Il signor Braxton stava seduto sulla sua poltrona nella penombra di casa mentre guardava l'erba venire sferzata dall'acqua fuori dalla finestra, con aria malinconica; il freddo della sera temperava l’immobile a causa del camino spento. Pioveva sulla periferia di Invercargill e il tempo sembrava scorrere sempre più lentamente, mentre i minuti di attesa dell’uomo si accumulavano come gocce d’acqua sul vetro, scanditi solo dal rintoccare del vecchio orologio a pendolo in fondo alla stanza. Appariva senza vita, immobile, quasi sembrava non respirasse, come una statua di cera umanoide modellata su una vecchia poltrona e messa in mostra in un museo.
Improvvisamente un suono ruppe la quiete, dei colpi sordi, tre per la precisione, che rimbombarono contro le pareti ed entrarono nelle ossa dell'uomo, scuotendogli le viscere e facendolo rinsavire. Alberic Braxton conosceva bene quel suono, quello del batacchio all’entrata che veniva sbattuto sul legno di quercia. L’attesa era finita. Si alzò in piedi procedendo verso l’ingresso, stringendosi nella coperta di lana che portava sulle spalle come scialle e spalancando la porta, che sbatté contro la parete con un fragoroso tonfo, tale che la parete parve vibrare a causa dell'urto. Fu investito dal forte vento, il cuore che gli pulsava in petto per l’agitazione. Davanti a lui si stagliava una figura avvolta in un cappotto nero, il volto parzialmente oscurato dal cappuccio, opportunamente tirato su per ripararsi dalle intemperie.
«Cominciavo a pensare non venissi più. Su, entra pure» disse sorridendo e scostandosi per lasciar entrare l’individuo, chiudendosi la porta alle spalle.
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La misericordia di Invercargill
Mystery / ThrillerPiove sulla Periferia di Invercargill, uno dei paesi più meridionali della Nuova Zelanda, e Alberic Gladwyn Braxton siede inerme ad aspettare, in silenzio, nel freddo della sua casa. Poi tre colpi alla porta e una visita ormai non più sperata. Il fr...