Avevo rivisto per la quarta volta blade runner quella sera, con mio padre.
Quella settimana ero da lui, la settimana dopo sarebbe toccata mia mamma, i miei erano separati.
Alle volte mi sentivo come un pacco postale, metafora azzeccata, trascinato qua e là in base alle decisioni degli avvocati. Tutti bastardi, mondo compreso.
E i miei oltre che bastardi erano anche infantili, mi toccava sempre ascoltare eterni discorsi sul perché l'uno fosse infinitamente migliore dell'altro.
A scuola era già meglio, amici ne avevo, anche troppi, anche finti, ma mi andava bene così.
Più che altro avevano preso una brutta strada, e sarebbero finiti male, e anche io forse...ma non avevo proprio voglia di smettere.
Una ragazza non ce l'avevo, mi avevano sempre e solo causato problemi, e la mia migliore amica sarebbe stata un ostacolo per chiunque, anche per la più santa.
A volte la odiavo, ma me la tengo, è così bella, popolare e simpatica quando vuole.
Avevo una cotta per lei qualche tempo fa, e questo mi ha fatto perdere...
oddio
L'avrei voluta lì in quel momento, solo al pensiero, che scacciai in fretta.
Me ne ero andato a letto.
Era difficile dormire con quel caldo.
A un certo punto mi svegliai, camminai verso il bagno e pensai che mi mancava qualcosa al momento.
Forse proprio una ragazza, avrebbe potuto essere la soluzione.
Ma una cosa seria, non come al solito, mi dissi.
Non voglio una puttana, scusate il francesismo, con la voce altisonante.
Sì, avrebbe potuto riassumersi così.
Una un po' diversa, assolutamente imperfetta, una principessa difettosa esatto, una con gli occhi grandi.
Ok è difficile da spiegare.
Tornai verso il letto.
Perché vuoi scacciarmi dalla mente?
Era insistente la ragazza. Poi capii la probabile soluzione.
Si chiamava...no, non importa il nome, quanto quello che era.
Tanto, troppo. Bella, frammentata, insicura, paranoica.
E piangeva, per i minimi gesti, cui dava veramente troppa importanza, al tono di una frase, al sottinteso di un messaggio.
Era bellissima, quando mi abbracciava, posava la testa sull'incavo della mia spalla, fatto su misura per le curve del suo viso.
E poi ero troppo impegnato con la mia migliore amica così bella, ma non sarà mai abbastanza lei, me ne sono reso conto...tardi?
L'avevo trattata malissimo, la cosa peggio avevo fatto, ignorarla.
Avevamo litigato una sera, e gli avevo detto cattiverie impensabili.
Non ha sopportato, dovevo aspettarmelo, dopo la fase di rabbia e pianti disperati si era ridotta uno straccio, in muto silenzio.
Accesi il cellulare per guardare l'ora e socchiusi gli occhi, al buio, per la luce improvvisa.
Erano le 2.07am.
Si chiamava Giulia.
E non la smetteva di venirmi in mente.
STAI LEGGENDO
She, He
ChickLitLui è un ragazzo stronzo, figlio di genitori separati, con una compagnia di brutta gente, ma in fondo sa di poter essere dolce. Si rende conto che alla sua vita manca qualcosa, e si rende conto di cosa, o meglio chi sia. Ma ha fatto in passato un gr...