Conquiline

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In copertina da chi ho preso ispirazione per Ashley e Tyler.

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Buona lettura❤

Chiusi la porta dietro di me abbastanza forte da rendere nota la mia presenza.Una ragazza bionda si girò di scatto verso di me e spalancó gli occhi.

Successivamente arrossí mentre cercava di staccarsi dal corpo del ragazzo vicino a lei.

«Tyler, fermati.» disse con tono fermo la bionda al moro mentre lui continuava a baciarle il collo.

Lui con un verso di protesta alzò la testa verso di lei per poi notarmi poco dopo.Mi rivolse un sorrisetto un po' forzato e si scostó dalla ragazza.

«Ciao, sono Phoebe e credo di essere la tua conquilina» li informai rivolgendomi alla ragazza mentre stringevo le braccia al petto.

Che situazione imbarazzante.

«Ciao, scusa, io sono Ashley.É un piacere conoscerti» mi sorrise ancora rossa in viso.Mi si avvicinò e mi abbracció brevemente.

«Anche per me» le sorrisi a mia volta stringendola.

«So che propabilmente ti saresti aspettata un tipo diverso di accoglienza ma io sono Tyler.É un piacere conoscerti anche per me» mi accolse anche il moro ridacchiando.

«Phoebe» gli risposi ridendo.

«Ora devo andare» ci disse Tyler per poi salutare Ashley con un piccolo bacio sulle labbra.

Successivamente chiuse la porta ed io e lei ci ritrovammo da sole.

Io e la mia nuova conquilina, con la quale avrei passato l'intero anno scolastico nella stessa camera.Con la quale avrei condiviso momenti di crisi prima degli esami ed anesse notti insonni a causa dell'ansia, pianti e risate, chiacchierate a notte fonda e il risveglio traumatico della mattina.Magari le avrei anche fatto vedere una stupida commedia italiana e avremmo riso fino ad aver dolore allo stomaco.

Sognavo tutto questo da anni e finalmente il mio sogno si era realizzato.Avevo vinto una borsa di studio per una scuola prestigiosa grazie alla quale avrei imparato nuove cose.Mia madre mi diceva sempre che sin da piccola ero molto curiosa.Ero "affamata" del sapere, volevo conoscere ogni cosa, manovrarla e trarre vantaggio da essa.

Fu solo in quel momento che mi osservai intorno notando di trovarmi dentro una stanza né troppo piccola né troppo grande.

Le pareti erano della stessa tonalità di rosa che apparteneva al dormitorio femminile e tre letti singoli erano posti davanti a me.

Scelsi quello vicino alla finestra che dava su un piccolo balconcino che si affacciava sul cortile dell'università e vi lasciai accanto la mia valigia.

Dopo essermi guardata meglio attorno e aver notato un'ampia libreria e un armadio in legno chiaro addossato al muro iniziai a svuotare le mie valige.

«Da dove vieni?» mi chiese la bionda seduta sul suo letto.

Sembrava pensierosa ma non indagai per non metterla a disagio.

«Vengo da New York ma sono nata in Italia» le risposi con una smorfia.

Ero venuta qui per dimenticarmi di quella città e appena mettevo piede nella mia stanza mi ritrovavo a nominarla.

«Vorrei tanto andare in Italia!Amo la pizza!» esclama.

«Io ne sono dipendente» le risposi con un gran sorriso nel ricordare tutte le prelibatezze della mia terra natale.

«Immagino ci sia un terzo letto perché avremo un'altra coinquilina, giusto?» le chiesi alzando lo sguardo dai miei innumerevoli vestiti.

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