Me, jealous? AHAHAHAH AHAHAHAH, yes.

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Sasuke era seduto in biblioteca a studiare, ma non riusciva a concentrarsi

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Sasuke era seduto in biblioteca a studiare, ma non riusciva a concentrarsi.
Aveva imparato da tempo che ogni uomo tocca a un certo punto della propria vita il suo momento più basso.
Era convinto che ciò fosse già accaduto quando suo padre aveva scoperto della sua omosessualità, ma evidentemente era stato ingenuo a sottovalutare il fato.
Ora aveva finalmente toccato il momento più basso della sua vita, aveva proprio scavato per arrivarci, non vedeva l'ora di umiliarsi.
Ripensava a quel perizoma perso a una festa pubblica e il suo unico attuale desiderio era quello di morire.
Sono io l'idiota qui, ma cosa mi è saltato in mente? Lo avranno trovato? Chissà che diavolo avrà pensato Minato.
Doveva calmarsi. Non avevano modo di sapere che fosse suo, di sicuro lo avrebbero attribuito a una donna, quindi era al sicuro. Doveva solo fare finta di niente, e lui era davvero abile a dissimulare.
Le parole si accavallavano di fronte ai suoi occhi, mescolandosi confuse. Si rese conto di essere davvero nel panico.
Naruto si sedette di fronte a lui al tavolo – ciao Sas'ke! – esclamò, facendolo trasalire.
Indossava la solita felpa arancione che aveva visto giorni migliori, i lacci erano mordicchiati e la scritta sbiadita. Sembrava di ottimo umore stranamente. Dopo il ballo non lo aveva sentito e lui non gli aveva risposto neanche come Sachi-chan.
-Siamo in una biblioteca, potresti abbassare la voce? – ricambiò gelidamente.
Il biondo però era troppo su di giri per badare a quelle parole fredde – devo farti vedere una cosa.
Trafficò nel suo zaino e poggiò sul tavolo il perizoma che Sasuke aveva perso al ballo. L'Uchiha lo guardò impassibile per dieci secondi, poi pregò un qualche dio di fargli cadere addosso una libreria e mandarlo temporaneamente in coma, o fargli perdere la memoria, o magari far perdere la memoria a Naruto.
Questo è il momento della mia vita in cui cambio nome, città e mi lascio tutto alle spalle.
No, dopo tutti gli esami che aveva affrontato, non c'era ragione al mondo che gli avrebbe fatto lasciare l'università.
-Sachi-chan le ha lasciate in una stanza, deve averlo fatto di proposito.
Ebbe un momento di sollievo quando realizzò che Naruto ancora non avesse capito niente, ma tornò a incupirsi sentendo l'ultima frase.
-Cosa?
Naruto se le rigirò fra le dita, tastandole delicatamente. Sasuke non avrebbe voluto provare quel brivido di eccitazione, a vedere i polpastrelli del suo migliore amico sfiorare la stoffa che era stata addosso a lui.
Sono davvero un amico di merda.
-Questo perizoma è suo, mi aveva mandato l'immagine prima del ballo. Deve averlo lasciato lì per me, così che io la cercassi.
-La cercassi? – domandò il moro, quasi strozzandosi con quell'ultima affermazione.
Naruto annuì – e poi guarda, queste mutande sono strette, deve avere un bacino non molto largo.
-Magari ha il bacino stretto, ma non significa che non sia muscolosa – bofonchiò, punto sul vivo da quella considerazione.
L'amico non capì quel tono offeso – beh ma a me non dispiacciono le donne un po' giunoniche, e anche se fosse muscolosa o magrissima, mi andrebbe bene ugualmente.
Sasuke fissava il libro con insistenza, ma erano già dieci volte che rileggeva la stessa frase.
-Un tanga con il ramen, deve essere la mia anima gemella.
Lo pensi ora, dobe.
-Devo trovarla.
Sasuke si massaggiò gli occhi, alzando poi il viso in un'espressione rabbiosa – sto cercando di studiare, Naruto. Mi fa piacere per te, però rimandiamo questa conversazione a domani.
Lui gli prese il libro – in quanto mio migliore amico, sei costretto ad aiutarmi. Soprattutto dopo come sei sparito all'improvviso al ballo! Io dico, ma che ti è preso? Arrivi, fai la tua entrata del cazzo rubando tutta l'attenzione, e poi puff! Evapori. Se fossi stato con me, magari saremmo riusciti a trovarla dattebayo! Non ti sarai imboscato con qualche ragazza?
Sasuke cercò di riprendersi il libro, dandogli un calcio sotto il tavolo – non sono affari tuoi. E poi che cosa vuoi che faccia? Ti sei innamorato di un perizoma!
L'amico scosse la testa – è un perizoma con il ramen sopra di Sachi-chan. Appartiene alla mia anima gemella, io lo so. E tu mi aiuterai a trovarla.
Quel discorso stava facendo venire un grandissimo mal di testa all'Uchiha – primo: è un'idea del cazzo, e sinceramente non me ne importa niente della tua anima gemella, voglio solo studiare. Secondo: come diavolo pensi di trovare il possessore di quelle mutande? Potrebbe essere chiunque, e potrebbe anche prenderti a pizze in faccia per esserti appropriato della sua biancheria. Ma poi, dannazione, tu non studi mai?
Naruto lo interruppe alzando l'indice – lo studio non conta nulla di fronte all'amore. Sasuke, devo spiegarti tutto io? Si vede che ne sai poco di donne. È evidente che queste mutande abbiano un reggiseno abbinato.
-Lo hai cercato su internet.
-Sì, l'ho fatto – annuì fingendo di mantenere una dignità – quindi basterà trovare la ragazza che ha il reggiseno di questo tanga.
Sasuke voleva essere fulminato in quel preciso momento. Non avrebbe mai pensato di poter fare una simile cazzata. Lui, che cercava sempre di passare inosservato e di agire con cautela. Era lo stress, mista alla fatica e all'influenza negativa di quell'idiota. Gli avevano fottuto il cervello, come se si fosse fumato un centinaio di canne di seguito. Lui era sempre stato un genio, non era possibile che si fosse infilato in una simile situazione.
-Bene. Auguri nel portarti a letto tutte le ragazze dell'università per scoprire quale di queste avrà il tuo reggiseno magico. Ora – e si riprese il libro – lasciami studiare. Devo andare a lavoro fra qualche ora, perciò o stai qui in silenzio, o mi lasci in pace.
Naruto aveva messo il broncio – ma non mi porterò a letto nessuna se non lei, il mio cuore già le appartiene.
-Non l'hai neppure visto!
-Visto?
-Ehm, vista, non l'hai neppure vista!
-Sì, ma le ho parlato via chat per tutti questi giorni, ed era... non so, non era particolarmente dolce o affettuosa, ma era così tagliente e allo stesso tempo spiritosa, e poi era maliziosa in maniera... ah! Mi ha fatto eccitare solo per iscritto, e poi la sua vita mi interessava davvero, avrei voluto aiutarla. E sa così tante cose, i suoi gusti ad esempio. Sai che le piacciono gli scrittori russi come a te? Andreste anche d'accordo!
Voglio ucciderlo con questo libro, tagliargli la gola con la carta.
-Comunque non andrò a letto con nessuno se non con lei, e quindi per trovarla dovrò chiedere aiuto a qualcuno di fidato. Come Sakura.
Sasuke si passò una mano sul viso – Naruto... - prese fiato – questa cosa dell'anima gemella ti deve passare. Non è così che si costruisce un rapporto, non sono un esperto, ma credo che un rapporto si debba fondare sulla fiducia, l'attrazione, la stima e...
-Pronto Sakura? Devo chiederti un favore, possiamo vederci il prima possibile finché sei all'università? Alle quattro? Perfetto! Grazie mille – e attaccò – dicevi?
Sasuke si stava alzando, raccattando il suo libro e il suo quaderno di appunti – vado a casa. Non mi lasci studiare.
-Aspetta! – gli corse dietro – Sasuke aspetta.
Gli prese la camicia a un pizzico sotto il reggiseno, e l'Uchiha raggelò, scrollandosi subito di dosso la sua mano – non toccarmi.
Naruto alzò le braccia – mi dispiace di infastidirti con le mie scempiaggini. Ma al di là di questo perizoma, io sento che mi piace davvero questa persona, mi piace tanto.
-L'hai conosciuta su internet! Potrebbe essere... potrebbe essere un uomo! – riuscì a dire infine, in un ringhio.
Naruto abbassò gli occhi – una persona intelligente come Sachi-chan non potrebbe mai essere un pervertito.
-Quindi se fosse un uomo che faresti?
-Ma che domande...
Sasuke incrociò le braccia, guardandolo attentamente – perché sei così ostile all'idea che possa essere un uomo? Te ne esci spesso con simili commenti – si concesse un piccolo sorriso crudele – non sarai uno di quelli del "chi disprezza compra".
Vide lo sguardo dell'altro sbiancare. Rimase zitto, immobile, Sasuke poteva leggere il suo cervellino dobico che cercava in qualche modo di riprendersi.
-Se fosse un uomo, credo che vomiterei – riprese, con calma, ridendo – penso che se mai mi ritroverò a fare sesso con un uomo, saprò che la mia vita è finita e che la mia dignità è perduta per sempre. Uno deve avere il cervello in pappa per riuscire a fare una cosa del genere.
Sasuke voleva prendergli la testa e spaccargliela contro lo spigolo del tavolo. Non si sentiva così furibondo da non sapeva neppure quando.
Tuttavia rimase perfettamente calmo, la solita espressione apatica che nascondeva perfettamente ogni più piccola emozione.
Avvertiva questa pulsazione alla gola, e s'immaginava di spingere la testa di Naruto sul pavimento, ignorare le sue proteste e scoparselo. Soltanto per distruggere quella dignità di cui parlava tanto.
-Allora auguri, spero che la troverai.
Si voltò, andandosene, in qualche modo atterrito dai suoi ultimi pensieri.
Non provò neanche a voltarsi. S'infilò in bagno e chiuse la porta a chiave. Strappò via la propria maglietta e il reggiseno, infilandolo nello zaino.
Almeno potrò farti stare male con tutta questa stronzata di Sachi-chan.
Ci erano voluti anni prima che superasse il ribrezzo che provava verso sé stesso, ma la sua totale indifferenza agli altri lo aveva aiutato. Gli scivolavano addosso i commenti delle persone, semplicemente perché sapeva di essere superiore a loro. Non poteva farci niente se aveva un complesso di superiorità, era stato cresciuto così, in una famiglia ricca e altolocata, fra quadri costosi, mostre, musei, scuole private, musica classica.
L'immagine di sua madre gli lampeggiò di fronte agli occhi, una delle tante volte che aveva litigato con suo padre. I loro litigi erano sempre calmi e composti, di una freddezza disarmante. Mikoto imprecava in francese quando si allontanava, avendo studiato quella lingua per molti anni.
Era molto diversa da Fugaku, meno pragmatica, con la mente nei suoi studi.
Un rovo secco non si può piegare. Era quello che gli aveva detto una volta riguardo Fugaku, era un vecchio proverbio greco.
Era per questo che gli piaceva indossare certe cose? Per attirare la sua attenzione? Per sua madre? Non lo sapeva. Non capiva quella sensazione piacevole che provava a mettere certa biancheria addosso. Probabilmente era stata una reazione al controllo ferreo di Fugaku sulla sua personalità, sul suo modo di vestirsi. I suoi abiti erano quasi tutti grigi, neri, blu scuro o bianchi. Nessun colore appariscente o acceso, vestiti anonimi. Quello era diventato il suo normale abbigliamento dopo certi atteggiamenti di Fugaku. Era iniziata con gli abiti di sua madre, quella volta che aveva giocato a indossarli quando era un bambino, ma a quel tempo aveva solo sette anni, gli mancava Mikoto, gli piaceva sentire il suo odore. Fugaku dopo quell'episodio aveva buttato ogni abito della moglie, Sasuke non aveva più avuto il coraggio neanche di pensare ancora a qualcosa del genere fino ai suoi sedici anni. Suo padre aveva cominciato a diventare paranoico in merito, e Sasuke sempre più soffocato aveva ridotto al minimo i colori del suo vestiario e soprattutto il loro grado di attenzione. Anche ora lo metteva a disagio indossare capi troppo sgargianti o notabili.
Forse derivava tutto da quello, con i completini intimi poteva indossare ciò che voleva, di qualsiasi colore, senza doversi sentire costantemente guardato e giudicato.
È inutile chiederselo. È quello che sono adesso, il motivo non è rilevante.
Farsi accettare da Naruto era così importante? No. Era soltanto un altro rovo secco evidentemente. Forse anche lui lo era, troppo orgoglioso per abbassarsi a intavolare una conversazione sull'omosessualità con Naruto, troppo superiore per provare a fargli cambiare idea. Forse Naruto era semplicemente troppo stupido per avere rispetto, e se c'era una cosa che Sasuke odiava, era la stupidità.

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