Capitolo 6

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-Buongiorno- dico rivolgendomi a Mitsuki e a Konohamaru.

-'giorno– Boruto arriva qualche secondo dopo di me.

-Siete molto energici, ragazzi...- Konohamaru sembra ancora mezzo addormentato. -Adesso vi spiego nei dettagli la missione. –tutti e tre facciamo cenno di si con il capo. Dopo un quarto d'ora di sproloquio di dettagli ovvi, partiamo.

In poche parole per arrivare fino alla casa di campagna di Tento, attraverseremo il bosco e non prenderemo il treno, per dare meno nell'occhio. Arrivati alla villa ci stanzieremo lì per uno o due giorni per poi ripartire e, sempre attraverso il bosco, arriveremo alla capitale.

Konohamaru ci ha già intimato di non dare troppo nell'occhio e l'ha fatto specialmente con Boruto, dato che è facile notarlo sia per il fatto che è il figlio del settimo Hokage e che se indossasse dei vestiti arancioni sarebbe la sua copia sputata, sia perché è così DANNATAMENTE rumoroso quando si trova con altre persone... certo, è un chiacchierone di prima categoria, e non credo che esisti una persona più socievole di lui, dato che se potesse, farebbe amicizia anche con i sassi, però non posso negare che quando si tratta di una missione, sia il ninja più bravo della nostra età che io conosca.

Lui ci tiene, stranamente. Prima no, non gli interessava per niente, credeva che fosse una strada obbligatoria dato che è figlio di un grande  ninja, cioè del più grande ninja di tutti i tempi a parer mio, però ha cambiato idea, è diventato più determinato; penso che abbia capito che c'è molto di più dietro a conoscere ed imparare i justu, penso che abbia capito che chi riesce a diventare un vero ninja, trova la determinazione e la forza per realizzare qualsiasi sogno abbia e comprende a pieno che è necessario combattere per ottenere ciò che riesce a renderlo più felice.

Continuiamo a correre tra gli alberi in fila indiana: a guidare il gruppo c'è ovviamente Konohamaru, poi Boruto, poi me e per ultimo Mistuki. Non ho mai capito perché ma in questi due anni, abbiamo sempre viaggiato in questa formazione e io mi sono abituata a non staccare un attimo gli occhi dalla nuca di Boruto, forse è solo perché mi sta davanti, ma è come se averlo davanti mi desse una certa sicurezza.

No. Non è vero, io non dipendo da nessuno, io NON DEVO dipendere da nessuno. Abbasso lo sguardo, e men che meno da lui.

Sento un frastuono assurdo, poggio il piede destro sul ramo davanti a me e sto per scivolare quando una mano da davanti mi afferra l'avambraccio. Ovviamente non poteva che non essere la sua.

-Cos'è? Adesso hai paura anche di uno stormo di uccelli?- Erano solo uccelli. Strano.

-Ero soltanto sovrappensiero.- Boruto riprende a correre, io dietro di lui.

-Attenta Sarada, che se continui così ci morirai, dentro la tua mente.- Sento Mitsuki perfettamente anche se gli do le spalle.

-Beh, strano allora che tu non sia morto nella testa di Boruto

-Touché- non sembra affatto toccato dalla mia frecciatina, ma forse è meglio.

-Mi piacerebbe molto che la smettesse di punzecchiarvi a vicenda, almeno quando siete in missione.- la voce di Konohamaru arriva forte e decisa, anche se si sente benissimo la stanchezza.

-Mica possiamo stare per un  giorno intero di viaggio muti come pesci. Noi siamo sveglissimi, al contrario di te.-

-A parte che io sono molto sveglio e, se hai tanta voglia di chiacchierare, potresti proporre un argomento che coinvolga anche una mente elevata come la mia.- Giriamo a destra.

Qualsiasi distanza era troppa vicino a luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora