Ho sempre avuto un concetto tutto mio sul Paradiso. Un insieme di idee prese da tutti i libri che ho letto fino ad oggi, da tutte quelle frasi lette con la coda dell'occhio o che ho appena letto su internet per scrivere una frase sensata. Non stavo facendo niente, pochi minuti fa, stavo solamente giocando con il mio telefonino quando un pensiero soffuso è apparso nella mia mente. Era l'ora di francese, quando la professoressa dopo un'affermazione di una compagna ci disse "Se Dio è veramente così potente, perché non ha ancora sconfitto il diavolo?". Una cosa che mi ha fatto davvero riflettere e che ho accantonato da parte insieme agli altri miei pensieri. Quando, poco fa, mi è ritornato alla mente ho pensato "Cavolo, forse dovevo andarci alla Processione di San Sebastiano, mi sono fatta condizionare dal demonio" e mi sono pentita, come tutte le volte che mi sento così sopraffatta e delusa dalle mie scelte. Una mia compagna di scuola, in particolare, non penso che crede così tanto in Dio. Ovvero, penso che si vergogna di essere credente perché questo la fa risultare debole agli occhi dell'altro. Non lo so, mi da questa impressione. Io, che da piccola andavo in Chiesa il pomeriggio solo per passare dal tabacchino a comprare le bambole. Poi, non mi ricordo più niente. Mi ricordo solo di una me che voleva fare la chierichetta, iniziando dal farlo ogni pomeriggio della settimana - dovevo arrivare prima che suonassero le campane, perché mi vergognavo a stare seduta sui banchi ad aspettare che il prete finisse di dire il Rosario - fino a farlo tutte le Domeniche e non stancarmene mai (o quasi). Mi ricordo quando mi arrabbiavo se non trovavo i compagni per fare la chierichetta, nonostante sapessi che alla fine l'avrei fatta da sola. Ricordo alcuni pensieri, quando un mio amico ha detto "No, sono stanco, l'ho fatto l'altra Domenica" e io rispondevo sempre con "E io allora che la faccio sempre?".
Da allora, iniziano le scuse per non vestirmi più, per non andare più in Chiesa, solo perché ero da sola. Però, quando vedevo il viso del parroco mi addolcivo e la facevo lo stesso, ma non sempre. Lo so che sto divagando, ma mi diverto a scrivere di me.
Passano gli anni, ogni Domenica facevo la chierichetta e quando non mi andava di andare in Chiesa le persone chiedevano a mia madre perché quella volta non ero andata. Una cosa bellissima che però si è tramutata quando non le persone non l'hanno mai più domandato, a mia madre, quando ormai c'era un'altra bambina che oltre a me faceva la chierichetta. Perché, oramai, non ero l'unica. Non ci ho dato peso, ci sto dando peso soltanto adesso. Questa bambina, però, non era e non è me. Lei è molto più piccola, mi dice sempre che la chierichetta la faceva perché la facevo anche io, ma il tempo passa e io non posso farla perché, ahimé, non mi entra neanche più nessuna veste. E mi dispiace, che nessuno è capace ad essere come me. Io che ho sempre fatto parte di ogni iniziativa parrocchiale se venivo chiamata, la cocca di Don Emanuele, sempre presente in Chiesa, che invita sempre le sue amiche per la messa, che riuniva tutti i suoi amici per il Catechismo. C'è chi della Chiesa in sé non si interessa, chi viene solo per presenza e vedere chi è venuto, e poi se ne esce e rientra continuamente. Tutta questa mia voglia che mi ha accompagnato per tutta la mia infanzia è svanita quando il MIO Don se n'è andato, lo hanno cacciato, quando persone hanno iniziato a prendere il mio posto e io che gliel'ho lasciato fare. È svanita quando mi hanno soprannominato "Leccaculo di Don Emanuele", da quella persona che ha preso il mio posto come se fosse sempre stato suo. E mi dispiace, certo che mi dispiace. Mi dispiace soprattutto quando mia madre oggi mi ha confermato questa mia teoria, facendo cadere con poche frasi il mio mondo per terra. Io sto bene, benissimo, il mio Don mi manca ma non mi manca, ormai ci sono abituata a non vederlo più. Ormai sono abituata a vedere questa persona in Chiesa che prende iniziative, che fa parte di tanti progetti. Ormai sono abituata a mettermi da parte, perché è successo tutto così in fretta che neanche me ne sono accorta.
E pensare che la gente non se n'è neanche accorta.
Ma va bene così.
Non ho bisogno di nessuno, perché nessuno è me.
Perché nessuno può capire come mi sento in questo momento.
Non sono depressa.
Non ho bisogno di aiuto.
Ho i miei genitori.
Sto con i miei genitori.
E mi va bene così.
Posso anche scegliere se pubblicarlo questo mio pensiero, anche se sinceramente ve lo dico: Non ho intenzione di leggere i vostri commenti che cercano di confortarmi, anche perché non c'è niente di male, è stata solo colpa mia che mi isolo dagli altri. Risponderò semplicemente con un Grazie a chi si degna di cercare di aiutarmi e a confortarmi, agli altri non rispondo perché non ho intenzione di rileggere o aggiustare questi miei pensieri perché sono consapevole del fatto che non sono un Vocabolario e non ho mai imparato i Modi dei verbi tranne l'Indicativo perché sono sempre stata pigra. Non faccio gli esercizi di grammatica, non mi esercito, non faccio niente. Se vi va bene, vi va bene anche con tutti gli errori grammaticali e le ripetizioni, anche perché ho scelto io di farvelo leggere e potrei eliminarlo da un momento all'altro.
Ciao.
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Bianco su tela.
General FictionLa mia valvola di sfogo quando sono triste, arrabbiata, nervosa, a pezzi. Quando invece di urlare, scrivo.