Il mio destino sei tu.

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Era una di quelle solite giornate monotone di dicembre.

Ormai in giro per le strade non si vedeva più nessuno, il paesaggio ai miei occhi risultava abbastanza cupo e triste. Stavo li, come usavo fare nei momenti di noia. Mi soffermavo per un bel pò a guardare la pioggia scendere costantemente dal cielo , sembrava non cessare mai.

Mentre i miei occhi continuavano a fissare quei grandi goccioloni che andavano a schiantarsi contro il suolo , mi raffiorarono diversi ricordi di quando ero ancora una bambina.

Non riuscivo ad accettare l'idea di allontanarmi da ciò che mi aveva accompagnata durante la mia crescita.

Il solo pensiero di dover cambiare città faceva sempre salire un brivido lungo la mia schiena.

Me a New York? Ma ci pensate?

Una ragazza che è stata abituata alla vita in montagna , che ama la natura , fare sport e leggere.

Questa sono io. 

Preferivo vedere un film sotto le coperte , magari affiancata con una tazza di thè caldo che star a sentire le mie coetanee che usavano raccontare sempre delle notti passate in compagnia dei loro ragazzi.

Sarebbe stato tutto facile nella nuova città? Non ne avevo la minima idea. Ma malgrado ciò , mi alzai di scatto dal letto su cui stavo seduta , mi infilai le mie solite converse bianche e scesi subito in cucina.

''Eleanor! Su sbrigati ! O farai tardi se non ti muovi.'' Mia madre sostava li , davanti la porta. Ad aspettare che io mi sbrigassi , con le braccia incrociate al petto , fissando ogni mia minima azione.

Si notava. Anche a lei dispiaceva lasciare questa cittadina , ma aveva sempre desiderato vedere luoghi nuovi , specialmente New York , era il suo sogno. 

''Non preoccuparti, continuo io a sistemare la tua valigia'' Mi accarezzò una guancia e io ricambiai con un sorriso.

Nel soggiorno c'era Eveline che continuava ad urlare contro Leon.

''Ehy! Ridammi la mia bambola !'' Iniziò a piangere mentre Leon rideva per la sua sceneggiata.

Ed eccoli qui. Mio fratello maggiore e mia sorella minore.

Leon che , quasi diciottenne , dimostrava di avere l'età mentale di un ragazzino che frequentava ancora l'asilo. 

Eveline , invece , nel pieno della sua dolce e ingenua età.

''Ahahaha guarda un pò la mia sorellina , obbligata a lasciare questa città e con lei anche la sua unica amica..'' Ridacchiò Leon.

Odiavo quando mi prendeva in giro, ma avevo imparato ad evitare di dargli molta importanza.

''Che bello , andiamo a New York! Yeah !'' 

Lui era molto felice riguardo al cambiare paese. Qui ormai non andava daccordo con nessuno , solo con qualche ragazza a cui faceva il filo per due o tre giorni e poi la evitava, iniziando così a sentirsi nuovamente con un altra.

Quando iniziò le superiori pensai perfino fosse omosessuale, perchè passava intere giornate con i suoi amici , senza nominare mai alcuna ragazza. Questo lo so perchè molte volte mi ritrovai a spiarli.

Eeeh beh che dire , sono una tipa curiosa !

Fin quando poi , un bel giorno , entrando nel seminterrato lo trovai disteso sul divano , tutto nudo con addosso una ragazzina. 

Dopo aver ascoltato il litigio fra mio fratello e mia sorella , acchiappai una merendina al volo e dopo aver finalmente messo il profumo e preso la borsa uscii di casa.

                                                                                         ***

Fuori ad aspettarmi c'era lei , Natasha. La mia migliore amica. Eravamo cresciute insieme.

Uscii dal vialetto e mi precipitai davanti la macchina dei suoi genitori , che mi aspettavano impazienti per il mio solito ritardo.

Natasha mi salutò con un bacio sulla guancia , dopodichè mi disse ''Sei pronta per i saluti?''

Aveva già messo il broncio, ahahah che dolce !

Entrai in macchina , sedendomi vicino a lei .

Mi veniva da piangere , ma mi trattenni. Non avrei mai voluto che la mia unica amica , l'unica con cui potevo confidarmi , l'unica che mi capisse veramente stesse male a causa mia , così mi limitai ad un sorriso.

''Dovrei esserlo , ma non ce la faccio. Mi mancherete troppo ! ''

Mi guardò per un ultima volta , poi si girò dal lato del finestrino , guardando per un attimo la strada.

''Ricky è messo molto male. Ieri siamo stati ore ed ore al telefono. Non ce la fa a lasciarti andare così..''

Ricky è il mio ragazzo. Stavamo insieme da tre mesi e quattordici giorni , già diceva di amarmi.

''Gli voglio un sacco di bene, lo sai'' Sospirai per un momento , guardando fuori.

''Okay. Oggi non dev'essere una brutta giornata , su ! Pomeriggio finalmente partirai e vedrai posti bellissimi. E Ricky? Chi se ne frega !'' Fece piena di vita.

''E poi ammetti , prima o poi l'avresti lasciato. Dicevi anche tu che l'amore vero non esiste.''

Si morse il labbro e ridacchiò. Lei si che mi conosceva meglio di chiunque altro !

Arrivammo finalmente a scuola e come se non bastasse... TADAN ! Colpo di scena !

Incrociai gli occhi di Ricky , mi venne in contro a braccia aperte. In un attimo mi ritrovai appoggiata al suo petto, per un attimo mi fermai a guardarlo. Dopodichè, in attesa di qualche mia parola, iniziò a riempirmi di baci.

Devo ammetterlo , erano cambiate un bel pò di cose da un mese a quella parte.

Ricky mi voleva bene , diceva perfino di amarmi e di volermi tutta la vita con sè. Mi riempiva sempre di regali , ma non mi bastava .

Forse era perchè ero cresciuta ed ora volevo provare nuove emozioni? Chi lo sà.

Gli accarezzai delicatamente una guancia.

''Ma vuoi dirmi cosa ti sei messa in testa? Come farò senza di te? Eh?!'' . Senza neanche il tempo di accorgermene prese il mio volto fra le mani lasciandomi un bacio a stampo sull'angolo delle labbra.

''Mi mancherai, Ricky'' Mi limitai ad abbracciarlo.

Il mio destino sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora