Parte I

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Da quando ruppi con James le cose non sono state più le stesse. Non che soffrissi troppo. Avevo capito che non era quello giusto per me; semplicemente, mi sentivo sola. Non mi mancava lui, né il nostro rapporto. Ciò di cui sentivo più la mancanza erano le cose che avevamo fatto insieme, come io mi sentivo in quei momenti, tutte le sensazioni che provavo.  I baci a fior di labbra, gli abbracci dopo un litigio, le risate mentre guardavamo vecchie puntate di topolino completamente sbronzi. Piccole cose, che ora mi facevano sentire solo un inutile guscio vuoto. Spesso mi guardavo intorno come alla ricerca di qualcosa, come se potessi ancora provare quelle emozioni. Ogni volta che accadeva, mi rendevo poi conto, che non sarebbe più successo; non a me. Questo mi rendeva triste. Il peso di quelle mancanze mi opprimeva il petto. 

Un pomeriggio decisi di condividere questo peso, non con qualcuno, ma con qualcosa. Non che non avessi amiche, solo che davanti a loro mi mostravo forte, incolume alla solitudine, perciò non potevano sapere. Decisi di scrivere. Amavo l'odore della carta e scrivere, per me, era soddisfacente tanto quanto parlare; forse anche di più. Mi aiutava spesso a riordinare le idee, a trovare un senso alle cose e forse a risolvere meglio i problemi. Però di una cosa ero felice, con lui sono riuscita a capire cosa cercassi in un ragazzo o almeno speravo di averlo capito. 

Aprii un vecchio cassetto del mio armadio e tirai fuori un diario. Ricordo che lo usavo alle elementari per commentare i ragazzi più carini della mia scuola e parlare delle cotte che mi colpivano furtivamente il cuore e che poi tanto furtivamente passavano. Risi al dolce ricordo.

 Presi una penna e scrissi.

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