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"Mr. Taehyung, il signor Kim vuole parlare con lei."

Alzo lo sguardo dal computer, concentrando la mia attenzione su Akihiko. Non l'ho neanche sentito aprire la porta, considerando che l'avessi chiusa giusto prima di sedermi alla scrivania. Odio con tutto me stesso lasciare le porte aperte, e manderei giù all'inferno chi, entrando dentro la mia camera, uscendo non chiude quella maledetta porta. Sono sicuro che c'è un girone giù all'inferno per tutte quelle bestie di Satana.

Il motivo di ciò è semplice: se lasciassi la porta aperta, sono certo che qualunque cosa riuscirebbe a distrarmi. Anche perché non sono un tipo che riesce a concentrarsi per bene su ciò che sta facendo. Anzi, al contrario. Ne approfitto di ogni singolo rumore per sconcentrarmi e prestare la mia attenzione su altro.
E poiché non voglio essere licenziato così presto, mi tocca chiudere la porta, in modo che nulla possa disturbarmi.

"Kim.. Kim chi, esattamente?"

Replico, mentre mi allungo, così da controllare se almeno abbia chiuso la porta, quando è entrato senza il mio permesso. O almeno non ricordo di averglielo dato, a meno che non abbia vuoti di memoria. E beh, avevo ragione, non l'ha chiusa.

"E prima che tu risponda, chi ti ha dato il permesso di entrare nel mio ufficio?"

Aggiungo, indicando con un cenno del capo la porta aperta.
Da quando ho fatto quella piccola visita a Jungkook, ovvero due giorni fa, sono stato spostato in un vero e proprio ufficio, per mia grazia. Non riuscivo a sopportare l'idea di lavorare in mezzo a tutta quella gente, mi sentivo privato della mia privacy. Dettaglio che ho fatto presente a chi comanda in questo luogo, che sorprendentemente si è dimostrato più disponibile di quanto pensassi.

"L-Lei..! Non se lo ricorda..?"

Balbetta lui. Probabilmente devo averlo spaventato con l'occhiataccia che gli ho riservato quando ho realizzato che non gli avessi dato il permesso di entrare. Cosa che a quanto pare non è vera. Perfetto, sto diventando vecchio più velocemente del previsto.

"E comunque.. Kim Seokjin."

Aggiunge, cercando di aver un tono di voce più sicuro. Peccato che ci riesce ben poco, seppur non stia balbettando, quelle piccole pause che fa dicono tutto.

Distogliendo i miei pensieri da ciò, mi lascio sfuggire un mugolio. È da quando ho conosciuto Jungkook che avevo intenzione di parlare con questo Seokjin, che tanto loda il minore, e adesso ho finalmente la possibilità di incontrarlo. Forse è venuto a sapere che sarò io il nuovo tutore del giovane, che poi "tutore" non è neanche il termine adatto, ma non saprei come esprimermi meglio, sul momento.

"Sai di cosa vuole parlarmi?"

Chiedo allora, mentre ritorno con lo sguardo sullo schermo dell'oggetto, muovendo la piccola freccetta bianca in direzione di un'icona di una cartella, andando alla ricerca di uno dei tanti documenti che in questi giorni mi sono stati inviati da più colleghi; il caso di Jungkook non è così facile come invece credevo. Lo hanno più volte messo alle strette, eppure le sue risposte non sono cambiate neanche di una sola virgola. Una cosa che al dire il vero mi aspettavo, altrimenti il giovane non sarebbe rimasto in questo luogo tutto questo tempo. Però, almeno regolarmente, ogni tre interrogatori, se ne è sempre uscito con un dettaglio fondamentale che potesse aiutare le indagini. Ovviamente, indizi che non dava con chiarezza, ma li nascondeva sotto piccoli giochi di parole, o metafore.

"No.. mi ha solo riferito di chiamarla e mandarla nel suo ufficio.."

Annuisco, prima di prendere una pennetta, e trasferire tutti i documenti all'interno di quest'ultima. Non voglio che questi file rimangano dentro un computer che non è neanche mio, e soprattutto non voglio che troppa gente legga ciò che ci sia scritto. Non che vi sia chissà cosa, ma preferisco tenere ciò per me.

Alzandomi, spengo il portatile, infilando la pennetta all'interno della tasca dei pantaloni, mentre afferro anche la giacca, che indosso pochi secondi dopo. Fuori deve far parecchio freddo, l'altro pare esser tornato dalle montagne per quante sciarpe ha addosso. Ringrazio chissà quale divinità per avermi donato un riscaldamento ben funzionante all'interno dell'ufficio.

"Va bene, ti ringrazio, potresti guidarmi fino al suo ufficio? Non conosco il posto ancora."

Chiedo, affiancandolo quando noto che ha già aperto la porta. Come ho sospettato, fa parecchio freddo, a quanto pare il riscaldamento non è stato messo ovunque qua dentro. Un gran peccato, visto che nel giro di cinque secondi le mani si congelano, tanto da poter far invidia a due ghiaccioli, non appena lascio il mio ufficio.
Per mia sfortuna non ho avuto ancora il piacere di far un giro turistico. Per adesso so solo dirigermi verso la cella di Jungkook, è l'unico luogo che so trovare senza troppi problemi.

Akihiko annuisce, come mi aspettavo, e lentamente inizia a camminare, così da darmi il tempo di memorizzare il percorso, nel caso mi chiami una seconda volta, in un altro momento. Non posso sempre fare affidamento su questo ragazzino, anche lui come me avrà sicuramente del lavoro da svolgere, che sia fuori dall'accompagnare me.

E occupato da questi pensieri, faccio appena in tempo a scorgere le guance del giovane diventare rosse, quando un detenuto, accompagnato da una guardia del posto, passa al nostro fianco. Tutto ciò che riesco a leggere, sulla sua targa, è un piccolo numero, ovvero il "100". Non riesco a capire il perché della reazione del minore, fino a quando non mi viene a mente qualche piccola soluzione.

"Non pensavo avessi questi gusti. Che c'è, ti piacciono i tipi duri?"

Dico, voltandomi lievemente per seguire con lo sguardo i due che ci sono appena passati affianco, perdendoli subito di vista. Ci sono troppi corridoi, è facile perdersi, soprattutto per me, che non so neanche dove sia il cesso.

"N-Non dica stupidaggini.."

Replica l'albino, che mordendosi il labbro - azione che non passa inosservata ai miei occhi -, mi indica la porta di colui che mi ha chiamato alla sua servitù.

Ridacchio, arruffando affettuosamente i capelli al minore, prima di limitarmi a salutarlo con un piccolo cenno di un inchino, ringraziandolo poco dopo.
Sono abbastanza sicuro che il moccioso provi qualcosa per quel ragazzo a me sconosciuto.
L'altro, imbarazzato, non risponde, e velocemente scappa via, approfittandone per andarsene. Devo averlo messo in imbarazzo, e la cosa mi piace.

E, non so come, mi ritrovo a ripensare alle guance rosse di Jungkook. Non posso negare che le sue guance mi abbiano intenerito anche troppo, ed è la prima volta che trovo tenera una persona che non sia una ragazza.

Scrollo le spalle, deglutendo. La visione del minore non mi aiuta per niente, mi distrae e provoca in me strane sensazioni che preferisco mettere da parte. Sono inutili in questo campo, dove un criminale può benissimo mettermi k.o in due secondi.

Alzo così il braccio, e chiudendo la mano a pugno, busso un paio di volte, giusto per non risultare fastidioso. Voglio che sia mio amico, se ho intenzione di far uscire Jungkook da qua lui è ciò che mi serve. Dopotutto, chi più di lui può capire quel marmocchio?

"È aperto!"

Odo dopo pochi secondi, prima che la porta si spalanchi, lasciando il posto ad un ragazzo piuttosto alto, dai capelli neri. E ciò che più mi colpisce, è la giacca rosa che ha addosso.
È carina, seppur il colore sia orrendo.

Cosa fare?
- Saluta cordialmente.
- Chiedi, senza troppe perdite di tempo,
cosa voglia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 01, 2018 ⏰

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ᴘʀɪsᴏɴᴇʀ ₈₀₅ | ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋ.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora