Liam Dunbar non era il solito ragazzo che pensava solo a muscoli, ragazze, sesso, o al farsi notare, magari eccellendo nella squadra di Lacrosse del suo liceo, o solamente comportandosi da uno di quei ormai comuni teenagers che si mettevano quasi una maschera, fingendosi qualcun altro, "come Brett Talbot", gli sarebbe venuto spontaneo da pensare.
Ciò che a lui importava davvero, erano i suoi migliori amici, o forse sarebbe più appropriato dire "il suo migliore amico", dato che accanto a lui aveva solo Mason Hewitt, il suo primo vero amico, e probabilmente anche l'unico. Certo, per lui ci sarebbe stato anche Corey nei momenti di bisogno, fidanzato di Mason e suo coetaneo, ma non aveva stretto una grande amicizia con lui.
A scuola, gli altri lo deridevano continuamente, perché era gay, o per gli amici, non importava perché, ma ormai era quasi una moda, per quanto possa essere triste dirlo.
Le persone che contavano davvero per lui restavano comunque poche, e non era sicuro che la sua famiglia potesse rientrarne. I suoi genitori lo abbandonarono dopo che Liam gli disse che era gay, e per lui fu un duro colpo. Non accetando la cosa, i due si trasferirono in Texas, "lontano abbastanza da quello che sei diventato", dissero, ma nonostante la loro assenza continuano a mandargli soldi per gestire la casa, come minimo.
Altre cose di cui non poteva fare a meno? Ci dovette riflettere su, ma arrivò alla conclusione che c'erano altri due punti da aggiungere alla lista; ovviamente era esclusa la sua playlist preferita, con canzoni che partivano da Ed Sheeran, e arrivavano fino ai Twenty-One Pilots e ai Bring Me The Horizon.
Oltre a questa, erano presenti i libri, l'unico modo che aveva per scordarsi tutti i suoi pensieri, dimenticarsi dei problemi, del mondo e della sua crudeltà. Amava potersi sentire così avvolto dal racconto da farne quasi parte, avendo la possibilità di non vivere una sola vita, ma bensì quante ne avesse volute; e adorava anche scrivere, perché gli dava l'opportunità di vivere quelle infinite vite come desiderava, con il lieto fine che si meritava, e con una soluzione sempre pronta ad ogni problema che veniva posto.
Entrando nel suo supermarket di fiducia, venne travolto da un'ondata di aria calda, trovandosi costretto a togliersi di dosso gli amati guanti e l'adorato cappellino. Prese un carrello, e man mano che attraversava le sezioni del negozio, ci aggiungeva qualcosa all'interno.
Fra una corsia e l'altra, scorse un ragazzo, che attirò subito la sua attenzione nonostante non l'avesse visto bene, ma soltanto di sfuggita. Non vide i suoi occhi o i lineamenti del viso, ma riuscì a cogliere i suoi capelli castani, a tratti scuri e a tratti più chiari, e il suo corpo possente, muscoloso ma snello e alto.
Lasciò correre i pensieri, e arrivò nella sua parte preferita dell'intero negozio, ovvero la zona dei dolcetti Kinder; avvistò subito i suoi preferiti, i Kinder Bueno, ma essendo piuttosto basso, non riuscì ad arrivarci, in quanto posti nello scaffale più alto.
Si rifiutò immediatamente di chiedere un aiuto a qualcuno, era troppo timido per farlo.
Allora provò di tutto, dal mettersi in punta di piedi ad arrampicarsi sugli scaffali, ma il risultato era sempre lo stesso. Finché, ad un punto, sempre con la solita tattica, non si ritrovò con i piedi nel vuoto, a volare per aria, e vide la distanza fra sé e il pavimento diminuire sempre di più, fin quando non fu convinto di essere caduto a terra e chiuse gli occhi, pronto all'impatto.
Ma invece, sotto di sé non trovò il freddo pavimento del supermercato, bensì due possenti braccia che lo stringevano da dietro, e non capendo cosa fosse accaduto, si staccò da quella specie di abbraccio per voltarsi verso lo sconosciuto salvatore.
Non vide esattamente il volto che si aspettava di ritrovarsi di fronte, infatti rimase quasi perplesso di avere davanti il misterioso ragazzo della corsia precedente. Iniziò a balbettare, in cerca di qualcosa da dire; forse un "grazie per non avermi fatto sbattere a terra contro il pavimento! Sono in debito con te, che ne dici di una cena" sarebbe stato eccessivo, oppure si sarebbe dovuto prima presentare?
I suoi ormoni non aiutavano affatto in quella scelta, e doveva ammettere che da vicino il ragazzo era ancora più attraente. Finalmente, Liam riuscì a mormorare un timido "grazie", e subito dopo si limitò al silenzio. Il suo sconosciuto abbozzò un sorriso, probabilmente per il suo evidente imbarazzo, e i suoi occhi parvero come illuminarsi alla vista del sorriso ricambiato di Liam. Quest'ultimo, invece, aveva avuto gli occhi illuminati per tutto il tempo, concentrati forse a cogliere tutti i dettagli del ragazzo quasi fossero lingotti d'oro puro, a partire dalla mano che portò nei propri capelli, per poi porgergliela, e dei suoi muscoli, messi in evidenza da una maglia un poco attillata, che si contraevano ad ogni singolo movimento.
«Piacere, Theo Raeken. E tu sei...»
E ora sapeva il suo nome. Anche la sua voce non era male, anzi. Già se lo immaginava, a sussurrargli nell'orecchio che lo amava, ma forse non avrebbe dovuto farsi questo tipo di fantasie mentali. Però, ovviamente era inutile negare che la sua voce roca e abbastanza bassa, aveva qualcosa di insolito e romantico, e forse era quello a renderla così bella.
<<Li-Liam Dunbar, p-piacere mio.>>
Le sue parole sembravano quasi avere un tono interrogativo al confrotno con la sicurezza di Theo, che però non sembrava aver dato peso a quel particolare, dato che si strinsero normalmente la mano. Liam fu felice di quel contatto, sorridendo ancora, però per la prima volta spontaneamente. "Due sorrisi in un giorno con una persona che non sia Mason, facciamo progressi!" si disse, ma d'altronde aveva ragione, era strana come cosa.
<<Ah, comunque non c'era bisogno di ringraziarmi per la "presa al volo",>> mimò delle virgolette, poi continuò <<ero di passaggio!>> e così accennò una risatina, che fece andare ufficialmente fuori di testa gli ormoni di Liam.
<<Oh, beh, gra- cioè no, volevo dire soltanto ch- va beh, ci rinuncio>>. Sussurrò quasi le ultime parole. Alla vista del perenne sorriso che Theo aveva in faccia, gli venne spontaneo abbassare il volto fino a poter guardare dritto il pavimento, "forse così potrei riuscire a non mettere più in difficoltà un po' tutti", un altro pensiero spontaneo. Theo, come a leggergli nella mente, gli appoggiò una delle sue grandi e calorose mani nella spalla, e Liam prima la guardò, poi alzò il capo verso di lui per guardarlo in faccia e sentire le sue parole. <<Ehi, tutto a posto? Sai, credo che mi piacerai, che ne dici di uscire ogni tanto?>> A quel punto l'imbarazzo di Liam si fece ancora più evidente, e si chiese se avesse capito male, quasi strozzandosi con la sua stessa saliva.
"Beh, sicuramente uscire come amici, purtroppo. Ovviamente non sarà gay, avrà mille ragazze ai suoi piedi, e in ogni caso non gli potrei mai interessare." Appena aprì bocca per contestare, non sapendo ancora cosa dire, Theo lo interruppe, puntandogli il dito contro. <<Bene, sono felice che questa idea ti piaccia, se mi dai il tuo telefono ti lascio il mio numero, così possiamo parlare.>> Continuò a sfoggiare quel suo sorriso smagliante che continuava a lasciare Liam estasiato. Quest'ultimo si ritrovò ancora a fare scena muta per la milionesima volta, "Neanche durante le interrogazioni di matematica", pensò, ma si ritrovava un nodo in gola apparentemente impossibile da smuovere. Theo, scorgendo il suo telefono dalla tasca dei jeans, glielo prese, e con apparente fretta segnò il suo numero, per poi lasciare Liam solo con mille domande nel reparto dei dolcetti kinder, e limitandosi a un <<Ci si vede.>> seguito da un altro dei suoi sorrisi e un occhiolino.Spazio autrice
heii,
questo era il primo capitolo, fatemi sapere cose ne pensate e se volete il secondo, commentate anche con consigli, accetto tutto!
spero che vi sia piaciuto come inizio, e premetto che non ho un sacco di fantasia e non so quanto sarà lunga la storia.
+ cercherò di aggiornare il più possibile, e intanto se vi va scrivete nei commenti su chi vorreste che sia il pov nel prossimo capitolo.
detto questo, idk, al prossimo capitolo (?)💗
//fran
STAI LEGGENDO
Thiam // Numeri primi.✴
FanfictionLiam, un ragazzo solitario e fragile, deriso dai compagni del liceo e abbandonato dai genitori. Non lascia che nessuno, oltre al migliore amico Mason, possa vedere oltre la sua corazza e scoprire la sua personalità. Theo, un ragazzo più grande, anc...