Lavande

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La peste invadeva le città, le campagne, le anime. Chi non moriva per il contagio, moriva per la fame, la sete. Una delle peggiori piaghe della storia dell'umanità stava colpendo anche la piccola cittadina francese di Gordes in Provenza. Lunghe distese di lavanda profumata che dava speranza, ma mai quanta ne sarebbe realmente servita.

In una piccola casetta di paglia e sassi viveva Mélodie, una ragazza di classe contadina di una bellezza particolare e delicata, occhi color azzurro cielo, lunghi capelli neri che le ricadevano sulle spalle piegandosi leggermente, gli conferivano un aspetto ondulato ma al contempo liscio, privo di nodi, erano ben curati e in ordine, li teneva come meglio poteva; le labbra non troppo piene ma a forma di cuore allungato, naso alla francese, benché non fosse regina o principessa aveva un non so che di regale e meraviglioso, ero ciò che vedeva in lei Victor, un giovane cavaliere che la incontrò in una fredda mattina di gennaio, dopo una spedizione durata anni nella quale non solo aveva perso il suo ardore ma anche la sua umanità, nel bel mezzo del periodo più buio della storia vide finalmente una luce, il viso di Mélodie lo riportò di nuovo fra i vivi, lo riportò a vivere, dopo tanto tempo durante il quale aveva dimenticato come si facesse.

Passò su quella strada per caso in sella al suo cavallo nero, l'armatura pesante che  ad ogni galoppo gli scalfiva le spalle, ormai piene di cicatrici, i suoi occhi stanchi ma trasparenti, color acqua cristallina, biondo cenere di capelli, robusto...

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Passò su quella strada per caso in sella al suo cavallo nero, l'armatura pesante che ad ogni galoppo gli scalfiva le spalle, ormai piene di cicatrici, i suoi occhi stanchi ma trasparenti, color acqua cristallina, biondo cenere di capelli, robusto di corporatura, avrebbe dato qualsiasi cosa per un pezzo di pane, non toccava cibo da giorni l'acqua era ormai finita, quando vide Mélodie, camminava sul bordo della strada sterrata, con in mano una grande cesta coperta da un telo che non lasciava intravedere cosa celava all'interno.
"Madame, potrebbe darmi qualcosa da mangiare? Sono giorni che non vedo cibo e non credo di riuscire ad arrivare in città senza aver prima mangiato qualcosa" chiese Victor, scendendo da cavallo, avvicinandosi alla ragazza.
Prese a guardarlo con i suoi grandi occhi color cielo, Victor ne rimase estasiato per un momento, non aveva mai visto occhi così grandi e calamitanti.
"Non c'è cibo per noi..la peste ci sta uccidendo tutti, Sire. Non posso darle nulla" rispose con un fil di voce soave.
Victor annuì, "capisco, non si preoccupi spero di trovare qualcosa lungo il cammino" sorrise e rimontò a cavallo, salutando la giovane donna con il capo.
Forse era stato quel momento, quei pochi secondi, a cambiare per sempre le loro vite?

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