Prologo

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PROLOGO

Lo scontro contro Voldemort era divenuto sempre più estenuante.

Molti maghi e streghe delle varie fazioni belliche erano periti in battaglia ed Harry aveva preso in mano le redini della guerra.

Gli incantesimi che il Prescelto lanciava contro il Signore Oscuro sembravano inefficaci, ma poco prima di essere colpito da una luce dorata, il ragazzo dagli occhi smeraldini fu trascinato di peso via da lì.

Quando capì cosa stesse per accadere, Draco giaceva a terra privo di sensi.

Voldemort rise divertito, ma Harry accecato dalla rabbia furente gli scagliò contro un Avada Kedavra di elevata potenza magica uccidendolo così velocemente tanto che l'essere malefico non ebbe il tempo di difendersi in alcun modo.

I Mangiamorte sopravvissuti si arresero e il Salvatore del mondo magico raggiunse Draco che però fu avvolto da una luce dorata che lo fece regredire allo stato infantile, rendendolo per l'appunto un bambino.

Madama Chips lo prese in braccio e lo portò in infermeria, cercando di trovare un modo per spezzare la maledizione e farlo tornare normale.

Harry insieme a Narcissa e Lucius seguirono la medimaga nell'enorme sala dove lavorava.

Arrivati a destinazione, quest'ultima adagiò il piccolo nel primo letto disponibile e disse loro che ci sarebbe voluto del tempo affinchè si riprendesse del tutto.

I coniugi Malfoy si avvicinarono al bambino ed Harry scosse la testa pensando che quell'incresciosa situazione fosse dannatamente sbagliata.

Intanto si arrovellava il cervello per cercare di capire come potesse farlo tornare quello di prima, dato che a settembre dovevano tornare ad Hogwarts per frequentare il settimo ed ultimo anno scolastico ed ottenere i M.A.G.O. che gli avrebbero conferito il diploma tanto a lungo desiderato.

Si passo una mano tra i capelli e disse: «Farò di tutto per farlo tornare come prima»

Si avvicinò al bambino e togliendosi la collana che portava al collo, sospirò augurandosi che quest'ultima lo avrebbe protetto nel caso in cui si sarebbe dovuto allontanare da lui, avvisandolo se si sarebbe trovato in pericolo di morte. Con delicatezza gliela mise al collo.

Narcissa notando l'oggetto gli domandò: «Perchè gli metti quel ciondolo?»

«Questo amuleto gli donerà protezione e se non posso stare con lui per qualche impedimento, mi avviserà nel caso in cui si potrebbe trovare in pericolo di morte e si attiverà la mia magia che esploderà creando una barriera sferica che lo avvolgerà rendendolo immune ad ogni attacco» disse il moretto.

Dopodiché lasciò la stanza perchè aveva molte cose da fare, ma si fermò per alcuni minuti sulla soglia dell'infermeria per racimolare un pò di forza dato che era sfinito.

Nonostante ciò doveva trovare la forza per lottare.

Ormai era solo, non aveva più nessuno al suo fianco: Remus, Sirius, Piton e Silente si erano sacrificati per lui in modo tale da facilitargli il compito di eliminare Voldemort.

Hermione e Ron tenendosi per mano lo raggiunsero sorridendo felici per la conclusione della guerra e per il loro amore appena sbocciato, ma lui crollò in ginocchio urlando con tutto il fiato che aveva in corpo.

I suoi amici lo guardarono perplessi e scioccati, perchè non capirono cosa gli stesse succedendo.

Solo Narcissa ebbe la sensazione di saperlo e gli si avvicinò posandogli una mano sulla spalla dicendogli: «Và da Draco, lascia a noi adulti il compito di occuparci di tutto il resto...»

Il ragazzo la guardò solo per pochi secondi, per poi seguire il suo consiglio ed andare dal bambino che era disteso tra le candide lenzuola e rimase accanto a lui per tutta la notte, vegliandolo costantemente dato che non riuscì a chiudere occhio, pregando insistentemente che si sarebbe risvegliato presto da quello stato di incoscienza e che lo avrebbe riconosciuto anche se lo dubitava fortemente.

Pertanto l'unica cosa da fare era guadagnarsi la sua fiducia.

Notando che si era scoperto, con estrema delicatezza gli rimboccò le coperte ed in quel momento il piccolo gli prese istintivamente la manica della maglia che indossava e sorrise intenerito.

Non si liberò dalla sua presa che gli bloccava i movimenti, anzi azzardò quasi una leggera carezza sul volto, ma si fermò a pochi centimetri pensando che non ne aveva il diritto.

Lucius che osservava le sue mosse in silenzio seduto su un letto poco distante e si domandò perchè il giovane non osasse sfiorare il volto di suo figlio nonostante fosse un bambino, dato che non era fragile come potesse sembrare all'apparenza.

Quando Harry riportò lo sguardo sul volto del piccolo, notando le sue lacrime gliele cancellò con il tocco della sua mano.

Bastò quel gesto a far riaprire gli occhi a Draco che si mise seduto tra le coperte:

«Chi sei? Dove mi trovo?»

«Io sono Harry. Ti trovi ad Hogwarts, Draco» rispose lui con estrema dolcezza e comprensione.

«Sono troppo piccolo per studiare ad Hogwarts...» borbottò il bambino, ma Narcissa che era rientrata in infermeria disse: «Draco, piccolo mio devi sapere che Harry non mente. Sei davvero ad Hogwarts. Ti dobbiamo spiegare alcune cose per aiutarti a ricordare, così capirai cos'è successo. Ti fa piacere restare con lui nel frattempo? Io e papà dobbiamo sistemare alcune cose con gli altri adulti per far riposare Harry, che ha combattuto fino ad ora per liberarci da un mago cattivo»

Il bambino annuì alla madre e guardò il ragazzo dagli occhi smeraldini, studiandolo per pochissimi attimi, per poi sorridergli e domandargli: «Dormi con me?»

A quella richiesta tanto accorata e spontanea, Harry gli sfiorò il volto rispondendogli: «Se mi vuoi al tuo fianco sì!»

«Certamente se no avrei evitato di chiedertelo» disse il bambino in modo ironico ed estremamente divertito dalle strane parole del ragazzo.

Harry decise di accontentarlo ed entrò nel letto, lasciando che Draco si accoccolasse contro il suo petto e coprì entrambi con le coperte.

Poco dopo si addormentarono riposando serenamente per tutta la notte.

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