Colonne d'Ercole

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"Rio. Fin dall'alba avevo vagabondato in questa residenza del dio solare, il cui portale di roccia accoglie il forestiero apparendogli come le nuove colonne d'Ercole, varcate le quali egli dimentica il Vecchio Mondo."

Ernst Jünger

Mi sono mangiata tutte le pellicine sulle mie mani. Non ho più niente con cui distrarmi, non funziona niente, non riesco neppure a svagarmi un po' con gli amici. Riesco solo a pensare a lui, Alexander. Ovvio che sa della mia cicatrice, l'ha vista su Skype, ma che effetto gli farà di persona? Dopotutto, si sa, queste cose sono sempre meno spaventose quando sono lontane. La casa è già in ordine. Di dormire non se ne parla neanche, mancano solo dieci minuti al suo arrivo. Tanto ho due bellissime occhiaie viola ad adornarmi il volto, testimoni della mia notte insonne. Le mie mani tremano. Meno nove. 

Controllo il mio vestito e le mie converse. Meno otto.

Spio il mio giardinetto dalla vetrata. Meno sette. Meno sei. 

Guardo di nuovo se la cucina è in disordine. Meno cinque. 

La camera, la camera, la camera! Meno quattro. 

Ecco fatto, è tutto nascosto dentro l'armadio. Meno tre. 

La scarpiera era chiusa male. Meno due. 

Mi guardo allo specchio e due occhi di colore diverso ricambiano il mio sguardo. Ho un occhio azzurro e uno verde... meno uno. 

Il campanello suona. Aiuto. Deglutisco nervosamente, anche se la mia gola è riarsa. Sblocco la porta e lo vedo. Uno schermo non gli fa giustizia. È bello, bellissimo, troppo per me.

"C-ciao, entra pure." Cerco di sorridere, ma credo che ne venga fuori più una smorfia che altro. Non dovevo essere arrabbiata? Eppure dimentico tutto.

"Ehi!" E mi abbraccia. Come si abbracciano le persone? È passato così tanto tempo da quando ho abbracciato qualcuno. Mi prende la mano, mi guarda negli occhi e la voce mi muore in gola.

"Devo dirti una cosa. Mi dispiace per quello che ho detto: ero arrabbiato perché c'è una cosa che voglio, una persona che voglio, e so che lei soffre. Soffre tanto perché lei ha una malattia a cui tanti non credono e io vorrei solo... poterle dare il mondo. Scusami se ti ho detto quello che ti ho detto."

  EHI LETTORE/LETTRICE SILENZIOSA: Se questo racconto ti sta piacendo puoi trovare una versione più lunga, revisionata e che va più a fondo sul mio profilo, sotto il titolo di "Il Collezionista di Farfalle (ROMANZO)". Passate e ditemi che ne pensate :)  

Il Collezionista di Farfalle (RACCONTO BREVE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora