Inizio

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 C'era un tempo in cui il tempo non c'era, quando la mano ne stringeva un'altra, quando gli occhi si perdevano in altri occhi, quando un abbraccio sapeva di casa in un altro abbraccio, quando le labbra dormivano su altre labbra.
Si fermava il tempo, non c'era bisogno di andare oltre. Semplicemente, tutto si fermava. Ora quel tempo è una discesa ripida, come se avesse voglia di suicidarsi. Le notti sono fredde. Ogni qualvolta che l'autunno apre le sue porte,  mi risveglio da un incubo . La tua presenza è in ogni angolo di questa stanza e ti sento così intensamente che quasi riesco a sfiorarti. Dove sei. La solita domanda. Manchi. 

Ore 10:00. Senti il sapore del mio abbraccio?

Parla di te, di casa, di mancanze da quando non ci sei più.
Senti come stringe, come cresce il timore di poterti dimenticare.
Nessuna parola, il tuo silenzio, la tua essenza disegnate sulla mia pelle, sono carezze di respiri, ansimi di racconti di due dannati sconosciuti, incontrati per caso in un giorno qualunque.
Senti il sapore del mio abbraccio...  Come potresti sentirlo. Mi hai lasciato nella nostra notte maledetta e in queste lenzuola fredde ci siamo promessi l'eterno. Dove sei. 

È Tardi. Maledetto tempo. Scorre così dannatamente veloce da quando te ne sei andata via che ogni mattina faccio fatica a svegliarmi. Sai, la mia vita è cambiata. Ho deciso di accettare quel posto tanto ambito dalla feccia più feccia di questo mondo del cazzo. Lo so Zamy, ti avevo promesso che non avrei mai e poi mai accettato ma senza di te, non capisco più cosa è giusto o cosa no. Non volermene. Sai bene che non ho bisogno di soldi, che non ho bisogno di nessuno per essere qualcuno. Fino a due mesi fa eri tu la mia guida. Eri tu il sangue che scorreva nelle mie vene. Ti ricordi? Ricordi il nostro primo giorno d'amore? Quel pub puzzava peggio delle fogne e tu sei entrata senza remore, con mille occhi di giuda che ti guardavano languidi, sudici che ti violentavano il corpo ma tu, tu mi hai preso, sollevato da terra mentre annegavo nel mio stesso vomito portandomi via. Ero un cadavere e mi lasciai andare tra le tue braccia e ti sentivo sai? Piangevi, in silenzio. Mi portasti a casa tua. Una doccia fredda dietro l'altra. Non mi lasciasti per un solo attimo, non mi dicesti una sola parola. Le tue braccia, i tuoi abbracci, le tue carezze parlavano da sole. Io mi sentivo morire dentro. Non ti meritavi la mia vita di merda. Non ti meritavi tutte quelle notti insonni per cercare di liberarmi dalla droga. Mi legasti al letto, al buio. Le mie urla. Ti insultai pregandoti di liberarmi da quelle fottute corde. No. Non meritavi quel mostro che ero. Quanto mi manchi, cazzo! Zamy, dove sei... manchi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 31, 2018 ⏰

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