Capitolo 3

105 5 1
                                    

*RAGAZZO POV'S*

Rimasi incantato dalla bellezza di quella ragazza, era magra e slanciata, i capelli lunghi, lisci e castani gli arrivavano sotto al seno.

Alla luce del sole avevano un riflesso bronzeo come la sua pelle, liscia e morbida all'apparenza, le gambe abbronzate le uscivano dal vestito corto e bianco che alla luce del sole risaltava ancora di più la trasparenza, facendo vedere il suo fisico perfetto.

La cosa che mi colpí di più furono i suo occhi, piccoli, a mandorla, ricordavano gli occhi di un gatto tenero; l'iride era marrone con striature verdi risaltate dalla luce, la bocca piccola e rosa la quale si incurvó non appena vide il libro che gli interessava.

Forse non sarei dovuto andare da lei per dirle chi era il mio autore preferito perché vidi trasparire un'espressione di panico ed imbarazzo nel suo volto e nel suo modo di fare impacciato.

La cosa migliore fu quella di avvicinarmi al bancone ma non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, era bellissima, la mia curiosità mise in difficoltà la ragazza che frettolosamente pagò e uscì dalla Libreria.

Avrei voluto conoscerla, ero curioso di sapere come si chiamava...

*EMMA POV'S*

I miei capelli svolazzavano dietro la mia figura mentre camminavo velocemente nel vicolo di casa mia, presi le chiavi e le infilai nella serratura della porta, appoggiai la mano sulla maniglia e la aprii. Oltrepassai la soglia con sollievo, mi sentivo al sicuro dentro quelle quattro mura, mi sentivo protetta, protetta dagli sguardi costanti della gente e dal suo sguardo...quel suo maledetto sguardo...

Chiusi la porta rimbombando nel vuoto, causa della mancanza di mia madre, via per lavoro.

Salii le scale con fatica dato che la mia mente era in tilt.

Entrai in camera mia con il libro appena comprato ancora in mano, lo sollevai per poterlo osservare meglio, una frase percorse la mia mente...

"Sai Stephen King é uno dei miei scrittori preferiti"

La sua voce roca era inestimabile, non avevo mai sentito una voce cosi bella, ma allo stesso tempo risuonava all'interno di me sempre più forte e sempre più pesante, cominciavo ad odiarla.

Buttai per terra la borsa e le scarpe mentre mi distesi sul letto morbido e fresco.

Cercai disperatamente di distrarre la mia mente con la lettura del nuovo libro consigliato da quel misterioso ragazzo dagli occhi verdi e profondi che mi scrutavano e studiavano con attenzione.

Senza successo continuai a pensare a lui, alla sua voce, a i suoi occhi, al suo sguardo magnetico e persistente, alle sue braccia, alle sue vene, a i suoi tatuaggi, a i suoi capelli, a i suoi ricci, al suo sorriso contagioso e splendente ed al suo nome, non sapevo come si chiamava quel ragazzo...avrei tanto voluto saperlo...

Dopo molto sforzo ed impegno riuscii a distogliere il mio pensiero da lui e cominciai a leggere il mio amato libro.

Mi sistemai bene il cuscino nel letto in modo da poter stare comoda, aprii il libro  mentre il mio olfatto era inebriato dal suo profumo ed incominciai a leggerlo.

I miei occhi assorbivano, osservavano e leggevano attentamente pagina per pagina, frase per frase, riga per riga, lettera per lettera, parola per parola, io avevo bisogno di questo, di un libro, sono come la droga, non riesci a farne a meno, devi perforza andare avanti a leggere senza fermarti, ecco cosa mi piaceva fare...Leggere mi trasportava in un luogo immaginario tutto mio, con i personaggi creati dalla mia immaginazione.

Quando leggevo non ero più presente nel mio corpo, ero in trans, mi immergevo in questa fantasia creata da me e dall'autore e questo mi faceva dimenticare tutto...le botte, le prese in giro, il dolore, la paura, la violenza e soprattutto lui...

***

Aprii gli occhi, era mattina presto, l'alba era ancora in cielo con le sue sfumature rosee e violacee.

Scansai le coperte dal mio corpo e mi sedetti per poter guardare meglio la bellezza di quel paesaggio, guardai l'ora, erano le 6:30, era l'ora perfetta per uscire e godersi la bellezza della città vuota, senza persone e senza rumori.

Presi i jeans che poggiavano sulla sedia situata davanti a me, una maglietta leggera bianca e il mio libro , avevo voglia di uscire ed isolarmi dal resto del mondo.

Uscita da casa presi la bicicletta e mi avviai presso il mio luogo preferito.

Sentivo solo il silenzio della città senza persone che parlavano, macchine rumorose, il via vai dei motrorini che ti sfrecciavano accanto, senza il brusio e la confusione della caotica città.

Dopo un pó di minuti in sella alla bicicletta arrivai finalmemte nel mio amato posto...scesi dalla bicicletta e la posai sul cancello alto e verniciato di bianco.

Presi la borsa e mi incamminai verso l'entrata di questo posto meravoglioso, conosciuto da poche persone soprattutto da me, ci passavo ore infinite dove leggevo,mi rilassavo, mi sfogavo insomma era come una seconda casa.

Oltrepassai la soglia del cancello dove c'era un'enorme scritta bianca e decorata da vari ghirigori a forma di foglie la quale presentava in caratteri grandi e chiari la parola "Parco".

Entrai e seguii un sentiero di ghiaia bianca, questo attraversava il fitto bosco che attorniava il parco ed al centro si apriva in un enorme prato sul quale presentava un grande lago con papere e oche che sguazzavano al suo interno.

Tra il lago ed il bosco situava il posto che preferivo più in assoluto, era un gazebo fatto di ferro e verniciato di bianco come il cancello, aveva piccole decorazioni a forma di fiori e foglie, tra queste decorazioni spuntavano in tutta la loro bellezza delle ghirlande di glicine

Aveva una forma circolare e come tetto aveva un cono dove sopra di esso presentava un piccolo fiore che si spostava ogni volta verso la direzione del vento.

All'interno situavano vari tavolini e due sedie, sempre decorate come il gazebo, per ogni tavolo.

Amavo mettermi li seduta su un tavolino e leggere per ore, inebriata dal vento fresco e dal profumo dell'enorme glicine che avvolgeva e intrecciava il gazebo.

Arrivai davanti a questo posto meraviglioso, mi guardai intorno e vidi che ero l'unica persona all'interno del parco.

Mi sentii libera da ogni cosa, da ogni oppressione, pensiero, ricordo, paranoia e occhiata.

Salii per i scalini del gazebo e mi diressi nel mio piccolo spazio situato in un punto appartato del gazebo.

Mi sedetti, aprii il libro e cominciai a leggere.

Erano le 13.30 e il parco iniziò a riempirsi di studenti, mamme con i loro bambini e anziani.

Interruppi la mia lettura per poter racattare dalla borsa una mela e mentre la addentai guardai due bambine che giocavano alle principesse davanti al lago, questo mi ricordò la mia amica Sara.

Da piccole giocavamo sempre insieme ma adesso con il mio comportamento l'ho allontanata...

Sentii dei passi avvicinarsi al mio tavolo ma non ci feci caso, ero troppo intenta nel guardare le due bambine giocare e ricordare i bei tempi, vidi con la coda dell'occhio un ragazzo ben vestito che si avvicinò al mio tavolo

"Ciao, vedo che ti piace il libro"

Quella voce...

FearfulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora