La giornata sembrò non finire mai,o almeno... la prima parte della giornata. Continuai a chiedermi il perchè di tutto questo entusiasmo ma non ne trovai alcuna causa. Ricordai che questa sarebbe stata una punizione ma neanche questo cambiò lo stato di attesa in cui ero.
- Che ore sono ora?- richiesi a Jen per la sedicesima volta della giornata
-Posso sapere perché diavolo continui a chiedermelo? sono passati solo due minuti dall'ultima volta-sussurrò lei senza farsi beccare.
-È che...boh non lo so
-Agitata per dopo?
- Non è agitazione... direi più stato di "voglio uscire da questo mortorio e tornarmene a casa ma sono cosi sfigata da dover restare a scuola per almeno altre due ore intere,per non parlare della punizione ",ti rendi conto che ho solo un'ora per mangiare e fare il pisolino dopo pranzo?
- Non ti conviene farne a meno del pisolino questa volta? Potresti rischiare di arrivare in ritardo.
-Rinunciarci dici?Naaah
-Comprendo mia cara compagna di pazzie- poi si rigirò verso il quaderno di fisica e riprese a scrivere,cosa che io non feci.Le ore passarono a rallentatore ma la campanella decise di stare dalla sua parte solo all'ultimo. Tra lezioni di matematica e lezioni di storia,avevo bisogno di un po d'aria.
- Se vuoi sto con te finché non è l'ora di fare la guida turistica-sorrise - magari ci facciamo un panino al Burger?
- No,mia sorella dovrebbe arrivare a momenti
- Come mai?
- Storia lunga- sbuffai- giuro che ti racconto tutto stasera. Promesso.
-Ok allora raggiungo le altre,buona fortuna- Allontanandosi fece un cenno con la mano e si mise a correre per raggiungere le altre ragazze. Per quanto mi stavano simpatiche,non riuscivo a parlare con loro,a trovare argomenti comuni. Con Jen fu diverso sin da piccole. Appena ci vedemmo lei mi porse la mano e fece il solito giochetto di togliere la mano quando l'altra la porgeva di conseguenza. Io me la presi e lei per farmi stare tranquilla mi tolse i capelli dalla faccia e mi porse un orsetto gommoso.
Facemmo molte altre stupidaggini alle medie,otturammo tutti i bagni e dammo la colpa al bidello,quando lo licenziarono gli mandammo una lettera di scuse anonimo a casa sua. Portammo bottiglie con caffè e peperoncino e li distribuimmo a Natale come cioccolata calda.
Mia sorella tardò di sette minuti ma arrivò.
-Scusami,mi ero totalmente scordata di sta idiozia-
-Gia-mi limitai a rispondere.
Il tragitto fu breve ma colpito da un silenzio lacerante,nemmeno uno sguardo.
-Siamo arrivati,sbrigati-disse Jane.
Lei accostò e io scesi dalla macchina. Tirai fuori dallo zaino le chiavi e scaraventai la porta,pronta a fare le corse olimpioniche per non perdere tempo. Poi iniziai a pensare che il pensiero di rinunciare al sonnellino non era poi una cattiva idea.
Mangiai di fretta e andai a scegliere cosa mettere. "Non ho nulla da indossare" pensai,i miei occhi dimostravano il contrario ma...insomma,anche io sono donna e ho il diritto di lamentarmi!!
Alla fine optai per un semplice paio di jeans e una maglietta nera da infilare dentro i pantaloni,tutto abbinato a un cardigan grigio.
Corsi a prendere il mio solito zaino,mi liberai di qualche chilo di libri e lo misi sulle spalle. Si fecero già le 14.45 quindi iniziai ad avviarmi verso la mia punizione.
Canticchiai un po,per sminuire l'ansia e dopo qualche minuto di THE VAMPS arrivai a destinazione. Un gruppo di ragazzi già aspettava all'esterno,chi controllava l'orario sul proprio orologio,chi chattava senza farsi troppi problemi,chi osservava il resto dei ragazzi.
Mi feci spazio tra la folla e passai impettita.
Un passo,due passi,tre passi,quattro passi.
I capelli finivano regolarmente sul viso solleticando il collo ,guidati da un leggero venticello. Entrata trionfale seguita da mille sguardi. Tra la folla,il ragazzo della rosa puntò gli occhi verso di me come fece la prima volta e io inciampai. Lui distolse lo sguardo portandosi una mano davanti agli occhi e qualche mano venne porsa in mio aiuto.
-Grazie- esclamai quasi sussurrando. Mi alzai comunque da sola, scrollai dai vestiti qualche pietrolina che mi si attorcigliò tra i fili di lana. Poi soffiai sulla piccola ferita che ritrovai sul palmo roseo della mano. Non è niente,pensai,è solo un taglietto. Poi lo sfiorai ,solo un taglietto ma fastidioso.
Niente avrebbe bloccato il tempo e niente lo avrebbe portato avanti. Mi sarebbe toccato fare da guida comunque, nonostante anticipai una bellissima figura di ...ok mi trattengo.
Suonai il campanellino e mi aprirono la porta.
-Ho solo bisogno di respirare con calma- mi ripetei più volte,diventò quasi uno slogan. Ispira,espira,ispira,espira,ispira, tossisci per aver ispirato troppo forte e...no,non doveva andare così. Ripresi il passo e salii due gradini alla volta.
-Scusa- mi chiamò una voce dall'altra parte delle scale,un ragazzo dai capelli corvini disposti in boccoli omogenei sulla cresta -penso che tu stia andando nella classe sbagliata,le persone sono di LÀ-indicò il portone da cui entrai qualche minuto prima.
-Credo di esserne al corrente grazie- risposi, e come se non fosse mai accaduto nulla andai avanti
- No aspetta aspetta- lui mi rincorse per le scale e con una mano mi prese la spalla sinistra.calore.
-non volevo fare l'impressione del pignolo
-Ok- dissi con uno sguardo che non lasciava passare neanche un sentimento.
- No sul serio-riprese lui-comunque piacere,mi chiamo Christian,per gli amici Chri o semplicemente "il boss"-poi ridacchiò senza smettere di parlare-,quindi tu chiamami Christian...-tolse la mano dalla spalla e il calore si disperse- o Chri,vedi tu la libertà che vuoi darti
-Okay Christian ora devo andare a posare i libri,quindi se vuoi che io non ritardi sul serio stavolta lasciami andare.
Lo vidi allontanarsi con la punta dell'occhio,poi di scatto si rigirò
-Non mi hai detto come ti chiami tu
- Non è importante che tu lo sappia
- Poi però non saremmo con gli stessi vantaggi,voglio il tuo nome in cambio del mio però.
-Ho capito,vuoi farmi finire nei pasticci
- Non sei già nei pasticci?La professoressa di tedesco non è stata molto contenta del tuo comportamento vero?
-E tu come lo sai?!-sgranai gli occhi e per un attimo mi dimenticai di cio che era mio compito.
-Ecco cosa ti darò in cambio,ma prima...il nome signorina...