Untitle, a poem

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Satya.
Satya dei miei tempi passati, Satya delle mie lunghe attese e degli eterni inverni.
Satya dell'aria che entrambi, inconsapevoli respiriamo.
Satya degli interminabili minuti che sono diventati giorni.
Poi anni, secoli.
Satya delle mie carezze a tarda notte e delle carezze nel primo pomeriggio.
Satya della primavera, della metamorfosi che avviene quando il freddo diventa più mite e il caldo più turgido.
Satya dei miei anni più giovani, dell'anima che non sento più.
Non ricordo le mie gesta, le motivazioni.
Ma ricordo il tuo nome.
Satya dei miei ricordi, chi sei?
Quale natura atmosferica si nasconde in te?
Quale passato ti accomuna a me?
Satya.
Satya, perché i miei passi conducono ai tuoi?
Quale potere sei?
Quale inquietudine nasconde il tuo nome?
Satya che significa Verità ma che, ancora, non riesco a trovare.

Satya dei miei sogni inquieti e silenziosi,
Satya dei tuoi capelli tentacolari che avvolgono il mio corpo, le mie membra.
Che ragion d'esistere hai?

Satya di un volto che non ricordo più, Satya di parole che si fermano dritte in gola.
Satya di un mistero che alberga su noi, Satya di una vergogna che non riesco a provare.
Satya dei secoli passati a contemplare il mio cielo, a contemplare le ali inquiete dei miei fratelli.
Satya dei lunghi Sabbat intorno al focolare, Satya che era vestita di oro e che scalza danzava per me, forse.
Satya che sapeva di pesca, Satya di cui le labbra non conosco ma che, della pesca, forse, ne avevano il sapore.
Satya di notti invane a respirare odori sconosciuti e famigliari.

Satya del mio cuore ibernato, che non sa provare pena, dolore, amore.
Satya di un albero di noce dimenticato, Satya dei miei respiri affannosi,
delle pagine di diario, delle parole mai dette, dei lunghi addii.
Satya dei giorni da angelo, dei giorni da demonio, dei giorni in cui ero schivo e silenzioso
senza mai ricordare perché.
Satya quando mi viene tra le costole questo nome.

Satya del pallore della mia pelle riflessa sulla sua, Satya di un sesso mai davvero consumato,
Satya che "le sue cosce color madreperla furono forse un seme non colto."
Satya di una verità mai svelata e mai celata.
Satya che da qualche parte mi cerca e si accarezza per me.
Satya che mi ricorda che li sbagli si pagano, Satya che non so chi sia e che non so amare da uomo.
Satua che mi rende demonio e poi angelo e poi, forse, di nuovo demonio.
Satya che fa paura ai miei stessi desideri, alle mie parole e alle cose che un tempo di Satya ho scritto ma che ora non ricordo più.
Satya che cerco negli angoli buii delle strade, in fondo ai cassetti ma che non riesco a trovare.

Satya di una passione mai sopita, mai libera.
Satya che di notte, di sera, di mattina mi fa far l'amore con me stesso.
Satya che anche se non ricordo gli occhi, il viso, le mani sa farmi essere umano,
sa darmi origine, farmi pensare due volte.
Satya che mi ricorda che un cuore, sotto il petto, ancora forse c'è l'ho, che batte più lento ma
che da quei minuti, che son poi diventati giorni e poi anni e poi secoli, ha battuto sempre per lei.

Satya di un sentimento forse inespresso e di un respiro caldo sulle guance fredde.
Satya dei miei giorni folli, Satya del mio mondo visionario.
Satya che tra quei fanghi di corpi reali non riesco a scorgere.

Satya. Where stories live. Discover now