L'ECLISSI DEL TEMPO

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Titolo eclissi del tempo

Abbastanza intelligenti da capire di dover morire

non abbastanza da capire di non poter essere immortali

sono contento perché anche quando io morirò

qualcun altro potrà vedere la tua bellezza

Ritrovamento???? ogni fase genera la precedente!!!!

Ed ecco giuntomi là approdato naufrago, me marinaio su di un'isola i cui popoli non conoscono 

l'uso dei remi né delle vie del mare. E da qui non ritornerò mai più.



Prima che la mia avventura iniziasse mi trovavo nella mia dimora a forma di torre sulle dolci pendici delle colline. Di fronte si estendeva placido il grande lago dell'est, sconfinato in ogni direzione, tanto che, da dove mi trovavo, non ne vedevo le sponde. Era una zona residenziale, e molte torri vi si trovavano, ognuna a diversi chilometri di distanza l'una dall'altra. L'isolamento era ricercato e prezioso, ogni abitante aveva delle peculiarità da preservare.

Appena sopra la superficie del grande lago si stagliava la grande luna, o pianeta gemello, del mio mondo. Le sue nubi vorticose sembravano minacciose da quaggiù. La sua atmosfera produceva un alone che appariva dorato. Potevo ammirare i suoi oceani sospesi lassù nel cielo, abbaglianti, mentre il sole stava ormai per tramontare. Capii che quella notte non ci sarebbe stata una completa oscurità, la luce della nostra stella madre, anche al di là dell'orizzonte, sarebbe stata riflessa da quei mari immensi, ed il cielo sarebbe stato infiammato dalle ondeggianti striature di fuoco che danzavano sulla sua superficie, almeno fino alla mezzanotte.

Ammiravo le ombre lunghe che le immense catene montuose proiettavano nelle pianure, e scorgevo persino le dune rossastre dei grandi deserti occidentali, che sembravano onde congelate nel tempo.

Quel mondo così vicino e così diverso aveva condiviso con il nostro gran parte della sua storia. Un tempo anche lassù c'era vita autoctona, ed una civiltà che milioni di anni fa fu distrutta da un immane cataclisma.

A quel tempo sui due pianeti gemelli vi erano due razze distinte. Quella sul mio pianeta aveva conseguito un certo progresso tecnico e industriale riuscendo persino a produrre energia nucleare, mentre al di là delle nuvole e del cielo, esisteva una popolazione ancora ferma all'età della pietra. Numerose sonde furono mandate da qui per studiare sia quelle creature che il pianeta su cui vivevano, finché un giorno alcuni esseri indigeni di questo mondo riuscirono ad atterrare sull'altro grazie ad una missione che sarebbe passata alla storia. Quello che trovarono fu una popolazione di poche migliaia di individui, dalla folta pelliccia marrone alti in media 2 metri, bipedi, con forti braccia e musi allungati sino al ventre di almeno 60 cm. I loro occhi erano sottili fessure rosse e luminescenti allungate verso l'alto. Avevano un loro primitivo linguaggio, ma la loro tecnologia si limitava alla produzione ed all'uso di semplici utensili di pietra. L'uso dei metalli era totalmente sconosciuto.

La permanenza degli astronauti durò alcuni giorni. Nell'ultimo uno di loro era in perlustrazione su di un vasto altipiano coperta da neve e qualche cespuglio dalle foglie nere ed opache. Camminava con difficoltà nella sua tuta pressurizzata e con il peso del suo respiratore: la pressione su quel mondo era di poco inferiore e i livelli di ossigeno più bassi di quelli del nostro.?????

In lontananza vide uno di quegli esseri intento ad un lavoro manuale, da solo nella vastità di quel luogo brullo e desolato. Le nuvole erano alte e lunghe serpeggiavano rapide in cielo, come dotate di vita propria. L'esploratore prese a dirigersi verso quel solitario individuo. Poi tutta la neve attorno sembrò infiammarsi all'improvviso, così che per istinto diresse lo sguardo verso l'alto. Era il cielo che stava prendendo fuoco mentre la sua luce si rifletteva sulla superficie innevata. Una sfera più luminosa del sole lo stava solcano disperdendo le nuvole ne pressi del suo tragitto. Anche la creatura indigena prese alzò il suo sguardo e si stupì. Fu nel stesso momento in cui colpì per l'ultima volta una roccia sull'altra che l'asteroide impattò il pianeta. Due rocce che collidevano produssero scintille, due astri produssero una catastrofe.

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⏰ Last updated: May 29, 2018 ⏰

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