I tedeschi sono tutti come lei

27 3 0
                                    

-Avresti potuto evitare di metterti nei casini un'altra volta Aly- i suoi occhi intensi scrutarono di fretta la situazione
- Cosa posso farci,è più forte di me
-Quindi dovrai fare da guida turistica ai nuovi?
- Così pare- sbuffai e mi rivolsi a lei. Le presi tra le dita una ciocca di capelli rossa e la rigirai più volte per smaltire l'ansia provata in quell'istante.

Momentaneamente ero a casa di Jennifer per salvarmi la pelle da "i genitori assassini" ma una volta tornata a casa non avrei avuto la stessa ospitalità da mia madre che era già stata informata di ciò che è accaduto durante l'ora di tedesco.

Chissà,magari il tempo oltre a curare le ferite cura pure la rabbia verso i figli. Per non rischiare,sarei rimasta ancora un po da lei.

Ecco cosa succedde:
Verso la terza ora la professoressa stava parlando in tedesco,convinta che noi,avendo studiato per il giorno stesso,capissimo ciò che con il suo accento stravagante diceva.
- Ma allora è vero che i tedeschi quando parlano sembrano donne ciclate- sussurrai rivolta verso Jenny, lei di conseguenza rise
- Cosa hai contro i tedeschi? -rispose lei
-Assomigliano tutti a questa-poi indicai l'insegnante mingherlina e di bassa statura. Lei parve accorgersene e si avvicinò con fermezza al mio banco posto in terza fila
-Vuole ripetere cio che ha riferito alla studentessa Sanchez a tutta la classe, signorina che ha capacità di capire tutto senza la spiegazione?!- disse con il petto gonfiato e un tono alto
-Ecco,visto cosa intendevo?!- mi rivolsi sorridente verso la mia migliore amica che a contrario mio aveva una faccia preoccupata e nervosa.
- Non abbiamo tutto il tempo del mondo signorina
-I tedeschi sono tutti uguali a lei,ecco cosa ho detto. E credo che se siano davvero come lei probabilmente sono messi male- il suo viso si fece rosso dalla rabbia e poi rispose
- visto che lei è così simpatica potrebbe fare da aiutante ai ragazzi di terza domani pomeriggio,la sua simpatia potrebbe avere un certo successo.-
Mi limitai ad annuire sottomessa all'ottavo nano di Biancaneve e girai il foglio del quaderno per recuperare gli appunti che erano scritti alla lavagna.

-Comunque sia,- ripresi a dire - pensi che una persona in più a casa gli faccia scomodo ai tuoi? Perché penso che a te non darebbe fastidio avere una sorella combinaguai no?
-Credo che un animale domestico sia stato il loro sogno da tanti anni quindi...no
-Ok..mi limiterò a fare il cane da guardia
-Vuoi le coccole?- disse scompigliandomi i capelli e io imitai quello che lontanamente poteva ricordare il rumore di un cane che abbaia.

Una volta scoccata la lancetta delle 20 dedussi che sarebbe stato il caso di tornare a casa,poiche l'ira di mia madre di certo non sarebbe stata più per la punizione scolastica di domani,ma del ritardo che feci,il che mi rende poco più tranquilla.
Era suo solito farmi le ramanzine per gli orari. Un giorno tornò a casa da lavoro con un pacchetto regalo con i fenicotteri,me lo porse e io sorpresa dal gesto fui così entusiasta da strappare la carta in meno di un battito di ciglia,nonostante il mio desiderio di tenere la carta e fissarne un pezzetto nel mio bullet journal.Mi sorpresi nel trovare un orologio di quelli semplici ma d'effetto e un biglietto all'interno della scatolina con su scritto:
《così la prossima volta eviti un altro ritardo e la solita scusa del "non avevo l'orologio"》
Inutile dire che non servì a niente(come tutt'ora dopotutto) e che i miei ritardi furono raddoppiati dopo quella scena solo per fare un dispetto a lei. Nessuno,e quando dico nessuno intendo neanche mia madre,ha il diritto di umiliarmi in tal modo.
Salutai i genitori di Jennifer con un bacio sulla guancia,data la confidenza(per loro ero davvero come una seconda figlia) e andai verso casa con le cuffiette indossate.Alzai il volume fino al massimo e camminai isolandomi dal mondo,ma non abbastanza da offuscare pure la vista. Adoravo guardare il paesaggio quando le strade erano vuote e adoravo poter tenere quel qualcosa tutto per me. Prendevo spunti dopo spunti in ogni momento per poi raffigurare una scena sulla tela. Feci la solita strada di ritorno,sempre vuota. Girai l'angolo e camminai per una decina di minuti con lo sfondo di "Blowing in the wind". La verità è che questa canzone non mi è mai piaciuta, ma per le passeggiate rendeva l'atmosfera assolutamente più alla contadina,più cullata con il vento. Verde,Blu,Giallo...
Da lontano vidi tre ragazzi davanti all'entrata del parco ,più o meno della mia età,dal corpo massiccio.Dedussi che andassero in palestra regolarmente o semplicemente che la natura li premiò per qualcosa che ebbero fatto in una vita precendente ma....TUTTI E TRE??
Stavano bruciando due rose con un accendino metallico(sin da lontano rifletteva la poca luce che i lampioni emettevano a quell'ora).Uno dei tre ridendo cercava di convincere gli altri due a spegnere le fiamme e poi sorridendo voltò la testa. Non vidi molto,non mi soffermai sui dettagli come il colore degli occhi o gli zigomi. Così si accorse di me e io persi il fiato. Il mio cervello andò lentamente in corto circuito e il mio corpo si irrigidì. Gli altri due smisero di ridere vedendo il ragazzo concentrato su un altro obiettivo e poi si girarono anche loro verso di me. Il corpo non dava segnali,le mani sudaticce non si mossero ma la musica continuava a scorrere una parola dopo l'altra.
Scossi violentemente il capo una volta messo in chiaro ciò che stava succedendo e camminai con velocità per la via finché arrivai con il respiro affannato a casa. Suonai il campanello e,una dopo l'altra,si accesero tutte le luci del piccolo appartamento.
-Dove sei stata fino ad ora?!- sbraitò mio padre con mia madre alle calcagna. Portava il solito berretto che non toglieva neanche a casa per la calvizia e il solito paio di occhiali ristretti di un color cobalto- Non pensi alla paura che fai prendere a me e a tua madre? Di sicuro non la passi liscia questa volta Alice,non questa volta.
-Va bene ma posso entrare che sto gelando?- dissi battendo i denti per essere piu credibile e strofinai velocemente le mani per fare calore. Poi entrai e lui sbattè la porta con forza.
-E ora vai a mangiare che diventa freddo

Her teoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora