1. the motherfucking new chief

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Bryana Bloomwood cammina sinuosa fra le figure che riempiono completamente la piazza del Times Square, caotica alle nove del mattino mentre qualche fiocco di neve minaccia di cadere dal cielo grigio che avvolge la città di New York.
Stretta nel suo cappotto, con la borsa attaccata al suo fianco, si muove a passo spedito per arrivare al lavoro, cercando di non dare spallate a qualcuno e digrignando i denti quando le persone sbattono accidentalmente contro di lei.
Infila il naso nella sciarpa calda, mentre le gote sono un po' arrossate e secche. Ogni tanto prende qualche sorso di caffé dal suo bicchiere scottante, e si sistema meglio il cappello sui capelli scuri e lunghi.
Le sue gambe si muovono armonicamente, in sincronia, circondate da degli stivali alti fino al ginocchio, calpestando i marciapiedi freddi e ghiacciati. Qualche volta sembra scivolare a terra, ma si rizza meglio sulla schiena e finge di nulla, irritata. Sente chiaramente la vibrazione del suo cellulare nella tasca dei pantaloni; ruota gli occhi al cielo, infastidita e ignora la persistente sensazione sulla sua coscia.

Quando si spalancano le porte, un leggero calore invade il suo volto arrossato, mentre il solito portiere di sempre saluta con un sorriso stampato sulla bocca. Lei si limita ad accennarne uno sulle labbra rosse, levandosi la giacca e buttandola a caso verso una stagista con degli occhiali specchi e un pessimo gusto per la moda.

"Un latte macchiato e una fetta di torta di carote fra dieci minuti, Pisolo. Sono al diciottesimo piano", dice dura lei, con le labbra serrate e zampettando verso l'ascensore. La biondina sospira, mentre corre verso la caffetteria degli uffici, pensando che Bryana non capirà mai che il suo nome è Daisy, e non è uno dei nani di Biancaneve.

La mora si guarda le unghie laccate di un rosso scuro, osserva distrattamente le persone attorno a lei e poi torna a sbuffare mentre sente di nuovo il suo telefono squillare. Alza gli occhi al cielo, e appena vede che è Melissa a chiamarla e brontola a bassa voce.

Le lastre in acciaio si spalancano di fronte a lei, e cammina fra i computer nuovi di zecca di ultima generazione e i colleghi che parlano al telefono agitati e in modo frenetico. Butta la sua borsa sulla propria scrivania bianca, laccata, facendo quasi cadere il piccolo vaso di orchidee viola che tiene accanto a dei documenti pieni di polvere. Melissa corre verso di lei, con le gambe strette, come una bambina, e con il fiatone si appoggia sulla sedia.

"Finalmente! Iniziavo a credere ti fosse successo qualcosa! Devo darti una pessima notizia", squittisce la bionda tinta, alzando leggermente le spalle. Sembra più tranquilla.

Bryana la squadra con uno sguardo di superiorità.  Cerca di sembrare il più umile possibile, pensando che in realtà è la migliore lì dentro. "Dovresti provare una nuova, sembri incinta". Si lascia cadere pesantemente sulla sedia comoda che ruota un po', schiacciata dal suo peso.

Melissa si guarda la pancia, un po' offesa e si lecca le labbra. Finge di non averla sentita. "Il signor Hampton è stato trasferito. Tu non ne sapevi niente?", farfuglia, guardandola attentamente mentre aspetta una sua reazione esplosiva.

La giovane donna sbarra leggermente gli occhi, incredula e risentita dal suo comportamento, mentre alza un sopracciglio e curva le labbra in una sottile linea. Poi si sistema in modo composto, portando le ciocche di capelli dietro le orecchie rosse. Il sangue è scomparso dal viso, e ha confluito verso i lati del suo volto, quasi ribollendo nelle vene mentre la rabbia si spazia dentro di lei, quasi logorandola.

"Non mi interessa", risponde secca, accendendo il monitor del suo portatile.

"È ancora di là, se vuoi andare a salutarlo", mormora imbarazzata, grattandosi la testa. "Sta sistemando le sue cose, è il suo ultimo giorno. Ha fatto un discorso molto toccante prima che aprissimo".

"Ho detto che non mi interessa, Melissa", parla a denti stretti, cercando di essere il più cortese possibile. "Puoi lasciarmi lavorare, per favore?"

JUDAS KISS • harry stylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora