Parte senza titolo 2

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Aprii gli occhi e rividi la ragazza di poco prima. Diventai rosso per l'imbarazzo: non mi era mai capitato di andare a sbattere contro un palo per guardare una ragazza. Ero un po' intontito quando provai ad alzarmi dal letto. Guardai l'orologio: erano le 14 e, quattro ore dopo, io avrei avuto una partita parecchio importante. Stavo cercando di capire dove fossi quando alle spalle sentii una voce, una voce melodiosa, come se fosse la voce di un angelo. Mi girai e vidi quella ragazza dagli occhi blu come il cielo in tutto il suo splendore. Le sue parole sembravano una poesia:

<<ciao, mi chiamo Alicia Gomez e credo di essere la ragazza per cui tu sia andato a sbattere contro il palo. Non potevo e non volevo lasciarti lì per terra, così ho deciso di portarti qui, a casa. Vuoi qualcosa da bere per tirarti un po' su?

<<piacere Alicia, io sono Javi Ramos e sono la punta delle giovanili del Siviglia. Ti ringrazio molto per avermi soccorso e per avermi dato la possibilità di riprendermi portandomi qui a casa tua. La risposta è sì: sei tu la ragazza per cui sono andato a sbattere contro il palo. Sono rimasto folgorato dai tuoi fottutissimi occhi blu, una meraviglia per cui non riuscivo a distogliere lo sguardo>>.

<<così mi fai arrossire, ti ringrazio per il complimento. Anche tu non sei niente male!Che coincidenza, anche io gioco a calcio nella tua stessa squadra! Javi, non devi ringraziarmi, è stato un piacere>>.

<<grazie. Senti Alicia, ti propongo una cosa: sono le 14:30 e tra due ore devo essere al campo per l'ultima partita valida per l'accesso al campionato d'Andalusia. Che ne diresti di venire a vedermi? Ti pago l'entrata, la consumazione al bar e il trasporto per tornare a casa>>.

<<molto volentieri, dammi solo una ventina di minuti che mi faccio bella e arrivo>>. Passarono venti minuti esatti e Alicia era pronta. Alzai gli occhi e per poco non svenni di nuovo: Alicia era magnifica, non penso che ci possa essere un aggettivo adatto a descrivere la sua bellezza. Si era vestita in un modo che oserei definire divino. Mi sentivo quasi in imbarazzo al fianco di tanta bellezza. Salimmo sul pullman e iniziammo a parlare per conoscerci meglio. Iniziò lei con le domande:

<<che tipo di persona sei?>> mi chiese con quella voce melodiosa.

<<sono un ragazzo un po' timido ma con un cuore d'oro. Sono molto dolce e affettuoso. Ho due grandi passioni: il calcio e il Siviglia. Ogni volta che posso vado sempre allo stadio con il mio migliore amico Ibai in curva. Vorrei riuscire a sfondare nel mondo del calcio e raggiungere alti livelli. E tu invece?>>

<<io sono una ragazza molto socievole e sincera. Se mi affeziono a qualcosa o a qualcuno difficilmente me ne privo. Anche per me il calcio è la mia passione>>. Non riuscivo a smettere di guardare i suoi occhi: credo che me li sarei sognati la notte, così come mi sarei sognato la sua voce che avrei ascoltato per ore.

Arrivati a casa, Alicia notò che non c'era nessuno e, purtroppo, pronunciò quella fatidica domanda che speravo mi avesse fatto più tardi:

<<come mai non c'è nessuno a casa? Se posso sapere...>> chiese incuriosita. Mentre pronunciava quelle parole, stavo preparando la borsa da calcio. Non ce la feci e scoppiai a piangere. Tra le lacrime, provai a spiaccicare qualcosa per spiegare il mio pianto:

<< i miei genitori sono morti il giorno del loro anniversario di nozze in un incidente stradale, quando io avevo solo tre anni. Ho sempre vissuto con mio nonno Gerard, a cui devo tutto. ma, purtroppo, anche lui se n'è andato: è morto il 14 ottobre 2016 a poche ore prima dell'inizio del derby. Adesso vivo qui, da solo, senza nessuno>>.

<< oddio non lo sapevo. Mi dispiace, non volevo toccare un tasto così dolente. Ti chiedo perdono>> disse Alicia mortificata, quasi in lacrime.

<<non ti preoccupare ma grazie lo stesso>> dissi mentre mi asciugavo. Senza dirmi niente, mi venne incontro e mi strinse forte: potevo sentire il dolce profumo dei suoi capelli, potevo sentire la forma presente del suo seno sul mio petto e la curvatura del suo sedere che potevo con le mie mani. Avevo davvero bisogno di un abbraccio, ne avevo bisogno come una persona ha bisogno dell'aria per respirare e, forse, lei era proprio la persona da cui lo volevo...

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