"Avevo la forza. Volevo farlo. E lo feci. Il coltello che tagliava il polso. Il sangue. E poi più niente. Il nero. Mi risvegliai in ospedale, i polsi dove avevo fatto tagli profondi ora bendati, con alcune macchie di sangue nella fasciatura bianca. Facevo fatica a respirare. Non mi era mai successo. Tutto ciò, per me, era solo un gioco. All'inizio mi graffiavo un po' con le forbici, poi ho iniziato con i coltelli, all'inizio erano piccoli graffi che non facevano nulla. Semplici e inoqui graffi. Poi ho conosciuto John. Iniziai ad uscire con lui, aveva 19 anni e io solo 14, non capivo che sarebbe finita male. Dopo poco tempo mi presento ai suoi amici, iniziai a fumare e bere. È poco tempo dopo, ogni volta che ci incontravamo, mi faceva drogare. Iniziò a darmi bustine di droga da spacciare. John non aveva limiti. Mi diceva che tagliarsi era una cosa normale e mi istigava. Andai più di frequente a casa sua. Era diventato un alcolizzato. In poco tempo la sua casa divenne una discarica di bottiglie di alcolici forti. Puzzava sempre di alcol ed erba. Ogni giorno andavo a pulirgliela. Quel giorno entrai in casa sua, appena dentro vidi lui e i suoi amici addormentati sul divano e feci il più piano possibile ma persi l'equilibrio andando a sbattere violentemente contro una bottiglia di Jack che era a terra e mi si fracasso sulla schiena. La mia maglietta bianca si riempì in fretta di sangue dove c'erano le schegge di vetro. John arrivo incazzato nero e mi prese per i capelli trascinandomi in salotto. Ma non piansi. Nemmeno quando mi spensero le sigarette sopra. Non piansi. Avevo solo 14 anni. Cosa potevo fare? Ribbelarmi? Era il doppio di me. Ci provai solo una volta a difendermi dai suoi attacchi di ora, dai suoi e da quelli dei suoi amici. I risultati del mio provare a difendermi sono tutte le mie cicatrici. Non sono visibili a occhio nudo per fortuna. Ma io sento il loro peso sulla mia pelle. Una cicatrice in più un taglio sempre più profondo. Fin quando non arrivo il giorno in qui rischiavo seriamente di morire. Ma John mi porto in ospedale e si finse mio fratello. A mia madre dissi che ero a dormire da una amica così che non sospettasse nulla. Ma John fu comunque costretto a dare il numero di telefono di mia madre all'infermiera. Stetti in ospedale per un paio di giorni. Fino a quando il medico non mi volle visitare e mi dovevo togliere la maglietta, così il dottore vide tutte le cicatrici. L'infermiera chiamò mia madre che venne a prendermi. Inutile dire che non ho più rivisto John e che mia madre non mi fece uscire per nessuna ragione al mondo. Per mesi non parlai. Non riuscivo a guardarmi allo specchio. Conosce quella sensazione di disperazione? Sei stanco di tutto. Vuoi solo che qualcuno stia li e ti dica che va tutto bene. Ma non ci sarà nessuno. Lo sai che devi essere forte per te stesso ma sei stanca di essere forte. Per una volta vuoi che sia facile, semplice. Essere aiutato. Essere salvato. Ma sai che non succederà. Ma stai aspettando, desiderando. E stai tenendo duro. Stai combattendo con le lacrime agli occhi."
"Capisco, bene direi che per oggi è tutto." Dichiara lo psicologo
"Okay Grazie" dico alzandomi e andandomene.
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Poi arriva lui.
Romanzi rosa / ChickLitJulia una ragazza che ha vissuto un'adolescenza difficile si ritrova a dover ripartire da capo ma con gli stessi amici. Nash Grier, Hayes Grier, Cameron Dallas, Matt Espinisa, Andrea Smith, Alessia Wolfair, Jack & Jack, e John un fantasma del passat...