Una scelta difficile

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Guardo attenta le mie due spade incise a fuoco sull'avrambraccio, chiedendomi se da un momento all'altro mi sarei svegliata nel mio letto per iniziare la giornata.
Mounty fino a un attimo prima seduto al mio fianco, si alza di scatto, andando dall'altra parte del letto. Si accovaccia, per poi rialzarsi delicatamente con qualcosa di strano tra le mani, un uovo verde smeraldo brilla tra esse. Lo guardo attentamente, e mi sembra di vedere un ombra all'interno dell'uovo, c'è qualcosa di vivo.

<<Non lo fare più cadere ok?>> Mi dice serio il nonno.
Quell'uovo era scappato alla mia vista, il dolore atroce provato prima non mi ha fatto notare che, nell'aprire la grande scatola, qualcosa era caduto a terra.
Prendo il grosso uovo dalle mani del nonno, per poi appoggiarmelo sulle gambe, la delicatezza nel maneggiarlo mi viene spontanea, quasi come se tra le mani, al posto di un uovo, ci fosse un bambino.

<<Non dirmi quello che penso...>> Dico, senza mai distogliere lo sguardo dall'uovo.

<<È un uovo di drago... Il tuo drago.>> Mi dice il nonno appoggiando una mano sopra di esso, per poi sorridere.
<<Sa che sono una persona del suo mondo.>> Dice, quasi commosso.

<<Drago? Dove pensi che io possa nascondere un drago?>> Dico, appena mi rendo conto di quello appena sentito. Non posso di certo andare da mio marito con un drago al seguito.

<<Non lo dovrai nascondere dove stai per andare.>> Mi dice il nonno appoggiandomi una mano sulla guancia, guardandomi poi con occhi pieni di ammirazione, non ho mai visto tanta fierezza nello sguardo di Mounty.

<<Non capisco nonno...>> Dico, appoggiando la mia mano alla sua, godendomi il calore di quel gesto di affetto.

<<Questo uovo ha scelto te, questo drago...che in realtà è una lei, ora crede in te, e pensa che tu sia la sua unica madre. Risponderà sempre, e solo, a te.>> Dice, togliendo la mano dalla mia guancia.

<<E come dovrei fare? Come ci si prende cura di un drago?>> Chiedo, un po' confusa.

<<Devi andare a Honestum, il suo mondo, solo li potrà schiudersi. Li ti insegneranno a prenderti cura di lei.>> Mi dice alzandosi dal letto per andare a prendere la lettera, dentro la busta rossa, che prima stava scrivendo.
Me la porge.

<<Devi andare alla taverna del lupo, nella città di Amarantis, è un po' lontana, ma devi andare là, quello è l'unico accesso. Arrivata dai questa lettera a Fiordaliso, una donna dai capelli dorati abbastanza bassa, la riconosci subito, è...un po' strana.>> Dice sorridendo, probabilmente rivivendo i momenti con quella donna.

<<Lei ti dirà tutto quello che c'è da sapere, ti chiederà di farle vedere il tuo uovo, fidati al centro per cento.>> Mi dice il nonno, per poi abbracciarmi forte.

<<E il regno?>> Dico piano, soffocata dall'abbraccio.

<<Tu non hai mai voluto regnare Crisalide. Ma ti dirò la verità, puoi rinunciare a tutto questo, rompendo l'uovo ucciderai il drago che si è legato a te, dimenticherai tutto quello successo nelle ultime 12 ore.>> Mi dice abbassando la testa, sa che potrebbe essere una mia scelta, sa che non voglio abbandonare David, lui è il mio compagno di vita e ho giurato fedeltà, scappare dai problemi non è mai la scelta migliore.

<<Ci penserò nonno>> Dico alzandomi dal letto, cercando di nascondere l'uovo alla meno peggio, avvolgendolo attorno al mantello.

<<Ora devo andare, stanno per arrivare i Dursta, dovresti renderti presentabile anche tu nonno.>> Dico, sorridendogli.

<<Non credo che verrò...non mi piacciono quei tipi.>> Dice sedendosi, visibilmente offeso sulla sua sedia.
So che avrebbe voluto un "Si", immediato. Avrebbe voluto vedermi salire su un cavallo per correre verso Amarantis, senza mai voltarmi indietro, e lo vorrei, eccome se lo vorrei. Ma purtroppo io qui ho dei doveri, il popolo crede in me, e una regina non scappa.

<<Allora, ciao caro nonno>> Dico, uscendo dalla porta.

La grande sala da pranzo è pronta ad accogliere i sovrani e il popolo di Dursta, tutti i servi sono pronti per portare ai tavoli le pietanze. Io e David sediamo composti al grande tavolo reale, attendendo che al nostro fianco siedano re e regina dell'altra tribù, al fianco i nostri consiglieri, seguiti poi dai cavalieri. Davanti a noi, due enormi tavoli attendono i più nobili dei Dursta.

Come loro consuetudine fare, re e regina, entrano dalle massicce porte tenendosi per mano e sflilando, con al seguito cavalieri e consiglieri.
Io e rè David ci alziamo per accogliere i nostri ospiti, inchinandoci a loro, per poi vederli fare lo stesso.
Si fanno spazio per arrivare al proprio posto al grande tavolo.

<<Rè...>> Dico inchinandomi a Robert, prima di girarmi e scambiare un caloroso abbraccio con la regina Genna.

Questi pranzi disturbano la mia psiche, osservo una rondine volare al di fuori delle grandi finestre, e mi chiedo come sarebbe essere liberi, niente più banchetti, niente cerimonie inutili, niente di niente. Prendo la forchetta per iniziare a mangiare, quando una leggera scossa proveniente dalla mano mi distrae. L'orecchio inizia a fischiarmi, tanto da farmi appoggiare la posata per portarmi una mano all'orecchio.
Per un attimo, un solo secondo mi sembra di sentire una leggera voce chiamarmi, la voce di mia madre. Alzo appena la manica del vestito e noto che le due spade hanno ripreso il colore del fuoco, per poi udire di nuovo quella voce, questa volta più nitida, e posso giurare che quella voce è di mia madre. Mi guardo attorno per vedere se sono l'unica a sentirla, ma tutti sono intenti a mangiare dai loro piatti.
Non è possibile che io senta la voce di mia madre, insomma, lei è morta nell'incendio al giardino, al castello dei Meriset, almeno così mi è stato raccontato.

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