Capitolo 2

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Il 17 luglio di 25 anni fa nascevo io.
I miei mi hanno sempre raccontato che era un giorno caldissimo, che ho pianto per le due ore successive al parto e che il ginecologo ha fatto loro i migliori auguri perché già si capiva che gli avrei fatti disperare.
Infatti fu così, mi raccontavano che ne combinavo di tutti i colori e che sopratutto avevo anche la faccia tosta di rispondere, non che ora sia cambiato qualcosa, ma tendo a comportarmi meglio.
Di quando ero piccolina dai tre anni circa ricordo molto il Natale.
La mattina mi svegliavo e trovavo una parete della sala da pranzo piena di regali per me e ricordo sopratutto mio padre che mi aiuta a scartarli.
Sin da piccola ho voluto un gran bene a mio padre anche se ora glielo dimostro molto poco.
Mio padre ogni anno verso Natale mi racconta che la prima volta che ho visto la neve sono uscita di corsa, ed ero in mutande e canottiera, e mi sono messa a correre nella neve ma appena ho sentito un pochino di freddo sono corsa subito in casa.
Rido ogni volta che me lo racconta.
Ricordo di quando andavo all'asilo e non ne avevo assolutamente voglia, infatti anche lì combinavo un sacco di guai e finivo quasi sempre in punizione.
Ho tre ricordi divertenti dell'asilo.
Il primo è questo: c'era un cavalluccio a dondolo bellissimo e io lo stavo usando senza disturbare nessuno, quando ad un certo punto arriva un mio compagno e inizia a dirmi che il cavalluccio era suo.
Abbiamo iniziato a litigare.
Io tiravo il cavalluccio dalla testa e lui dalla coda, quando mi ha detto di lasciarlo, io stavo tirando il cavalluccio nella mia direzione, l'ho lasciato e la testa del cavalluccio gli è finita in piena faccia facendogli uscire sangue dal naso.
Io sono scoppiata a ridere, invece la maestra si è arrabbiata moltissimo e ha chiamato mia "madre" per farmi venire a prendere.
Mi sono presa due belle sberle per quello che ho combinato, ma vi assicuro che dentro ridevo ancora.
Il secondo invece è questo: c'era una suora che veniva a insegnarci religione ed era veramente cattiva.
Io avevo paura di lei, quindi un giorno ho deciso di nascondermi per non vederla.
Avevamo costruito un tunnel intorno allo scivolo della sala giochi, così io mi sono infilata li dentro e mentre aspettavo mi sono addormentata.
Hanno passato l'intero pomeriggio a cercarmi, quando entrando in classe si sono accorti che mancavo.
Alla fine mi hanno trovata e sono stata sgridata.
Il terzo ricordo è questo:
C'era un bambino di nome Riccardo che mi dava il tormento perché voleva darmi un bacino, ma sinceramente lui mi terrorizzava.
Un giorno mi ha presa per i capelli e mi ha trascinata per il corridoio per darmi sto bacio, invece si è preso un bello schiaffone da parte mia e da lì non mi ha più rotto le scatole.

STORIA DI UNA RAGAZZA COMPLICATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora