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Lo sciolgo nell'acido o lo do in pasto ai lupi?

Sono queste le domande che mi gironzolano per la testa mentre percorro i corridoi della Boston High School.

Mi fermo per un secondo, e lo vedo poggiato di spalle al suo armadietto mentre parla con Mark e Simon.

Mentre ride per non so cosa, la mia voglia di spaccargli quel visino perfetto sale alle stelle.

Ridendo amaramente continuo il mio itinerario verso la classe.

Dopo aver letto cosa aveva scritto ho cercato invano di respirare profondamente per calmarmi.
Il mio armadietto dello spogliatoio, che adesso è ridotto abbastanza male, può testimoniare che non ero affatto tranquilla.

Sono corsa in campo, sperando con tutta me stessa fosse tutto  uno stupido scherzo.

Ma quando ho visto la mia felpa preferita penzoloni, non ce l'ho fatta più.

È stato davvero un colpo basso, non doveva farlo.

E poi quel biglietto, quelle parole, mi hanno fatto male.
Sembrava che la guerra tra noi fosse terminata, che avevamo raggiunto una tregua, ma mi sbagliavo.

Ora ha superato ogni limite.
Mi vendicherò senza alcuna pietà.

Non ho trovato scale nei paraggi e ho cercato in tutti i modi di recuperare i vestiti ma non ci sono riuscita.

Ho dovuto aspettare di tornare a scuola per mandare un bidello a cercare di riprenderli.

Sono tornata a casa a piedi più arrabbiata che mai dopo la partita, tiravo calci a qualsiasi cosa mi era di intralcio ai piedi e ho saltato la cena.

Ho fatto una doccia lunghissima per cercare di rilassarmi e alla fine sono andata a dormire, ripetendo a me stessa che odio a morte quell'essere.

<<Signorina Jackson>>mi chiama colui che avevo mandato in missione
<<Ecco a lei i suoi vestiti>>me li pone cordialmente e tiro un sospiro di sollievo
<<Grazie infinite>>gli sorrido, e infilo la mia roba dell'armadietto insieme ai pesanti e insopportabili libri.

Durante le ultime lezioni ho cercato di rimanere concentrata, a differenza di Dylan, che sembrava completamente assente.

Finalmente suona la campana e mi alzo dalla sedia come una saetta
<<Stai bene Fleccer?>> gli chiedo prima di uscire dalla classe
<<No, per niente! Non capisco un tubo di matematica>> risponde sconsolato, prendendo in mano lo zaino.

<<Se prendi appunti vedrai che sarà più semplice>>usciamo fianco a fianco, dirigendoci verso l'esterno.

<<Al momento non ho la testa per farlo, potresti passarmi i tuoi?>> chiede gentilmente, e quasi mi stupisco, dato che non ho mai visto questo suo lato cordiale.

<<Certo, ecco tieni>>

<<Non ci capirò niente da solo>>si agita leggendoli frettolosamente

<<Se puoi e se non ti da fastidio, potremmo incontrarci oggi pomeriggio almeno le parole a vanvera della prof avranno un senso>>.

Okay, ora sono davvero confusa.

Ci sta provando o ha veramente bisogno di aiuto?

<<Oggi pomeriggio ho gli allenamenti, come tutti i giorni>> lascio la frase in sospeso e un velo di tristezza compare sul suo volto

<<Ma iniziano tardi quindi appena pranzo sono libera>> concludo, notando la presenza di Ben alle nostre spalle.

<<Perfetto allora, alle tre e mezza da Starbucks?>> sorride

Scusa,ma ti amo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora