gli dico, portandomi davanti a lui.
- Prim - sbatte le palpebre più volte, probabilmente per mettermi meglio a fuoco.
Un altro gemito esce dalle sua labbra.
Mi decido a prendere l'unguento dallo scaffale dei medicinali, intenta a lenire i dolori per le ferite sulla schiena.
La pelle arrossata e leggermente insanguinata scotta sotto il tocco delle mie dita.
-Questo ti darà presto sollievo, e se non dovesse bastare potrò farti un'iniezione di morfina fra poco più di un'ora- cerco di rassicurarlo.
Sento i suoi muscoli tesi sotto le mie mani. D'un tratto mi rendo conto che non mi trovo da sola con lui da quando Katniss è tornata da Capitol, dopo la fine degli Hunger Games.
Le chiacchierate fra noi erano all'ordine del giorno, Gale si curava che a mia madre e me non mancasse mai da mangiare, rimaneva spesso con noi dopo il turno in miniera.
- Grazie - lo sento dire in un sussurro.
- Lo avrei fatto per chiunque – dico un po' distaccata.
- Prim, vorrei chiederti scusa per... -
- Ti prego, non ce n'è bisogno- lo fermo, prima che possa andare oltre. L'imbarazzo è tale che sento le orecchie andarmi a fuoco. So dove vuole arrivare, ma preferisco non ricordare.

Quella mattina la rugiada era ancora fresca sui fili d'erba del giardinetto dietro casa.
Katniss e Peeta avevano vinto gli Hunger Games ed erano ormai sul treno di ritorno per il Distretto 12.
Uscii presto per mungere Lady e preparare una colazione sostanziosa per la mamma e per Gale, che sarebbe arrivato di lì a poco, tornando dalla caccia, prima di andare in miniera a lavorare.
Lady se ne stava tranquilla a brucare l'erba, tanto che neanche si degnò di alzare lo sguardo su di me, sentendomi arrivare.
-Buongiorno signorina- le dissi allegra – Scusa se ti disturbo, ma mi servirebbe un po' del tuo latte- aggiunsi, carezzandole la schiena.
La capretta si limitò a belare, quasi in segno di consenso.
-Sai Lady, Katniss sta tornando a casa!- esultai con gioia mentre iniziavo a mungerla – Sono così contenta!Anche se questo vorrà dire che Gale non sarà così spesso a casa nostra. È stato davvero gentile a prendersi cura di noi per tutto questo tempo- Arrossii a quel pensiero –Mi piace Lady...davvero tanto!-
Era la prima volta che ammettevo a me stessa che Gale mi aveva rubato il cuore, con tutte le sue attenzioni e le sue premure, poi era bello, oltre ogni dire.
Finii di raccogliere il latte necessario alla colazione, ringraziai Lady per la sua generosità e rientrai in casa.
Un vociare attirò la mia attenzione.
-Grazie Gale- mia madre stava parlando con il ragazzo.
Mi affacciai quel poco che bastava oltre lo stipite della porta che separava l'ingresso del retro dal salone per riuscire a vedere qualcosa.
Gale aveva poggiato sul tavolo due grossi fagiani ed un coniglio.
-Non si preoccupi, mi sento in dovere verso di voi, è stata una promessa che ho fatto a Katniss prima di partire-
-È grande l'amore che provi per lei- gli disse mia madre e il mio cuore perse un colpo.
Gale serrò la mascella e poi rispose –Sì, e non le nascondo che è solo per lei che faccio tutto questo-
Lui amava mia sorella e io non me ne ero resa conto.
In quel momento mi sentii come tradita. Nella mia ingenuità avevo creduto, sperato che le attenzioni che Gale mi riservava fossero sincere, vere, esclusivamente per me e non il risultato di una devozione nei confronti di mia sorella.
Sentii i miei occhi riempirsi di lacrime.
-Sei un caro ragazzo, vedrai che Katniss terrà conto di questo-
Gale le sorrise, sincero e speranzoso.
-Dov'è Prim?- chiese poi a mia madre.
-È fuori a mungere Lady, puoi andare a chiamarla tu? Così prepariamo la colazione prima che tu vada a lavorare. Io intanto apparecchio la tavola-
Mi ritrassi subito alla loro potenziale vista e tornai fuori, nel cortile dove c'era Lady.
Posizionai il secchio con il latte sotto la capra e mi asciugai velocemente le lacrime sulle guance.
-Ciao Prim!- lo sentii salutarmi.
Mi sentivo arrabbiata, e lo salutai a mezza bocca.
Lui se ne accorse, infatti si portò vicinissimo a me.
-Ehi piccola, cos'hai?- mi chiese incuriosito.
-Niente in particolare- risposi secca, guardandolo in faccia.
Vidi la sua espressione cambiare repentinamente, probabilmente per aver notato i miei occhi arrossati.
-Prim, che ti prende? Mi fai preoccupare-
-Perché dovresti? – gli chiesi stizzita.
-Che vuol dire 'perché dovrei'?-
-Non sapresti cosa raccontare a mia sorella quando torna?- gli chiesi, alzandomi dallo sgabello su cui mi trovavo.
-Cosa stai dicendo? Non riesco a capire!- mi chiese spazientito.
-Non credevo di essere soltanto un mezzo per guadagnarti la sua stima! Pensavo che mi volessi bene! Veramente!- alzai notevolmente il tono della voce.
Gale rimase spiazzato dalla mia reazione.
-Mi dispiace, Gale, ma non mi presterò mai più ad essere uno strumento di conquista. Trovati un altro modo per far innamorare Katniss- detto questo, girai i tacchi e me ne andai verso il centro della città. Non avevo più voglia di stare lì, né tantomeno di rientrare in casa e dare spiegazioni a mia madre, che sicuramente mi aveva sentito urlare.



Gale cerca di alzarsi dal tavolo con uno sforzo immane, provo a convincerlo a rimanere giù, ma le mie proteste non hanno nessun effetto su di lui. Alcune ferite sulla sua schiena si aprono di nuovo, per via della tensione muscolare e della pelle.
-Fermati! Non senti che le ferite si stanno aprendo di nuovo?- Lo rimprovero spazientita.
Come se nulla fosse, si mette seduto sul bordo del tavolo, barcollando un pochino, probabilmente ancora sotto l'effetto dell'ultimo strascico di morfina.
Non ancora molto stabile, il suo corpo cede e cade in avanti. Mi sporgo istintivamente verso di lui per impedirgli di cadere rovinosamente a terra, ma cedo anche io sotto il suo ingente peso.
Ci ritroviamo così, stesi sul pavimento, cerco di divincolarmi, di sgattaiolare via da sotto di lui, ma mi rendo conto che le braccia di Gale sono serrate intorno a me.
-Ti voglio bene – mi dice sussurrando – Lo sai che tengo a te-
-Ci tieni solamente perché è stata Katniss a chiederti di prenderti cura di me- gli rispondo, questa volta la mia voce risulta spezzata dal groppo che sta salendo su per la mia gola.
La stretta intorno al mio corpo si allenta e mi rendo conto di aver fatto di nuovo colpo con le mie parole, proprio come quel giorno.
Appena mi sento più libera mi divincolo e mi alzo da terra.
-Ti aiuto ad alzarti- dico poi, passando le mia braccia sotto le sue ascelle. Gale non oppone resistenza, anzi, assecondando i miei movimenti, si rimette sdraiato sul tavolo.
Sento dei passi veloci arrivare dalle scale e poco dopo vedo giungere Katniss, trafilata per la corsa.
-Che succede?- chiede preoccupata.
-Gale ha cercato di alzarsi- le dico senza guardarla, mentre mi limito ad asciugargli le feritesanguinanti e a passargli di nuovo l'unguento.
Mia sorella mi guarda per un attimo, perplessa.
-Dov'è Peeta?- mi chiede.
Sento chiaramente i nervi di Gale tendersi per il nervoso.
-L'ho mandato a casa, non mi sembrava carino farlo stare qui, se potevo farlo io – lancio una frecciatina e quasi non me ne rendo conto. Alzo lo sguardo su Katniss e le allungo il barattolino con l'unguento che ho in mano.
-Se dovesse peggiorare chiamami, verrò a fargli una puntura di morfina – Le dico poi e me ne vado senza voltarmi.
Salgo le scale velocemente e so di aver lasciato mia sorella perplessa per il mio comportamento, ma probabilmente domani non se lo ricorderà, impegnata com'è a sgrovigliare i pensieri confusi nel suo cuore.




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