Non era un bel giorno oggi. Credo fosse perché non c'eri tu. Ci sto facendo l'abitudine, sai. Ma è difficile, tremendamente difficile. Avrei voluto scriverti o chiamarti. Avrei voluto incontrarti per caso. Ma sarebbe stato peggio. Molto peggio. Perché quando ti vedo, nei corridoi, a lezione, se ti vedo...sento una fitta, al cuore. Fa male. Tanto. Vorrei solo non sentirla. Non tornare indietro. Non cancellare tutto. Vorrei solo non sentirla. Non sentire dolore quando penso a te, a quello che c'è stato. Che poi qualcosa c'è stato? So che è stupido, credimi. Ma avrei tanto bisogno di sentirlo. Bisogno di sentire che qualcosa c'è stato. Come una conferma che non sia solo un film nella mia testa. Forse avrei bisogno anche di un tuo abbraccio. E vorrei tanto che non ti avvicinassi a me facendo finta di niente, perché è come sbattermi in faccia qualcosa che voglio e dirmi che non posso prenderla. Mi hai messo il tuo abbraccio sotto il naso. E non sai quanto lo desideri. No, sul serio, non lo sai. Perché tu stai bene senza di me. Ma a me, a me ci pensi? Io sto male. So che non ti importa, ma ho bisogno di dirtelo... o di scrivertelo, anche se non lo leggerai mai. Vorrei urlare. Vorrei urlarti contro, ma non servirebbe a nulla. Ed è questo che mi fa soffrire, che potrei urlarti contro ma sarebbe inutile, come gridare al muro.
Stanotte ho fatto un sogno, in quel poco in cui sono riuscita a dormire, per la prima volta non c'eri tu e questo, nonostante sia stato un chiaro miglioramento della mia condizione, mi ha scossa più di quanto mi aspettassi, perché sapevo, anzi speravo, che prima o poi saresti scomparso dai miei pensieri, ma non mi aspettavo che sarebbe successo adesso. Ancora gran parte di me spera che prima o poi busserai alla mia porta e mi dirai che mi ami ancora, e poi c'è un' altra parte di me, che cresce sempre di più, e che sa che nel caso ciò accadesse non ti darebbe neanche il tempo di aprire bocca prima di sbattertela in faccia la porta. Non è la prima volta che scrivo questa lettera, ma è la prima volta che so cosa dire. Il problema è che ho anche troppe cose da dire, troppe per scriverle. Vorrei tanto parlarti, senza dover litigare, o parlare di cose serie, parlare di libri, di film, di posti, di cose normali. Perché non possiamo limitarci ad essere normali? Due ragazzi che passano tranquillamente l'ultimo anno che devono preoccuparsi del college, non delle cose di cui dobbiamo preoccuparci noi... di cui dovevamo preoccuparci noi. La cosa che più di tutte mi manca di te è il tuo sorriso, quello che anche fatto si che mi innamorassi di te. Da quando abbiamo chiuso non te l'ho più visto in viso, non sembri triste ma spento. Forse è meglio, magari spegnendo le emozioni non si soffre come sto soffrendo io. Ma come si vive senza felicità? Io, nonostante il dolore, provo felicità nelle piccole cose. Tu come fai? Sai, me la ricordo la prima volta che ti ho visto sorridere, perché per te un sorriso non è una cosa da tutti i giorni. Ci conoscevamo da poco ed era una bella giornata, c'era il sole. Mi ricordo che mi hai detto di amare le giornate piene di sole e, nonostante le odiassi, da quel giorno le amo anche io. Era solo una delle nostre solite uscite: un gelato, una passeggiata e tante, tante parole, eppure sembrava speciale. Ero solo io a sentirlo? Anche i bei momenti passati insieme riescono a sembrarmi brutti adesso. Come abbiamo fatto a rovinare tutto? Perché a me sembra tutto rovinato e stavolta per davvero. Ma è finita così? Niente più baci, niente più lacrime, solo un vuoto. Mi è rimasto questo di te? Un vuoto?
Basta. Basta pensieri negativi. Basta pianti. Basta tutto. Da oggi solo felicità. Ma smetterà mai di essere difficile? Perché essere felici non dovrebbe esserlo. Con te era semplice. Beh quasi sempre, ma almeno avevo qualcuno. Avevo te e mi bastava. Ma adesso? Adesso che non ti ho più, che non sei più mio?
tzz...tzz...
Messaggio da Emily: Sono qui sotto, scendi.
Risposta: Ti avevo detto di non voler uscire.
Messaggio da Emily: E ti ho fatto notare che la mia non era una richiesta. Scendi.
Mi arrendo e indosso le scarpe e il giubbotto, infilo la lettera in un cassetto e esco. Spero solo di non incontrarlo.
Essendo febbraio fa molto freddo fuori e il mio giubbotto non è di certo adatto alla stagione. In questo momento non vorrei altro che stare a casa sotto le coperte a guardare film strappalacrime e invece mi ritrovo qui, senza sapere dove stiamo andando, facendo finta di ascoltare gli infiniti discorsi di Em sulle sue unghie e sui suoi capelli. Per quanto possa volerle bene non riuscirei mai ad ascoltare neanche la metà di quello che dice. Mi ritengo un po' egoista quando, mentre si confida con me, comincio a vagare tra i miei pensieri, lei mi ascolta e mi consiglia sempre, io le do solo silenzio. Eppure il silenzio le basta. Nessun consiglio, nessun parere, niente, non mi ha mai chiesto niente. Solo silenzio. Magari il silenzio aiuta allora.
Abbandono i miei pensieri per ordinare (siamo già arrivate al McDonald?) e mentre siamo in fila ci mettiamo a parlare del più e del meno. Em è l'unica che in questo momento può strapparmi un sorriso. Beh l'unica eccetto... mi accorgo che Em sta fissando qualcuno dietro di me con una strana espressione. Mi giro e lo vedo. Un attimo di gioia, seguito dal dolore. Quella fitta al cuore di cui poco fa ho scritto. Quella che ogni volta fa più male.
Lui, l'unica altra persona che riuscirebbe a farmi sorridere e allo stesso tempo l'unica persona per cui soffro adesso.
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Heilà
Fatemi sapere che ne pensate e scrivetemi se avete dei consigli e suggerimenti.
P.S. scusate per gli eventuali errori.
-Chiara💕.
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Quello che resta di noi
RomanceUna serie di lettere che ci porteranno a scoprire, un po' alla volta, la storia d'amore di due adolescenti e le cause che l'hanno portata alla sua fine.