Le prime indagini di Alessandro Valente

1.

Era un pomeriggio frenetico quel giorno, ma del resto in una grande città la frenesia è una cosa assolutamente "normale". Le automobili sfrecciavano a tutta velocità lungo i viali, e i pedoni di affrettano a passare sulle strisce pedonali. Il cielo era sereno e gli uccelli volavano alto, ignari della confusione, "lì di sotto".
Da uno dei grandi edifici della zona Tuscolana pendeva uno striscione con la scritta: SPOOKS INVESTIGAZIONI E INDAGINI PRIVATE. Ed è proprio da lì che cominciamo a conoscere il nostro protagonista.
Alessandro era seduto alla sua scrivania, le serrande della sala erano abbassate e pochi raggi di luce filtravano dalle tapparelle. Erano un paio di ore che Montali era uscito dall'ufficio per andare non si sa dove. In realtà si poteva affermare con sicurezza che in quel momento era seduto a un tavolo di un bar a bere della birra. Infatti, da quando Alessandro era stato assunto non c'era quasi nessun caso su cui investigare.
Erano le tre e un quarto e il ragazzo era solo nella saletta intento a leggere un libro che trattava la psiche e i comportamenti umani, quando all'improvviso il telefono fisso sulla scrivania di Montali squillò e Alessandro rispose con un'aria quasi annoiata "Pronto, investigazioni private SPOOKS". Una voce profonda ma allo stesso tempo roca rispose con nervosismo "Sono Montali, raggiungimi, sono in centro città, abbiamo un caso per le mani e sono costretto a farti venire, ti mando l'indirizzo con un SMS". Alessandro era senza parole per la felicità e quindi riuscito a dire solo un si smorzato, "Allora sbrigati Valente!" Riprese l'altro riattaccando.
Prendendo le chiavi dell'ufficio, il suo cellulare e la sua tessera-abbonamento della metropolitana uscì di fretta, e con una faccia entusiasta si mise in cammino verso la sua meta: un ristorante chiamato la buona forchetta.