Bad things happen to good girls

3 - Ámorphoi

La sostanza permane, la forma è effimera.

[Dee Ward Hock]

Uno avrebbe potuto presupporre che, facendo Karef il lavoro che faceva, fosse piuttosto abituata a correre come se avesse avuto il diavolo alle calcagna per tener salva la pellaccia.

Così non era, però, essendo lei sfortunatamente portatrice del cosiddetto gene del koala: in altre parole, la sua pigrizia la spingeva a procrastinare giorno dopo giorno quelle che avrebbero dovuto essere regolari sessioni di jogging mattutine, sessioni di jogging che, da quando erano state istituite cinque anni prima, non aveva ancora nemmeno iniziato.

Nonostante questo, sebbene la quantità di fiato a sua disposizione fosse piuttosto limitata, la sventurata ragazza era riuscita a filarsela dalla metro appena in tempo, prima di essere raggiunta dai simpatici compagnucci di merenda di Cervantes.

Esseri orribili, non ce n'era uno uguale all'altro: potevano assumere le sembianze del classico umano di passaggio o essere abomini alti un palazzo e mezzo e fondersi con i mattoni degli stessi edifici usati per misurarli. Certo, sempre meglio del loro carissimo datore di lavoro, su quello non c'era ombra di dubbio.

Al solo pensiero Karef rabbrividiva ancora, tentando di sopprimere l'impulso di guardarsi alle spalle, come se Cervantes avesse potuto trovarsi proprio lì, dietro il suo orecchio, a sussurrarle verità che un tempo non era stata pronta ad ascoltare. Ma lui in quel momento non c'era, c'erano solo i suoi dannati amichetti, e a causa di ciò lei aveva dovuto tirar fuori un innato senso sportivo e farsi a piedi gli otto piani che la dividevano dalla fatiscente catapecchia che Alexis Ivory osava chiamare casa.

Era un po' un peccato: avrebbe tenuto tantissimo a mandarle a casa un paio di idioti a cui un Incantatore a caso aveva fottuto il cervello, giusto per aggiungere un pizzico di pepe alla situazione e vedere di che pasta era fatto il suo nuovo acquisto, ma la chiamata, anzi, le chiamate che aveva ricevuto quella mattina l'avevano spinta a prendere decisioni diverse, che comportavano l'andare a far visita a una sua vecchia conoscenza.

E visto che lei non era tipo da sprecar tempo, aveva ben pensato di prendere due piccioni con una fava e presentare anche Alexis al suo misterioso collega: vero, era stato il segretario di Bill in persona a fornirle il fascicolo sulla sua nuova amica, quando lei gliel'aveva richiesto, ma una cosa era avere su carta la trafila di scuole che Alexis aveva frequentato e un'altra era farla conoscere a qualcuno che avrebbe potuto svelarle, almeno in parte, il suo potenziale.

Si lasciò cadere a terra, con la schiena contro la porta in legno del vicino di casa della signorina Ivory, lo sguardo alzato e fisso verso l'esterno, oltre il vetro della finestra di fronte a lei, e il fiato corto, che le abbandonava il corpo assieme all'adrenalina provata fino a qualche minuto prima.

— Hai bisogno di uno spruzzo anti asma o qualcosa del genere? — Karef sussultò nel sentire il filo dei suoi pensieri venire interrotto, e l'uscio che aveva davanti aprirsi con un cigolio: — Non vorrei che morissi sullo zerbino del povero Zach.

— Ti pare che io stia male? — si difese, rimettendosi in piedi con un sospiro.

Alexis chiuse con una doppia mandata la serratura di casa, ripose le chiavi nella sua borsa scura e solo allora si degnò di rivolgerle di nuovo un briciolo di attenzione: — Dev'essere la vecchiaia che avanza, allora.

Karef fu distratta dal suono di qualcosa di piccolo che si schiantava contro il vetro della finestra del pianerottolo: fuori aveva incominciato a piovere a catinelle, l'acqua veniva giù dal cielo come se ll Diluvio Universale 2 - La vendetta fosse in procinto di scatenarsi su New York, e a colpire il vetro era stato un chicco di grandine grosso quanto un'unghia.