Uno strano gioco

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La nuova mansione, era ardua. Tuttavia aveva tempo a disposizione. Sotterfugi, giochi di palazzo erano sicuramente all'ordine del giorno.

Una sera, nella penombra di un angolo del giardino, Victor udì dei fruscii, delle voci. Si avvicinò con estrema cautela, un passo falso e qualunque cosa stessero facendo l'avrebbero sicuramente interrotta. Vide due persone, incappucciate con aria lugubre, dalla voce sembravano un uomo e una donna ma non avvezzi alle solite smancerie e chiacchierate d'amicizia, la donna fugacemente porse qualcosa all'uomo. Victor osservò tutto da dietro un cespuglio, non avevano notato la sua presenza, benché ci fosse ancora un po' di luce, tipica del crepuscolo quando i raggi del sole seppur deboli, illuminano, lasciando trapelare segreti che nel cuor della notte rimarrebbero tali. L'uomo si allontanò entrando da una piccola apertura che portava, senza alcun dubbio all'interno delle mura del castello. La donna invece si allontanò con più calma e Victor prese a seguirla, una fanciulla, di certo, non lo intimoriva.
La prese per un braccio, "Madame" disse girandola verso di sé.
Rimase senza parole, era Mélodie.

"Mademoiselle, con tutto il rispetto che le porto, non dovrebbe trovarsi qui, ne conviene?" domandò Victor, guardandola fisso negli occhi, aveva timore che la ragazza che tanto lo aveva colpito probabilmente era coinvolta in questione più grandi lei

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"Mademoiselle, con tutto il rispetto che le porto, non dovrebbe trovarsi qui, ne conviene?" domandò Victor, guardandola fisso negli occhi, aveva timore che la ragazza che tanto lo aveva colpito probabilmente era coinvolta in questione più grandi lei.
"Mi scusi, potrebbe allentare la presa?" Chiese lei senza fornire informazioni.
"Mademoiselle, risponda alla mia domanda, non mi costringa ad arrestarla" continuò Victor allentando la presa.
Lei deglutì, distorse lo sguardo, "Ebbene, ho bisogno di denaro e spesso vengo qui per barattare, mi deve credere, non è nulla di illecito, mi lasci andare, non le creerò più disturbo, glielo prometto, Victor" rispose mordendosi il labbro superiore.
Come poteva arrestarla, era così irresistibile, non poteva.
"Lasciatevi accompagnare verso casa" propose Victor.
Mélodie annuì e sorrise. Si avviarono.
"Non me lo confesserà mai, vero?" Chiese Victor con un mezzo sorriso.
"Mettiamola così, è meglio che lei non sappia cosa alcuna, acquisirò così un aria misteriosa, un aria da furfante" rispose lei, sorridendo con un espressione sensuale.
Victor tirò un sospiro "non c'è ne bisogno, glielo assicuro, mi ha già conquistato non offrendomi il pane quando ero esausto"
La ragazza rise. "Non dovrei ridere ma, mi scusi, le va di entrare in casa? Il pane questa volta posso offrirglielo"
Victor sorrise, "se non è di disturbo, volentieri"
"Certo, venga" rispose con lei con un sorriso malizioso.

Entrarono in casa, un piccolo angolo cottura, le braci erano ancora accese benché stavano per spegnersi, l'odore di legna bruciata invadeva tutta la stanza, il pane era adagiato su una piccola tavola di legno grezzo, una piccola sedia a dondolo con un braccio spezzato vicino alla brace, una finestra che dava sull'orto dietro casa, le tende sgualcite dal tempo e dalla polvere.
Una scaletta di legno marcia e inumidita dalla pioggia che entrava dal tetto che stava per cedere e finiva inesorabilmente a bagnare e inumidire la piccola scala rendendola giorno dopo giorno sempre più pericolante, portava al piano di sopra.

Mélodie tagliò il pane e ne porse un pezzo a Victor.
Lo addentò, e deglutì. In quello stesso istante, gli prese a girare la testa, così si sedette sulla vecchia sedia a dondolo.
"Mi scusi, é buonissimo ma ho un capogiro, sarà che non mangio da un po' di giorni e la stanchezza si fa sentire" disse Victor portandosi la mano sulla fronte che stava iniziando a sudare freddo.
"Non si preoccupi può stare qui tutto il tempo che vuole" sorrise, si avvicinò a Victor.
"Sa di questi tempi meglio essere prudenti, non voglio e di solito non faccio entrare sconosciuti in casa mia, ma sa lei è così..." si morse il labbro inferiore e prese a sganciargli la camicia, "perfetto" lo baciò in modo passionale.

Victor non capiva cosa stava succedendo, aveva la vista annebbiata e le parole di lei rimbombavano nella stanza, chiuse gli occhi e perse i sensi

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Victor non capiva cosa stava succedendo, aveva la vista annebbiata e le parole di lei rimbombavano nella stanza, chiuse gli occhi e perse i sensi.

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