4. Ammazzatemi

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Quella mattina mi ero svegliata in super ritardo con Jake che mi bussava alla porta con insistenza, giurandomi che se non mi fossi data un giro mi avrebbe lasciato a casa.

Per un secondo decisi di vedere se davvero mi avrebbe lasciato lì, magari mi sarei riuscita a saltare un giorno, ma quello che poi mi disse subito dopo mi fece subito saltare giù dal letto.

«Ti avverto che se non ti fai portare da me, allora ti porterà mamma a scuola Norah.» non me lo feci ripetere due volte, mi buttai giù dal letto, feci una doccia veloce, mi vestii, raccolsi i miei capelli castani in una coda alta e uscii dalla camera ad una velocità supersonica.

Jake mi stava aspettando seduto sulle scale, aveva lo sguardo fisso sul suo orologio. Non appena mi vide mi sorrise «Hai battuto ogni record, dieci minuti per far tutto.» poi mi lanciò un sacchetto marrone «Ti ho preparato il pranzo.»

«Grazie.» dissi sbirciando dentro e vedendo che mi aveva fatto uno dei miei panini preferiti, marmellata e burro d'arachidi.

Uscimmo insieme nel vialetto e salimmo in macchina in silenzio. Io ero ancora un po' frustrata per la sera prima, e il fatto che lui non stesse facendo nulla per parlarmi mi faceva saltare i nervi ancora di più.

«Quanto rimarrai ancora arrabbiata con me?» chiese dopo un po' con lo sguardo fisso sulla strada.

«Purtroppo non per quanto vorrei.» risposi sincera facendo vagare il mio sguardo fuori dal finestrino.

«Io non mi vergogno di te... Solo che-» sospirò pesantemente

«Che cosa?» lo incalzai

«Non vorrei che prendessero anche te di mira...» entrò nel parcheggio della scuola e si infilò nel primo posto libero che trovò, spense il motore e si voltò verso di me.

«Ieri non ti ho proprio detto tutto riguardo alla cosa degli spogliatoi...»

Alzai un sopracciglio, ma non dissi nulla. Aspettai che fosse lui a parlare.

«Quello che hanno fatto era una vendetta per quello che avevamo fatto noi a loro circa una settimana fa.» si passò una mano tra i capelli «Io, Zac e altri della nostra squadra abbiamo pensato che fosse un'ottima idea fare qualche scherzo innocente a quelli della Northride... Ti ricordi la sera che ho detto che avevamo un allenamento in notturna?»

Annuii.

«Bhé, io e Zac siamo entrati alla Northride e-»

«Aspetta.» alzai una mano per interromperlo «Voi avete fatto cosa?!»

«Ci sembrava una buona idea in quel momento!»

«JAKE!» urlai «Avete commesso un'effrazione! Sareste potuti finire entrambi dietro le sbarre per una cosa del genere!»

Lui scosse la testa «Ma non ci siamo finiti, giusto?» mi sorrise leggermente «E comunque, abbiamo portato con noi alcune bombolette spray e abbiamo dato un'aggiustatina alla loro Mascotte.»

Mi portai una mano davanti al viso «E poi mamma dice che sono io a metterla in imbarazzo...» commentai

«Era uno stupido scherzo...» rise lui «Ma quelli della Northride se la sono presa... E anche parecchio.»

«Lasciami indovinare... Hanno deciso di continuare con la gara di scherzi?»

«Hai centrato in pieno.» sospirò lui «E io ho il terrore che possano coinvolgere anche te, se capiscono che io e te siamo fratelli...»

«Gemelli.» aggiunsi io. Poi lo guardai e cercai di nascondere un sorriso. Jake era sicuramente il più intelligente tra i due, ma alcune volte mi sembrava più scemo di una capra.

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