Cari readers♥ grazie per il vostro sostegno e continuare con me l'avventura. Vi auguro una buona lettura! Non dimenticate di commentare e lasciarmi una stellina se pensate che io la meriti . Alla prossima! Ciaooo :***
Gabriel
Un forte boato squarciò l'aria. Gabriel si accasciò sulla sabbia con le ginocchia a terra, le mani abbandonate sulle cosce, osservando il cielo colorarsi di rosso; lingue spaventose di fuoco s'innalzavano avvolte da denso fumo nero. Una seconda forte esplosione scaraventò di alcuni metri in alto la coperta dello yacht, come un tappo di champagne. Parti dello scafo che guizzavano impazziti illuminando il manto stellato come fossero fuochi d'artificio ricadendo in acqua come schegge impazzite.
Era atterrito e incredulo; incapace persino di emettere un suono.
Non poteva essere morta. Si rifiutava di crederlo. Eppure vide chiaramente il canotto vicino allo yacht sbalzare in aria e prendere fuoco come un cerino. Nessuno nel raggio di dieci metri dall'imbarcazione poteva essere sopravvissuto, sebbene lui lo sperasse.Il petto gli doleva come stretto in una morsa. Il cuore serrato in esso, faticava a pompare sangue mentre lo sentiva ghiacciarsi nelle vene. Il crepitio delle fiamme produceva un ronzio fastidioso e stridulo che imperversava nelle sue orecchie. I suoi occhi vitrei e inanimati erano inchiodati sull'oceano alla disperata e vana speranza di catturare un piccolo movimento.
Solo fiamme.
Gli uomini intorno a lui si muovevano in moviola. Era come assistere a un vecchio film in bianco in nero. Vedeva muovere le loro labbra ma non sentiva nessun suono. Aspettava quasi comparire i sottotitoli.
Brian si avvicinò a lui con cautela. Gabriel sentì chiamare il suo nome, ma gli parve giungergli in lontananza.
No. Non poteva essere morta. Non lei. Lei era la sua alba, come poteva esserci un tramonto se il sole non sarebbe mai più sorto?
No. Non poteva.
Il suo corpo fu scosso da un grido talmente potente da lasciarlo senza fiato. Perse l'equilibrio e le braccia caddero in avanti poggiandosi sulla sabbia umida sotto di lui. Annaspò per qualche secondo cercando l'aria. Il capo chino in avanti. Le dita scavarono la sabbia sotto di lui. Ne afferrò una manciata in entrambe le mani. Sollevò le spalle e sedette suoi talloni. Alzò le mani davanti a sé, lasciando andare la sabbia trasportata dalla leggera brezza marina.
Osservò i piccoli granelli volare via e per quanto provasse a trattenere la sabbia fra le mani, non ci riusciva. Solo sul palmo vi era qualche granello rimasto appiccicato alla pelle. Gabriel guardò il suo amico che lo osservava attonito.
"Vedi questa sabbia? Questo è quello che resta della mia felicità. Il ricordo del suo passaggio. Hai mai provato a trattenere la sabbia fra le mani? "disse Gabriel all'amico senza attendere una risposta. "Nessuno ci è mai riuscito. "Anch'io ho provato, ma il vento l'ha portata via."
Brian annuì assistendo inerme allo strazio del suo amico.
"Può la vita essere così ingiusta e crudele? "chiese di nuovo Gabriel.
"Gabriel" provò a dire Brain.Lui lo guardò per qualche secondo, poi distolse lo sguardo. Un punto nel vuoto.
Gabriel provò ad alzarsi in piedi. Le gambe gli tremavano. Ricadde a terra, schiacciato dal peso del suo dolore. Brian, vedendo il suo amico in difficoltà, lo aiutò ad alzarsi. Lo lasciò andare solo dopo essersi assicurato che non sarebbe di nuovo caduto a terra.
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Deliziosamente Indomita in e-book in preorder , uscita 9 settembre
ChickLitUn'esplosione. Una morte inscenata. Un rapimento. Mentre Gabriel cerca disperatamente la sua dolce e fragile Ashely tra le macerie di un disastro, lei cerca di sopravvivere ad Andrej Sokolov. Lui è spietato, brama vendetta e sa che solo la resa del...