Tentano di impaurirmi

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La ragazza della reception lo aspettava in piedi dietro la scrivania. Pareva nervosa, aveva lo sguardo fisso e le labbra lucide tirate. Passava da una mano all'altra un foglietto stropicciato, come se scottasse. Le unghie lunghissime laccate di rosa glitter graffiarono la carta mentre glielo sfilava dalle dita e gli ricordò di quando le aveva sentite lungo la schiena, la volta che erano stati insieme. Lei era stata assunta da pochi giorni ed era stato fin troppo facile portarsela a letto. L'aveva liquidata dicendo che non era opportuno andare oltre, visto che lavoravano insieme, e aveva persino dato l'impressione di essere una persona seria, non lo scaltro opportunista che era.
Anche questo biglietto era scritto a computer.
Dirò a tutti che non meriti il tuo successo. Perderai il lavoro, la fama, tutto. Accadrà, puoi scommetterci. Sarà uno spettacolo vederti cadere.
Lo accartocciò e si diresse verso lo spogliatoio, ancora vuoto. Iniziò a cambiarsi, trattenendo a stento la rabbia. Quando traboccò, scaraventò le scarpe contro gli armadietti, una dopo l'altra. Si sedette su una delle panchine con la testa tra le mani e soffocò un urlo di frustrazione. Aveva smesso di fare supposizioni su chi fosse il nemico, ma era certo che si trattasse di una donna, una delle tante che aveva scaricato. La lista era troppo lunga e c'era il forte rischio che fosse qualcuna di cui non aveva nessuna memoria, magari una delle tante rimorchiate mezzo ubriaco.
Si svestì, ammirandosi nello specchio prima di entrare in doccia. Con l'acqua scrosciante sul volto, ghignò. A quanti trentenni capitava di essere oggetto di desiderio di così tante donne? Quelle lettere, infondo, non facevano che confermare quanto fosse indimenticabile.

Cosa mi hai fatto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora