Capitolo 42 - Non stavo meglio prima di te(Parte3)

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*Le parti evidenziate sono quelle inedite*

Francesco la posò delicatamente sul letto, interrompendo quel lunghissimo bacio che li aveva condotti fino a quella stanza. Lasciò che Sophie si levasse gli stivaletti neri con i talloni, mentre lui si toglieva le proprie sneakers, abituandosi al buio della camera. Udiva indistintamente i battiti accelerati del proprio cuore, i quali aumentarono a dismisura non appena i loro occhi si incontrarono.

Sophie tremava come una foglia, mentre delle scariche si irradiavano dal basso ventre per poi salire fino alla gola. I loro sguardi erano incatenati, ipnotizzati l'uno dall'altra, in balia delle loro emozioni.
Si avvicinò lentamente al materasso, affondandoci con le ginocchia per avvicinarsi alla sua preda e baciarla. I lunghi capelli di lei giacevano disordinati sul cuscino color maggese, diffondendosi come una macchia d'inchiostro. Francesco puntellò i gomiti per non pesarle, senza riuscire però a impedire il contatto tra le loro intimità, ben celate dai vestiti. La desiderava più di qualsiasi altra donna che avesse incontrato nel corso degli anni; anelava unirsi a lei in tutte le forme d'amore possibili, con il corpo, con il cuore e con la mente.

Sophie fece scivolare la cerniera della sua felpa fino ad aprirla, in un movimento lento e tremolante, infilando poi le mani sotto la maglietta grigia per tracciare i muscoli ben definiti della schiena.
Il bruno si scostò per togliersi quegli indumenti e buttarli ai piedi del letto, mentre lei seguiva con attenzione ogni suo movimento, ammirando il petto e l'addome scolpiti. Si alzò sulle ginocchia per avvicinarsi e baciargli il torace, tenendosi saldamente ai suoi bicipiti, mentre lui le posò le mani sui glutei nascosti da quei pantaloncini striminziti che la coprivano come una seconda pelle.

Risalì aggrappandosi al maglione che le tolse velocemente, lasciandola con il reggiseno di pizzo nero e, mordendosi il labbro, ammirò il suo seno sodo tenuto alto dai ferretti. Si accostò a lei, baciandole la spalla, scendendo lentamente fino all'incavo, mentre con un movimento rapido liberò i due gancetti, accompagnando le spalline lungo le sue esili braccia, fino a farlo cadere.
Baciò ogni centimetro del suo petto, facendola fremere quando arrivò al suo capezzolo già turgido, iniziando a succhiarlo con bramosia. Sophie ansimò di piacere sentendo la sua lingua calda giocare con quel bottoncino, strinse ancora più saldamente le proprie dita attorno alle braccia di lui e lasciò che la testa le cadesse all'indietro, godendosi di quelle sensazioni peccaminose.

Francesco diede le proprie attenzioni anche all'altro capezzolo, succhiandolo avidamente mentre l'ammirava freme in preda al piacere che le stava procurando. Slacciò i bottoni dei pantaloncini per poi farli scendere fino alle ginocchia, posando le labbra sul ventre, baciandolo e leccandolo. Accompagnò il suo corpo permettendole di sedersi, così da poterle sfilare i calzoncini, seguiti poi dalle due parigine.

Non era mai stato amante dei troppi preliminari, a meno che non fossero a proprio vantaggio, ma con lei desiderava gustarsi ogni sensazione, ammirare quel corpo armonioso contorcersi sotto le sue carezze e rendere piacevole l'attesa della loro unione.

Sophie, con le sole mutandine di pizzo nero addosso, percepì il respiro caldo di lui sulle proprie cosce, seguito dal calore di quelle labbra che desiderava la baciassero ancora, mentre stringeva le lenzuola. Non aveva mai provato niente di simile, nemmeno con il suo primo ragazzo che aveva amato intensamente, venendo poi ferita con ferocia crudeltà; si stava abbandonando a quelle sensazioni che la sovrastavano, stava cadendo nel vortice della passione, dal quale non sarebbe più voluta fuggire.

Francesco alzò il viso per cercare i suoi occhi, si avvicinò al suo viso per baciarla, venendo subito accolto con ingordigia, mentre con la punta delle dita le accarezzava lentamente la pelle dell'interno coscia, provocandole nuovi brividi. Gli sbottonò i jeans con difficoltà, allungandosi con le mani più che poteva per abbassarglieli, continuando a giocare con la lingua di lui, sentendosi riempire la bocca. La aiutò ad abbassarsi i pantaloni con i piedi, mentre la propria erezione pulsava sopra la sua intimità. Lo strusciò su di lei, aumentandone il desiderio, sentendosi arpionare la schiena dalle sue unghie taglienti. Entrambi avevano ormai il fiato corto, le labbra gonfie arrossate e sudavano, accaldati dal desiderio che stava per esplodere.

Fece scivolare le mutandine fino alle caviglie e infilò un dito nella sua intimità già madida di umori, facendola fremere. Gli ansimò in bocca, in preda all'eccitazione, desiderando sentire la sua erezione dura, stretta nelle proprie dita; lo prese con una mano, mentre con l'altra gli abbassò i boxer, percorrendo tutta la lunghezza del suo pene in un movimento lento, ma continuo, facendogli percepire le stesse scariche di piacere che stavano attraversando il suo corpo.

«Franci» ansimò il suo nome, chiedendogli di interrompere quella piacevole tortura e affondare dentro di lei, mentre lui le mordicchiava il lobo.
Il bel bruno si scostò per riprendere fiato, cercando nella tasca dei jeans il proprio portafoglio ed estrarre il rettangolino argentato che conteneva il preservativo.

Se lo infilò abilmente, ritornando subito tra le sue gambe, posizionandole la punta all'ingresso della sua intimità. Cercò entrambe le mani di Sophie, portandole vicino al suo viso e le strinse tra le sue, lasciando che i loro occhi si intrecciassero prima di unirsi definitivamente e trasformarsi in una cosa sola. Il sorriso che ricevette, valeva più di qualsiasi risposta a quella domanda taciuta, ma che lei era riuscita a captare solo guardandolo.

Entrò dentro di lei ed entrambi gemettero; nel loro stomaco si innalzò un incendio impossibile da contenere, che li fece bruciare. Francesco si muoveva lentamente al suo interno, riempiendola, mentre lei seguiva i suoi movimenti alzando il bacino a ogni affondo. Sophie si teneva saldamente alla schiena di lui, percependo i muscoli contrarsi a ogni movimento. Con un gesto repentino, invertì le posizioni, ritrovandosi sopra di lui. Accompagnò le sue mani ruvide sulle proprie natiche, per poi accarezzargli il petto, giocando con la peluria umida, continuando a muoversi.

Il ritmo delle spinte aumentava, come i battiti dei loro cuori, i quali sembravano pronti a scoppiare da un momento all'altro, e i loro ansiti.
Sophie sentì l'incendio divampare ancora più di prima, pronto a salire fino alla gola e fuoriuscire dal suo corpo. La schiena le si inarcò, le gambe le si strinsero, buttò nuovamente la testa all'indietro per godersi le spinte che la stavano portando all'orgasmo, gemendo ad alta voce. Senza accorgersi, la stretta sul petto di Francesco si fece più salda; affondò le unghie nella carne, mentre lui percepì i muscoli interni della sua intimità stringersi intorno al suo pene, mandandolo in escandescenza.

Era pronto a raggiungerla nel punto di non ritorno, ma prima di farlo la spinse su di sé per baciarla, incatenando il suo labbro inferiore tra i propri denti, lasciando che il proprio piacere la riempisse, stringendole le natiche.
I loro movimenti cessarono, ma il bacio non si interruppe, mentre i loro corpi umidi restano incatenati tra di loro e i loro cuori, lentamente, ripresero a palpitare a un ritmo regolare.

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