"Una visita inaspettata"

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ANGOLO AUTRICE
Buonasera a tutti! Prima di passare alla storia vera e propria qualche comunicazione:
1) Anche se pubblico con il profilo "VirgolaePunto" questa è una storia che ho scritto da sola (sono Virgola ❤)
2) Nonostante ciò non manca di certo la consulenza indispensabile di Punto (che approfitto per ringraziare fin da subito)
3) Per coloro che leggono "I Medici": non preoccupatevi questa storia non ritarderà le pubblicazioni dell'altra 😘
4)Per la copertina sono terribilmente indecisa quindi la metterò nei prossimi giorni.
5)Quella in foto è l'attrice che più si avvicina a come ho immaginato Lys
Buona lettura!
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"Lys! Svegliati, Lys! Non puoi nemmeno immaginare!" Quelle parole irruppero con violenza nella serenità dei suoi sogni facendola alzare a sedere di soprassalto. Si dovette guardare intorno nella stanza avvolta dalla semioscurità per diversi secondi prima di riuscire a mettere a fuoco la fonte di quella voce stridula ed eccitata. "Madre, mi hai terribilmente spaventata." mormorò scocciata la giovane donna strofinandosi gli occhi. "Cosa succede? Dove sono le serve?" le domandò, poi, guardandola con sospetto sedersi al suo fianco sopra le coperte splendidamente ricamate. Era abituata alle assurdità di sua madre ma era fin da quando aveva avuto il suo primo ciclo di luna, diventando ufficialmente una donna, e le erano state concesse delle stanze personali nel gineceo, che sua madre non veniva a svegliarla. La cura della sua persona era ormai interamente affidata alle sue tre serve. Se non fosse stato sufficiente questo dettaglio a far insospettire la ragazza a ciò contribuiva largamente la strana agitazione chiaramente leggibile sul volto ancora giovane della donna. "Stamattina prima dell'alba è giunto a palazzo un messo che chiedeva con estrema urgenza di essere ricevuto da tuo padre: portava una lettera con il sigillo degli Achemenidi..." cominciò a raccontare senza quasi prendere fiato ma Lys la interruppe subito "Il sigillo del Gran Re?!" vociò sconvolta: era molto raro che il Re dei Re si degnasse a scrivere una lettera personale a un piccolo satrapo come suo padre. Talmente raro che da quando si era posto sul capo la tiara rigida dei Re persiani, che era stata di Ciro il Grande prima di lui, aveva visitato solo una volta la loro piccola città di pastori così lontana dal mare e dai grandi centri urbani più a Occidente. Dell'amministrazione si occupava, infatti, il gran ciambellano di corte e gli unici rapporti che Dario coltivava personalmente e in modo assiduo erano quelli con i grandi Satrapi di Babilonia, della Perside e delle regioni in cui si trovavano le altre quattro capitali dell'Impero. "Si! Tuo padre sembrava invecchiato di dieci anni per lo spavento, avresti dovuto vederlo! Come sai i messi imperiali non portano mai buone notizie, ma, dopo aver fatto entrare il messaggero e aver letto gli ordini del Re, è ringiovanito del doppio. Dario in persona e suo figlio Serse con la loro scorta di Immortali tra poche ore saranno alle porte di Actacusa! Si fermeranno nel nostro palazzo per alcuni giorni prima di proseguire in direzione della catena montuosa del Paropamiso per una caccia al leone albino che lì è stato avvistato per la prima volta qualche mese fa. Capisci cosa significa? Avremo lo straordinario onore di ospitare una parte, benché minuscola, della corte imperiale qui e tu e tuo fratello sarete ufficialmente presentati al Gran Re. Tieni gli occhi bene aperti Lys, vedrai cose a dir poco straordinarie." concluse sua madre con uno sguardo sognante che rendeva giustizia ai suoi trentacinque anni. Darice era, infatti, cugina della prima moglie di Dario, la donna che lui aveva relegato nell'ombra per poter sposare la figlia di Ciro e vedere ulteriormente legittimato il proprio potere, e in virtù di quella stretta parentela aveva avuto il privilegio di vedere Persepoli anni addietro. Ne era rimasta profondamente innamorata e Lys aveva così tante volte sentito descrivere la colossale reggia imperiale e i meravigliosi giardini, gli straordinari paradeiza di cui tutto il mondo parlava, che se chiudeva gli occhi riusciva quasi a vederli, benché non avesse mai messo piede fuori dalla città in cui era nata. "Ti ho fatto preparare un bagno nelle mie stanze, le tue serve ti attendono già lì. Indossa il tuo abito più bello e i gioielli più ricchi. Dopo ti manderò Euridice per truccarti e acconciarti i capelli: dobbiamo mostrarci al meglio." Quelle furono le ultime parole di sua madre prima che uscisse come una trottola impazzita lasciandola lì ancora interdetta e frastornata. Il cuore le batteva forte e a stento riusciva a crederci: fin da bambina il precettore che si occupava dell'educazione sua e di suo fratello aveva letto e narrato loro le gloriose gesta dei Re. Per il loro popolo questi ultimi non erano soltanto sovrani ma incarnazioni vere e proprie del divino tra i mortali e quello stesso giorno lei ne avrebbe incontrato uno dal vivo. Sua madre aveva ragione: non avrebbe quasi battuto ciglio per paura di perdersi anche solo un istante di quell'incontro straordinario.

Harem (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora