"Peccati"

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Il sole era ormai tramontato quando suo padre fece preparare le mense per un ricco convito in onore dei suoi illustri ospiti. Gli schiavi mostrarono con efficienza ad ognuno il proprio posto prestabilito e quando Lys scoprì che avrebbe dovuto sedere proprio accanto a Serse per poco non le prese un colpo. Al principe infatti, per rango, spettava il posto a capotavola opposto a quello di Dario e come sulla destra del Gran re sedeva il satrapo e sulla sinistra Darice così sulla destra e sulla sinistra del giovane erede avrebbero dovuto prendere posto, in modo complementare, i due figli del satrapo. Dunque, al fine di rispettare le usanze di corte, Lys si ritrovò stretta tra l'impudente cugino, Soroush, e Serse senza neppure la consolazione di poter parlare con il fratello. "Mio principe, mi è stato riferito che tu e il Gran re state andando a fare una battuta di caccia come non si vede da decenni sul Paropamiso. Come intendete fare per catturare il leone albino? I pastori parlano di un mostro colossale, silenzioso come un lupo e astuto come una volpe." Avviò la conversazione Hektor con cortesia per porre fine a un'atmosfera che stava diventando troppo tesa. Serse per fortuna colse l'occasione al volo ed era chiaro che amasse particolarmente la caccia perché i due discussero a lungo e con sincero interesse sul metodo migliore da usare con ogni tipo di fiera e se in quella circostanza particolare fosse meglio una lancia ben affilata o arco e frecce. Lys smise quasi subito di prestare attenzione ai loro discorsi e per diversi minuti riuscì a gustarsi in tutta tranquillità dei succulenti datteri conditi con miele e spezie. "Lys, mia dolce cugina, mi permetto di dirti che oggi sei di una bellezza tanto accecante che riesco a stento a toglierti gli occhi di dosso. So che non ti sono del tutto indifferente, lo sento. Sei solo schiva come qualunque donna di rango deve essere verso i giovani troppo audaci, ma io non sono uno dei tanti. Chi potrebbe essere un marito migliore di un uomo che fa già parte della tua famiglia? Pensaci almeno, concedimi il beneficio di illudermi che un giorno, anche lontano, potrai ricambiarmi almeno in parte." cominciò a tartassarla Soroush con gli stessi argomenti che usava da anni, accarezzando uno dei riccioli castani della ragazza. La pace è già finita pensò lei amaramente rendendosi conto che il giovane doveva aver alzato un po' troppo il gomito per avere l'audacia di rivolgerle quelle suppliche ridicole in un posto dove chiunque avrebbe potuto sentirlo senza nemmeno preoccuparsi di abbassare abbastanza il tono. "Taci Soroush. Non è il luogo né il momento giusto e poi sai già qual è la mia risposta. Penso di avertelo ripetuto almeno un milione di volte." sibilò di rimando guardandolo in cagnesco. "Capisco: lo dici per mantenere il tuo decoro. Sono stato uno stupido a rivolgerti parole così esplicite. Ricorda però che io non mi arrenderò mai e so che prima o poi la mia costanza e pazienza sarà premiata." continuò lui imperterrito, fraintendendo le sue parole. La ragazza scosse la testa con rassegnazione: quella storia andava avanti da quando era ancora soltanto una bambina e niente di quello che lei aveva mai detto o fatto aveva dato alcun risultato quindi decise di ignorarlo e lui smise di insistere a parlarle per il momento. Diversi bicchieri di vino di palma dopo ormai dire che tutti gli uomini seduti nel suo raggio visivo erano brilli sarebbe stato un eufemismo bello e buono quindi Lys, per non dover interagire con nessuno di loro, si sporse per prendersi da sola una fetta di uno dei dolci tipici della sua regione, per il quale aveva un debole da sempre, senza pensare al fatto che in questo modo lo scollo già fin troppo profondo sulla schiena del suo vestito avrebbe lasciato scoperta e in piena vista una sezione ancor più ampia della sua pelle nuda. La cosa, però, evidentemente non passò inosservata ai due giovani che le sedevano accanto. "Se tu fossi mia non ti permetterei mai di vestirti così per andare in un luogo pubblico. Non potrei sopportare che gli occhi di un altro uomo si posino sulla tua pelle dorata o che intuiscano le forme delicate del tuo corpo attraverso il tessuto sottile." sbottò infatti suo cugino prendendola alla sprovvista. Prima ancora che riuscisse a rispondergli acidamente che il problema non si poneva dal momento che non sarebbe mai stata sua o che gli tirasse un ceffone per quella assurda impertinenza, Serse si intromise nel discorso lasciando tutti senza parole. "Commetteresti un errore a dir poco fatale così facendo perché desteresti la malizia ancora sopita nel suo animo. Non vi è donna più desiderabile di quella che è consapevole di esserlo e, se anche tu le imponessi di velarsi il capo e indossare tonache larghe e pesanti, troverebbe comunque il modo di rendersi seducente e attirare l'attenzione persino più di prima. Al contrario, se riesci a lavorare l'animo di una donna, conquistarne la fiducia, e a rubarle il cuore lei ti sarà completamente fedele in ogni gesto e in ogni pensiero. Lei stessa si renderà quasi invisibile per gli altri senza peraltro alcun bisogno di nascondersi." disse come se stesse parlando del tempo. Il modo in cui gli occhi del principe si fissarono nei suoi, anche se soltanto pochi istanti, la fece avvampare violentemente. Non capiva cosa le stesse succedendo: non era mai stata una persona particolarmente timida ma quel giorno il suo volto sembrava aver deciso, di sua propria ed estremamente inopportuna volontà, di palesare a tutti quello che le passava per la testa. "Parli come se conoscessi molto bene il genere femminile, ma non credi di peccare di superbia? Non hai mai sentito dire che noi siamo di gran lunga gli esseri più complessi che Ahura Mazda abbia mai creato?" Solo dopo che ebbe finito di pronunciare quelle parole la giovane si rese conto di quanto fossero fuori luogo. Avrebbe voluto sparire dalla faccia della terra. "Il tuo nome è Lys, vero?" le chiese Serse con una scintilla di sorpresa negli occhi scuri. E dopo che lei ebbe annuito continuò: "Bene, Lys, io pecco spesso di superbia. Anzi potrei affermare che, insieme alla lussuria, è uno dei miei peccati preferiti, se devo essere sincero, ma non è questo il caso. Sono un tipo curioso ed essendo cresciuto in mezzo alle donne ho avuto l'occasione di studiarle attentamente." continuò abbagliandola con un malizioso sorriso sghembo. "Pensavo avessi soltanto una sorella." commentò lei in risposta, corrugando la fronte. "Mandane, certo. Comunque non mi riferivo a lei: parlavo delle donne dell'harem di mio padre." le disse e la ragazza ebbe la chiara sensazione che stesse scrutando il suo viso con attenzione per studiarne le reazioni, non stava esagerando quando aveva parlato della propria curiosità. Si rese conto che la stava studiando e valutando e si sentì una stupida per la propria ingenuità, avrebbe dovuto capire, dal modo in cui aveva pronunciato la parola conoscere, che non stesse parlando di donne della sua famiglia. Suo fratello sembrò comprendere,  in quel modo speciale in cui loro due riuscivano a comunicare anche senza parole, che era in difficoltà perché tornò a monopolizzare l'attenzione di Serse con l'invito a organizzare una gara sportiva improvvisata il giorno seguente per occupare il tempo, concedendole il tanto desiderato lusso di rendersi invisibile agli occhi di tutti per il resto della serata.

Harem (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora