HARRY'S POV
Mi porto l'orologio davanti al viso e noto che sono già le 22:12.
Io e Sophia ci siamo scambiati ben poche parole in queste ore e la ragazza sembra essersi addormentata ormai da qualche minuto.Anche io vorrei dormire, ma ha troppa paura per farlo. Ho paura di svegliarmi da solo e scoprire che abbia fatto ciò per cui è salita fin qui mentre le siedo accanto.
Così rimango sveglio e scruto ciò che mi circonda, non sapendo bene come passare il tempo.
Ormai sono abituato a passare la notte qui, visto che non è la prima volta che mi chiudo fuori, ma realtà non mi dispiace nemmeno: sempre meglio che tornare a casa mia.
Mi bruciano gli occhi così li chiudo per qualche istante, concentrandomi sui rumori flebili che salgono fin qui dalla città che non dorme mai.Finisco con l'addormentarmi inevitabilmente e quando riapro gli occhi, invaso dalla luce del sole, controllo che Sophia sia ancora qui.
Durante la notte è scivolata sul pavimento ed ora è raggomitolata su se stessa, eppure sembra così serena.
Vorrei lasciarla dormire per non dover rivedere ancora quel suo sguardo così triste e tormentato, ma il mio orologio segna già le sette e tra poco arriverà Mary ad aprirci la porta.Così le accarezzo una spalla delicatamente fin quando non apre gli occhi.
Mi scruta per qualche istante, mettendo a fuoco ciò che la circonda.
"Che ore sono?" mi chiede in un soffio di voce.
"Già le sette. Tra poco scendiamo" la avviso alzandomi in piedi e stiracchiandomi.Si stropiccia gli occhi e si alza anche lei. Siamo entrambi in imbarazzo e il silenzio cala di nuovo in mezzo a noi, proprio come ieri sera.
SOPHIA'S POV
Quando la porta finalmente si apre, io e Harry ci affrettiamo verso di essa ed io non vedo l'ora di potermene andare.
La signora che ha aperto la porta indossa un tubino stretto blu e dei tacchi a spillo. Non posso fare a meno di notare lo sguardo che rivolge ad Harry, per niente sorpresa di trovarlo lì.
"Styles." dice, spostando poi gli occhi su di me "hai compagnia oggi" mi squadra dalla testa ai piedi, così sgattaiolo via verso le scale di sicurezza prima di sentire la risposta di Harry.
Mi giro un'ultima volta vedendolo chiamare l'ascensore e i suoi occhi si fissano nei miei. Mi fermo sui miei passi per un istante rivolgendogli un sorriso, per poi girarmi di nuovo e andarmene da quell'edificio una volta per tutte.
Quando raggiungo la strada mi devo sedere un attimo a riprendere fiato, ma non per colpa delle scale.
Le ultime ore sono state così intense che mi sembra di vivere in un universo parallelo.
La mia vita sarebbe finita ieri se quel ragazzo non fosse capitato lì per caso. Mi sarei buttata e non l'avrei mai incontrato, non avrei nemmeno più rivisto le strade che invece ora mi trovo davanti.
I rumori frenetici di New York che mi circondano mi fanno girare la testa e per poco non mi viene da vomitare.Quando finalmente mi riprendo, riesco a raggiungere la metropolitana e a dirigermi verso casa.
Avrei preso un taxi ma non ho nemmeno un soldo con me, né il telefono, ne nulla.
Ieri sera ho riordinato tutte le mie cose con cura, riponendole nell'armadio e nei cassetti di camera mia come se non avrei mai più fatto ritorno in quella stanza, ne in quella casa.Quando raggiungo la mia fermata e arrivo davanti al mio palazzo, mi ci vuole molto coraggio per suonare il campanello.
"Sophia" esclama mio fratello abbracciandomi.
"Si può sapere dove diavolo sei stata?" a quel contatto per poco non mi metto a piangere, così resto stretta al suo corpo per il minor tempo possibile, dopodiché abbasso lo sguardo incapace di incontrare il suo."Sophia, voglio una risposta" insiste con voce dolce, lasciandomi comunque capire quanto sia preoccupato.
Brandon è sempre stato il mio punto di forza sin da quando eravamo bambini e da quando la nostra famiglia è diventata un disastro, è grazie a lui se non ci troviamo tutti e tre sotto ad un ponte.
"Mi dispiace, Brad, non succederà più" dico semplicemente e lo supero andando in camera. So bene che questa conversazione non è finita qui, e che ho ancora pochi istanti prima che si presenti alla mia porta per sapere il motivo della mia fuga.
Mi affretto a prendere il pezzo di carta che c'è sulla mia scrivania nascondendolo dietro alla testata del letto tirando un sospiro di sollievo: Brandon non ha fatto in tempo a leggerla.
È la lettera d'addio che gli ho scritto ieri, pochi momenti dopo aver deciso di andare a far visita al grattacielo sul quale ho passato la notte.Sono consapevole che se la rileggessi mi metterei a piangere, così la nascondo per bene e aspetto mio fratello.
Come mi aspettavo, non ci vuole molto prima che la sua grossa figura faccia capolino all'entrata della mia stanza."Lo sai che questo tipo di cose non fanno bene alla salute della mamma"
quasi rido a quelle parole, rispondendo "come se si sia accorta che me ne sono andata"
"Sophia." mi ammonisce lui, "non è questo il punto e lo sai bene. Sono stato in pensiero per te e non me ne vado finché non mi dici dove sei stata"Vorrei tanto potergli far credere che abbia passato la notte da un'amica ma sappiamo entrambi che non ne ho alcuna così, ancora una volta, resto in silenzio e guardo verso il basso.
"Dimmi almeno che stai bene, ti prego" aggiunge supplicandomi e in questo momento mi sento così in colpa che vorrei scomparire. Non si merita tutto questo e non si merita nemmeno una sorella ingrata come me.
Sono un'egoista e basta, ecco cosa sono. Pronta ad andarmene e lasciarlo qui con nostra madre malata e con un dolore ancora più grande con cui convivere.Mi odio così tanto, se solo sapesse cosa stavo per fare mi odierebbe anche lui.
"Mi dispiace, Brad" sussurro e sento le lacrime annebbiarmi la vista.
Annuisce. "la cena è quasi pronta, sistemati e vieni di là. C'è una cosa di cui devo parlarti"Con quelle parole esce dalla mia camera chiudendo la porta dietro di se e scompare dalla mia visuale.
Brandon ha ventidue anni ed è il ragazzo più intelligente che io abbia mai conosciuto. Diplomato con il massimo dei voti, ex capitano della squadra di calcio del liceo e ammesso alla NYU.
Un vero peccato che abbia dovuto rinunciare ai suoi studi per badare alla nostra famiglia.
A soli diciott'anni si è trovato a dover diventare responsabile, dovendo anche pagare gli interminabili debiti di mio padre e le cure di mia madre.
Così ora lavora nel supermercato del nostro quartiere a tempo pieno, avendo dovuto rinunciare ai suoi sogni e alle sue immense capacità per colpa della famiglia del cazzo in cui si è ritrovato. La vita è proprio ingiusta certe volte.Sbuffo sonoramente e trovo la forza di alzarmi e raggiungere mia madre e Brad a tavola.
Mia madre è seduta come ogni sera a capotavola, stretta nel suo plaid che si porta in giro in tutte le stanze della casa con il corpo abbandonato sullo schienale e lo sguardo perso."Avanti, prendi posto" mi sprona mio fratello con il mestolo in mano, "molte cose stanno per cambiare."
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Ciao per favore votate il capitolo se vi è piaciuto e scusate il ritardo, aspetto che le visualizzazioni aumentino un po' prima di postare i capitoli successivi ♡
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Lost,, Harry Styles
FanfictionSophia è stanca di vivere e quando finalmente prende il coraggio che cercava per mettere fine alla sua vita, qualcuno glielo impedisce. Cosa fare ora? Dire addio al mondo lo stesso o dargli un'altra possibilità con l'aiuto di un ragazzo dagli occhi...