Questa è una storia banale. È la storia di un tradimento come ce ne sono tanti. Ma è la mia, quindi non è una delle tante.
Era l'estate del mio terzo anno di università ed ero in vacanza nella mia città, con il mio ragazzo e i miei amici. Andava tutto bene, tutto come al solito, come è sempre stato quaggiù: di giorno al mare a prendere il sole e a parlare di tutto e niente, a giocare a palla in acqua, a camminare sul bagnasciuga fino al lido per vedere chi c'è e che si fa. La sera in giro per locali, alle feste in spiaggia, ai concerti in piazza, a casa di qualcuno a tirar tardi dicendo scemate. Tutto in gruppo, poi ogni tanto una serata romantica io e lui, un caffè in centro io e lei, un aperitivo anche tutti e tre insieme.
Lei la conosco dalle elementari e più che una migliore amica è una sorella. Ci parliamo con gli occhi, a volte con qualcosa come una vibrazione quando siamo vicine. Quando possiamo parlare liberamente scopriamo che sì, abbiamo pensato esattamente la stessa cosa. Ci capiamo, camminiamo parallele, e c'è qualcosa in lei che mi è familiare, che riconosco. Come il mio riflesso. E però lei è lei, siamo in due, e non sarò mai sola finchè avrò lei.
Lui è il ragazzo con cui credo potrei passare ancora molti anni, dopo questi primi due. Per non sbilanciarmi. Perchè con lui mi diverto, sono me stessa, a mio agio, e ormai sappiamo come comunicare, capirci, coesistere senza limitarci troppo a vicenda. Perchè sappiamo come essere felici insieme, che può sembrare banale ma non lo è per niente, basta chiedere a qualcuno che felice non lo è per niente. Perchè mi completa e mi dà una pace dell'anima che da sola non ho mai trovato ma che cercavo da sempre. Perchè farei di tutto per non perderlo, e so che per lui è esattamente lo stesso.
L'ho conosciuto all'università, ma è di una città vicina alla nostra e così passa gran parte dell'estate insieme a noi, perchè vuole restarmi vicino. Si è integrato bene. Anche con Marilisa, l'altra mia grande amica, che è sempre così diffidente con i miei fidanzati. Così protettiva verso di me. Come lo è anche Lei, che più volte ha raccomandato a Lui di continuare a trattarmi bene e ogni tanto lo minaccia di staccargli la testa se mi fa soffrire. Allora Lui ride, scuote il capo e mi guarda con occhi che dicono che non ne ha nessuna intenzione, e tutti, non solo io, ci credono. Persino Marilisa.
E così siamo insieme, siamo perfetti, giovani e bellissimi, la vita è meravigliosa quando stiamo vicini, il futuro con tutte le sue infinite incertezze non fa paura, perchè tanto noi lo affronteremo insieme.
Poi, una notte, sono immersa nel buio multicolore di una discoteca sul mare e due figure confuse, tra i tavoli affollati, mi portano una notizia banale che tutti conoscono da che mondo è mondo, ma che manda il mio cuore a schiantarsi in mille pezzi, come colpito da un asteroide precipitato da un mondo sconosciuto.
La notizia è: all'affetto di qualcuno si può rinunciare. In questo caso rinunciano al mio. Tutti e due.
Li stavo cercando da un po' tra la folla e, quando finalmente li trovo con lo sguardo, sorrido. Inizio ad avvicinarmi ed il mio sorriso si fa perplesso, perchè non sono loro, mi sto sbagliando. Somigliano al mio ragazzo e alla mia migliore amica, ma c'è qualcosa di diverso e di estraneo in loro. Mi sto sbagliando, penso per l'ultima volta. Poi il mio sorriso si spegne e sento la luce scapparmi via dalla faccia come quella di un treno in corsa nella notte, risucchiato da una galleria.
Perchè lo sguardo che vedo è quello che Lui ha sempre rivolto a me. Lo sento dire, con la voce dei ricordi che però è decisamente la sua: "Mi pare di guardarti come non ho mai guardato nessun'altra prima. Come se brillassi più forte di ogni altra cosa." Solo che ora lo sguardo che accompagnava quella frase lo rivolge a Lei, che con una mano gli sfiora un polso e poi poggia un attimo il palmo sul petto di Lui, all'altezza del cuore. La rivedo, quando avevamo entrambe sedici anni e tanti sogni confusi in testa, mentre mi dice ridendo: "I ragazzi possiamo capirli! Toccagli il petto mentre gli parli: se senti che il suo cuore va a mille, stai sicura che è tuo!". Ed io so cosa sta sentendo Lei sotto quella camicia, perchè gli occhi di Lui dicono tutto. Dicono troppo. In quell'unico minuto rubato alla serata sono sinceri, sono quel che sono veramente e io vedo finalmente la verità sulle loro facce: il cuore di Lui è davvero di Lei, che ora lo guarda come lo guardo io.
E non mi sbagliavo: quelle persone io non le conosco.
Mi sento morire, mi sento svenire. Mi giro e me ne vado. Salgo in macchina, scrivo un messaggio a tutti dicendo che mi scuso ma mi sono sentita male, li rassicuro e dico che ci vediamo domani. Parto bene, arrivo bene, mi getto a letto. Il dolore era troppo forte per sopportarlo ancora, così la mente mi abbandona con un ultimo pensiero, prima del sonno improvviso.
Non è vero. Non può essere vero.
Ma è vero.
Perchè conosco Lui e conosco Lei. Non ho dubbi. Non so da quanto dura, non so cosa intendono fare, non so perchè non me lo dicono. So solo che è vero e che loro non me l'hanno detto, che non sono degna di una spiegazione e che non mi vogliono neanche abbastanza bene da essere sinceri con me. Preferiscono prendermi in giro.
E tanto mi basta sapere.
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San Lorenzo
Short Story"Questa è una storia banale. È la storia di un tradimento come ce ne sono tanti. Ma è la mia, quindi non è una delle tante."