Jessy J.

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CAPITOLO 1.

Ciao a tutti, mi chiamo Jessica James Horan, per gli amici Jessy J. o solo Jessy. Abito a Mullingar - Irlanda, ho 18 anni appena compiuti.. festa stupenda tutto grazie a i miei due fratelloni - Niall Horan e Greg Horan - ormai già estinti da tempo.

Greg ha la sua bellissima famiglia e un bellissimo figlio Theo, il mio dolcissimo nipotino. Niall se ne andato di casa a soli 16 anni, e da lì non è più tornato, adesso anche lui ha la sua vita, fa parte di una band - One Direction - e quindi non trova mai tempo di ritornare a casa, per via dei tour, interviste, e poi le fans... insomma mi manca terribilmente.

La casa sembra vuota senza i miei due fratelloni che mi rompono le scatole, ma riesco a sopravvivere anche grazie all'amore dei miei fantastici genitori - Maura e Bobby - ma soprattutto grazie anche alla mia migliore amica Kate.

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*DRIIIIN*

La sveglia suonava di continuo, ma non mi andava di alzarmi da quel comodissimo letto, così soffice e delicato, l'unico letto che mi fa fare sogni doro la notte, l'unico letto che non mi avrebbe mai tradita. Ma ritorniamo a noi, quella cogliona - così definita quando mi imponeva di fare qualcosa contro voglia - di Kate, mi spinse giù dal letto, rotolai talmente veloce che le coperte mi avvolsero come un involtino primavera.

-"Svegliaaa, la scuola ci aspetta"- disse Kate liberandomi da quell'involtino.

In quel momento in testa mi frullò di tutto, e pensai a come potermi vendicare.

-"Ricordami di chiamare il 118 per sfruttamento di ragazze spinte giù dal letto in pieno sonno, altrimenti, la prossima volta, ti farò dormire di sotto"- dissi dirigendomi verso il bagno per cambiarmi.

-"Oppure, la prossima volta, puoi farmi dormire nella stanza di Niall"- disse Kate gridando verso la porta del bagno.

Che fantasia che ha quella ragazza, crede davvero che io la faccia dormire in camera di mio fratello (?)

Da quando e partito non ho fatto entrare o tantomeno dormire qualcuno lì. Il letto, l'armadio con i suoi vestiti - almeno quei pochi che erano rimasti - la scrivania con tutti quei fogli sparsi, i poster con stampata la figura di Michael Bublé.. e rimasto tutto intatto. Non voglio che qualcuno entri e tocchi tutto, anche se quel qualcuno è la mia migliore amica.

Sento la sua mancanza, forse anche troppo.

I miei amici dicono sempre "Anche se non c'è in casa, puoi sempre guardarlo in TV o al computer" si ma.. non è la stessa cosa di averlo in casa, di sentirlo canticchiare sotto la doccia, di guardarlo mentre rincorre Greg, perché ha preso qualcosa di suo. Mi mancano i suoi abbracci calorosi, che mi facevano sentire protetta e al sicuro, mi manca sentire la sua voce pronunciare il mio nome, mi mancano i suoi "Ti voglio bene bimba". Mi manca, troppo!

-"Ragazze, la colazione è pronta"- la voce squillante di mia madre rimbombò per tutta la casa, feci un leggero rimbalzo dallo spavento e i miei pensieri svanirono completamente.

Scendemmo di sotto per fare colazione - se così si può dire - ma le uniche cose che riuscimmo a magiare furono due semplice fette biscottate, visto che non facevamo in tempo neanche di fare quattro chiacchiere. Uscimmo di corsa per andare a prendere il bus che ci porta fino scuola, ma aimè, il bus partì senza di noi.

-"Fantastico! Adesso ci tocca andare a piedi"- confermò Kate sbruffando.

Mi dava noia andare a scuola a piedi, dato che oggi non avevo neanche le forze di alzarmi da letto.

Arrivate a destinazione, la maggior parte degli studenti, era già dentro, ma nessuna traccia di un mio compagno/a di classe.

Non so se ve l'ho già detto, ma la Mullingar Hight School era davvero una scuola pensate, per non parlare dei professori, ma non voglio perder tempo a parlare di loro. L'unica cosa e che è una scuola davvero molto colta, a parte alcuni elementi, ad esempio Mike Leigh - capitano della squadra di basket - ragazzo alto, palestrato, bel visino, ma niente cervello. Sono mesi che mi sta dietro come un cagnolino, ma l'ho sempre respinto, non è un ragazzo serio e con la testa sulle spalle, e sinceramente non voglio avare niente a che fare con questo tipo di persone.

Kate girò a destra andando verso la sua classe, e io feci lo stesso girando dalla parte opposta, non volevo arrivare in ritardo, non il primo giorno dopo una lunga serie di vacanze.

-"Ci si rivede Horan"- mi bloccai d'istinto a 5 centimetri dalla porta della mia classe, ma non mi voltai, conoscevo fin troppo bene quella voce.

-"Sfortunatamente si, Leigh"- non fece neanche in tempo a parlare, che aprì la porta e entrai in classe, ma lui la bloccò infilando il suo piede.

-"E così che mi saluti dopo tre mesi che non ci vediamo (?) Beh Horan, non è carino da parte tua"- mi prese per un braccio - stranamente non con forza - e mi tirò a se, misi le mani sul suo petto e lo spinsi con forza.

-"Con me non funziona Mike"- mi voltai e direi che finalmente la porta si chiuse definitivamente.

Lui era uno di quei puttanieri, imbambolava le ragazze per poi portarsele a letto per una notte, e chi si opponeva le obbligava con la forza, lasciando dei grossi lividi sul copro, e sinceramente non volevo rivivere la stessa esperienza dell'anno scorso. Ma con me era diverso.. non osava toccarmi neanche con un dito e spero solo che non cambi idea, perché anche se con lui sono dura, un po' di paura c'è l'ho, ma non lo dimostro, e preferisco continuare così, perché non potrò mai sapere cosa passa per la testa di quel ragazzo.

CONTINUA.

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