Capitolo 1

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Non so che cosa unisca le
parti dell'atomo,
ma a legare gli esseri umani
sembra sia il dolore.
(Andrew Sean Greer)

POV FEDERICA

Sono qui già da quattro giorni e di certo non sto rendendo la situazione facile a nessuno.
Vedo entrare un' infermiera, forse l'unica con cui riesco a scambiare due parole.

"Federica, va da lui, per favore. È nervoso, sono quattro giorni che ti chiudi qui e non esci".

Guardo Clara, così si chiama l'infermiera.

"Puoi dire a Paolo, che mi farò aiutare a patto che lui ogni giorno mi faccia parlare con mio figlio. Ma no tramite telefono. Voglio un computer ed una connessione internet per vederlo su Skype. Sono quattro giorni che non lo vedo. Ho bisogno di sentire la voce del mio bambino, e vedere il suo viso".

Lei annuisce e va via.
Mi stendo nuovamente sul letto e accendo la televisione, almeno questa c'è.
Attivo Sky e decido di vedermi una maratona di film, come da quattro giorni a questa parte, non ho intenzione di dare soddisfazione a Paolo, le regole del gioco le faccio io.

Solo in serata vedo entrare Paolo con un I pad tra le mani, anche se la sua faccia non promette nulla di buono.

"Tu, stai rendendo il mio lavoro difficile".

"Allora?"

Sbuffa. "Tutti i giorni a partire da domani, sull'iPad alle quattro si attiverà la connessione internet? e tu avrai mezz'ora per parlare con tuo figlio".

"Mezz'ora? Devi darmi la possibilità di parlare almeno per un'ora con lui".

"Senti principessa, faccio questo che sei tu, se no con il binocolo vedresti tuo figlio, e cerca di tenere per te questa cosa. Avrai la connessione internet solo per mezz'ora, conosco le tue amicizie minimo ti fai venire a prendere".

"Eh tu Paolo non frequenti più quelle amicizie?"

"Ti piaceva quel mondo vero Federica?"

"Lo adoravo, fino a quando lei non è morta".

"Eravate delle bambine. Tu e Alessia eravate solo delle bambine".

"E a voi piaceva giocare con le bambine. Se mio fratello scopre il nostro passato, sai che sei un uomo morto vero?"

"Avevi solo 14 anni".

"E tu ne avevi 23 anni, Paolo".

"Federica mi maledico ogni giorno di aver fatto conoscere a te e ad Alessia quelle persone, ma ti avevo detto di starne lontana, invece no, a voi piaceva e non ho potuto aiutarvi nemmeno io".

"Lo so".

"A quanti anni hai avuto il bambino?"

"Avevo diciassette anni, quasi diciotto. Un anno e mezzo dopo che lei è morta. Perché quando nomino Alessia, eviti il mio sguardo Paolo?"

"Niente, ma quando tornerà Gabriele lui ti parlerà e forse tu riuscirai in parte ad andare avanti. Non ho intenzione di lavorare molto sul passato, voglio solo aiutarti a farti capire che non sei stata tu la causa dell'incidente".

"Sono sempre io la causa. La mia migliore amica è morta solo a 16 anni, perché io l'ho fatta entrare nel vostro giro. Gabriele per poco non finiva in carcere per proteggermi, e tu ora sei qui come se il passato non ti appartenesse . Mio figlio, lui è l'unica cosa buona della vita mia".

"Federica, avevamo soldi e poi c'erano le feste, la droga, gli incontri clandestini, a noi era tutto concesso, ma quando ho visto che a te piaceva stare lì ho cercato di farti uscire da quel mondo ma non ci sono riuscito. Dopo la morte di Alessia, ho costretto la mia famiglia ad allontanarsi. Con la morte di Alessia quel giro si è chiuso. Il tuo nome e quello della tua amica non è mai uscito. Come vi facevate chiamare?"

"Lia e Lea. Quando voi siete andati via, quel giro non si è chiuso per sempre, ne ho fatto parte un altro po' ma poi ho scoperto di essere incinta".

"Nessuno a parte quelli che facevano parte del nostro giro conoscono le vostre identità. Eravate minorenni, eravamo stupidi ma non vi avemmo mai messo in pericolo".

"Ma lei è morta".

Prende una sedia e si sedie.
"Voi eravate così diverse."

Rido. "Era il mio tutto Paolo, cosa darei per vederla solo un'altra volta".

Mi abbraccia. "Lo so Fede. Nessuno della tua famiglia sa di lei vero?"

"No, era una bambina che viveva per strada. Sai dove l'ho conosciuta. Portavo a casa mia una senza tetto?"

Annuisce. "Se Luca scopre che ti feci entrare in quel mondo mi ammazza".

"Non ha mai dubitato di te. Lui pensava alla sua carriera e Gloria lo teneva stretto a se, non badava molto a quello che lo circondava. Eri il suo amico, io uscivo con te e i tuoi amici e lui era tranquillo o non avrebbe mai permesso ad una quattordicenne di uscire con ragazzi più grandi, ma non ti sentire in colpa Paolo perché quello che ho fatto dopo è stata solo colpa mia".

Si alza e mi guarda. "Ti do tre quarti d'ora al giorno per parlare con tuo figlio".

"Grazie, mi ha fatto piacere parlare con te" .

"È il mio lavoro Federica, questo potevamo farlo tre giorni fa".

Spalanco gli occhi. "Mi hai provocato ed io..".

"E tu ti sei lasciata andare e mi hai confessato tutto". Ride "Sono bravo, lo so. Dobbiamo partire dal passato, tu devi ritornare indietro Federica e poi passeremo alla notte dell'incidente. Solo mettendo pace dentro di te potrai andare avanti".

"Paolo?"

"Si?"

"Alex lo hai più visto?"

"Se lo vedo lo ammazzo Federica. Non so che fine abbia fatto. Sono anni che aspetto il suo ritorno".

Amami un'ultima volta (De Martino family #2) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora