Cosa c'è stato tra te e Anais? (Parte 2)

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*Le parti evidenziate sono quelle inedite*

Francesco rimase interdetto per alcuni secondi davanti a quella domanda, caduta come un fulmine a ciel sereno. Non capiva quanto un rapporto insignificante come quello avuto con Anais, potesse influire nella loro relazione, visto che Sophie era consapevole della sua vecchia fama da latin lover.

«Niente di importante... ci siamo visti alcune volte, quando scendeva a Brescia, ma niente di più.»

La mora si morse il labbro così forte da farlo sanguinare. Il cuore le martellava nel petto e l'agitazione non dava segno di volerla abbandonare, facendola tremare.
«Non mentirmi... so che siete andati a letto assieme!» La sua voce incrinata, fece capire al bruno che l'argomento la stava facendo soffrire, così le si avvicinò e le prese le mani, legandole nelle sue. Puntò i suoi pozzi negli smeraldi di lei, leggendoci l'angoscia.

«Non ti sto mentendo, Soph. Non sono voluto entrare nel dettaglio, ma sì, siamo andati a letto assieme qualche volta... tutto qui.»

Sophie abbassò lo sguardo sospirando, prima di slegare le loro dita e allontanarsi, dandogli le spalle.
«Vuoi dirmi che non eri innamorato di lei?» Strizzò le palpebre per impedire che le lacrime sfuggissero al suo volere, attendendo per dei secondi infiniti una risposta che sembrava non arrivare.

Francesco le si avvicinò e l'abbracciò da dietro, carezzando il suo ventre con le mani. Posò il viso sulla spalla della ragazza, respirandole sul collo, provocandole piacevoli brividi.
«No, non l'ho mai amata!» Sussurrò flebile, dandole un bacio sulla cervice.
«Non ho mai amato nessuna ragazza prima di te!»

Sophie spalancò gli occhi, sorpresa da quella risposta. Si girò lentamente verso di lui, ritrovandosi il suo splendido sorriso ad accoglierla.
«Tu... tu sei innamorato... di me?» bisbigliò lieve quella domanda; la gola le si era seccata, come se all'improvviso tutti i liquidi nel suo corpo si fossero inspiegabilmente prosciugati, lasciandola disidratata e incredula.

«Hai sentito bene, piccola diffidente; sono irrimediabilmente, pazzamente e profondamente innamorato di te!»
Con quelle parole, Francesco dissipò ogni suo sospetto, cancellò tutte le incertezze causate da Anais, e dimenticò quello che la ragazza le aveva confidato, ormai certa che fossero solo menzogne. Un inspiegabile calore le attraversò il petto, scendendo lungo tutto il suo corpo, facendole sentire le gambe molli come gelatina. Gettò le braccia intorno al collo del suo uomo e lo baciò con impeto, promettendo a sé stessa che mai più avrebbe creduto ad altre persone.

Si sentì in colpa per la facilità con cui aveva dubitato di lui, quando le aveva sempre dimostrato di essere cambiato.
«Devo dirti una cosa...» Gli mormorò sulle labbra, ma il bruno non riuscì a fermare la propria bocca, che smaniosa cercava il contatto con la sua. Le lingue intrecciate in una danza d'amore si esploravano in un bacio intenso, nel quale si racchiudevano promesse difficili da pronunciare, ma al tempo stesso semplici da dimostrare.

Francesco la sollevò così che Sophie potesse allacciargli le gambe intorno alla schiena, sentendo la sua erezione pulsante solleticarle l'intimità. Salirono al piano superiore senza perdere il contatto che li fondeva in un solo corpo, entrambi felici di essersi ritrovati.
Erano stati male in quei giorni lontani, costantemente assorti nei dubbi, chi per le infide parole di una serpe che aveva sparso il suo veleno in ogni cellula del corpo dell'ingenua ragazza, chi per l'assenza incomprensibile della propria fidanzata. Ritrovarsi così uniti, in quel momento, era una boccata d'aria fresca, un rifocillamento che permise ad ambedue di tornare a respirare, ma soprattutto a vivere serenamente.

La posò con irruenza sul letto e, inginocchiandosi, le divaricò le gambe, iniziando ad accarezzarla, partendo dalla caviglia e salendo fino alle cosce. Baciò la sua pelle setosa e rovente, sollevandole la gonna del vestito, così da poterle togliere le mutandine di pizzo. Le si avvicinò e lentamente iniziò a muovere la lingua calda tra le grandi labbra, leccando e succhiando il clitoride, facendola fremere e gemere, prima con delicatezza, poi con più foga, dissetandosi del suo sapore. Sophie sentiva ogni suo muscolo stendersi, lasciando che il piacere si irradiasse in tutto il suo corpo. Le gambe iniziarono a tremarle, strinse saldamente le lenzuola e il respiro le venne meno, quando l'orgasmo la travolse come un fiume in piena, un torrente decisamente appagante, come non era mai stato prima. Si beò di quel benessere post-orgasmo, ascoltando il silenzio incessante di quella stanza, disturbato solo dai loro respiri pesanti.

Francesco, ancora vestito, si posizionò sopra di lei, contemplando il viso arrossato della sua donna e iniziò a baciarle l'orecchio, scendendo con angosciante lentezza sul collo, lasciando una scia umida e infuocata di baci.
La tirò su, facendola sedere, per poterle togliere liberamente il vestito, prima di passare al reggiseno che gli impediva la visione del suo seno alto e sodo, libero da ogni impedimento. Iniziò a succhiarle un capezzolo, come un infante affamato, mentre con il pollice e l'indice strofinava l'altro, mandandole continue scariche al basso ventre, facendola mugolare. Sophie legò le mani alla sua schiena salda e a ogni stilettata affondava le unghie in quella pelle arroventata, permeata da quell'odore virile e famigliare.
«Ti amo, Sophie!» sussurò greve, facendola fremere maggiormente. Gli sollevò il viso per baciarlo, mentre gli toglieva i pantaloncini e i boxer, liberando la sua erezione pulsante, che richiamava a gran voce le sue cure.
Francesco desiderava sentire le sue esili mani intorno al suo membro duro, mentre gli procurava piacere, ma non voleva spingerla a far nulla che lei non volesse. Sophie prese la sua erezione e iniziò a muovere adagio le dita per tutta la sua lunghezza, regalandogli lo stesso godimento che lui le aveva donato poco prima.

«Ti amo anche io, amore mio!» sussurrò tremante sulle sue labbra. Poter esprimere quel sentimento a voce alta fu per lei una liberazione. Aveva sempre taciuto per paura, ma non aveva più alcun motivo di temere un suo allontanamento, perché anche lui la ricambiava ed era certa che niente e nessuno avrebbe potuto mettere a rischio la loro relazione.
Sorrise felice, come non era mai stata prima di allora. Delle lacrime fecero capolino dai suoi grandi occhi verdi, ma erano stille che racchiudevano gioia ed emozione.

Amare ed essere ricambiati è il dono più bello che la vita possa elargire a qualcuno e lei, in quel momento, aveva scartato il suo pacco, trovandoci un regalo inestimabile.

Francesco, udendo le sue parole, si allontanò per guardarla, chiedendole con gli occhi una tacita conferma di quello che gli aveva appena rivelato; la mora gliela diede con un sorriso abbagliante, prima di accarezzargli il viso.
Allora lui la fece sdraiare sotto di sé, entrando bramoso dentro di lei, fino in fondo, provocando a entrambi sonori gemiti. Sospirò spossato, gioendo di quel momento e della loro unione, che rendeva due cuori palpitanti, amalgamati in una persona sola. Si mossero a ritmo, lui spingeva e lei si inarcava, in una danza erotica che li vide complici come non mai, con le loro anime smarrite in un luogo senza tempo. La penetrò piano, poi con maggior potenza, mentre i suoi fianchi ondeggiavano impervi, come foglie mosse dal vento.

Restarono a lungo così, due singole anime che finalmente si erano ricongiunte, finché, percependo le umide pareti di Sophie contrarsi intorno al suo membro, si lasciò andare anche lui, precipitando in un abisso profondo, un precipizio che li avrebbe condotti direttamente all'inferno se uno dei due avesse malauguratamente deciso di abbandonare l'altro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 07, 2018 ⏰

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