3. Lacrime di dolore

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Annabeth non ce la fece a trattenersi e decise di andare a verificare se veramente Luke fosse malato.

Corse a perdifiato per il parco scavalcando una fossa e facendo quasi cadere una signora anziana che, insieme al nipotino, stava dando da mangiare ai piccioni (ora spaventati dall'arrivo della ragazza).
Senza neanche girarsi o rallentare Annabeth gridò le sue scuse alla signora, ora intenta a cercare di consolare il bambino, che era scoppiato in un pianto di delusione per la fuga degli uccelli.

La corsa durò per pochi minuti perché la casa di Luke era abbastanza vicina alla scuola, ma fu davvero sfiancante.
Per tutto il tragitto Annabeth si era ripetuta mentalmente che doveva rimanere calma.

Una strana stretta al petto la stava facendo impazzire e inoltre aveva un brutto presentimento...

Finalmente arrivata a destinazione Annabeth si fermò con il fiatone davanti al cancello dell'abitazione dell'amico.

Era indecisa se suonare o meno il campanello. Dopo tutto lei in quel momento doveva trovarsi a scuola: che cosa le avrebbero detto i genitori dell'amico?
Decise di farsi coraggio e suonò il campanello. Aspettò qualche minuto ma non ottenendo risposta, riprovò diverse volte.

Ormai quella stretta allo stomaco si era fatta insopportabile.

Continuò a suonare ripetutamente il campanello per almeno altri 2 o 3 minuti.... ma niente, nessuna risposta.
A quel punto Annabeth era scoppiata a piangere. Non sapeva bene neanche lei il motivo, ma il fatto che nessuno rispondesse la preoccupava: e se era successo qualcosa di grave?
La gente che passava la guardava storto ma lei non ci faceva caso, continuando imperterrita a "bussare" al cancello, urlando.

Decise di smettere di suonare il campanello e si mise a chiamare ad alta voce il nome dell'amico, gridandolo in modo straziante.

Il cuore le batteva forte e la gola le faceva male, ma lei era troppo agitata per farci caso.

Smise di urlare a squarciagola solo quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla e stringerla in modo deciso ma allo stesso tempo anche dolce, facendola voltare.

La bimba si trovò davanti ad un uomo  sui 30/40 anni circa con addosso una camicia hawaiana e un cappello con la visiera per ripararsi dal sole. Aveva una barba incolta e gli occhi verdi, come le profondità marine.

Annabeth ebbe appena il tempo per mettere a fuoco l'intera figura prima che l'uomo la distraesse dai suoi pensieri chiedendole se si sentisse bene.

Annabeth era confusa: perché avrebbe dovuto stare male? Certo, era preoccupata per Luke... però non stava mica morendo.

Vedendo il suo sguardo interrogativo l'uomo le fece cenno di guardare la vetrina alle loro spalle... appena Annabeth vide il riflesso della propria immagine, tutto le fu subito più chiaro.

Aveva i capelli in disordine (manco avesse fatto a botte con qualcuno), gli occhi rossi e le guance rigate della lacrime ed era per giunta scossa da numerosi brividi in tutto il corpo, a partire dalle braccia.

E, se a tutto questo si aggiungeva il fatto che fino a pochi secondi fa stava urlando come se non ci fosse un domani, agli occhi degli altri poteva tranquillamente passare per una pazza psicopatica (o, per lo meno, per una ragazza con qualche disturbo mentale da evitare accuratamente).

Com'era riuscita a ridursi in quello stato??

Il passato che mi sono lasciata alle spalle || Percy Jackson (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora